Dopo essere passato rapidamente dal medbay - cosa che in realtà aveva richiesto alcune ore di coda - per farsi riparare la gamba a cui Boba Fett aveva sparato, Anakin tornò nell'hangar principale a cercare Leia. Ovviamente era molto meno sconvolta di Luke e di lui stesso, ma aveva bisogno di qualcuno che la sostenesse dopo la perdita quasi certa di Han.
Trovò la principessa seduta contro la rampa del Millennium Falcon, con la testa abbandonata sulle ginocchia e le braccia mollemente appoggiate a terra. Anche se Anakin non le aveva mai parlato come sua figlia, sentiva una stretta al cuore al vederla in quello stato. La sua bambina non si meritava questo.
"Leia?" chiamò sedendosi vicino a lei. La ragazza alzò debolmente la testa e rivelò due guance rosse che confermavano il fatto che aveva pianto. "Ciao Anakin" mormorò.
Il Jedi le strinse la spalla con affetto e la scosse un poco. "Vedrai che sistemeremo tutto con Han, hai la mia parola" promise. Se il contrabbandiere fosse bastato per restituire la gioia a sua figlia, avrebbe ribaltato la galassia pur di trovarlo.Ma Leia non sembrò convinta. "Nessuno potrà aiutarmi, Han non è nemmeno ufficialmente nella Ribellione adesso... Non posso chiedere una nave, non posso fare niente!" esclamò, di nuovo in lacrime.
Anakin sorrise quando vide passare Lando Calrissian in lontananza e bisbigliò a Leia: "Scommettiamo che qualcuno che ti aiuti lo troveremo?".
Poi si alzò in piedi e chiamò Lando a gran voce. L'uomo si avvicinò correndo finché non fu a quattr'occhi con il Jedi."Lando, se si facesse una spedizione privata per salvare Han, tu ti uniresti?" chiese Anakin.
Lando lo guardò, e poi abbassò gli occhi. "Lo devo ad Han. L'ho tradito, devo fare qualcosa per aiutarlo ora" rispose. Anakin sorrise a Leia."Hai visto? Non hai nulla da temere" la rassicurò. "Ora hai solo bisogno di riposare, come farò io".
Quindi si congedò e si diresse alla cabina di Luke, che aveva deciso di prendere in prestito mentre suo figlio era ricoverato nel medbay.
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Giusto un'ora più tardi Luke uscì dal torpore profondo dell'anestesia, che gli avevano somministrato per sicurezza mentre era ancora incosciente prolungando il suo sonno.
Quando aprì gli occhi si sentì accecato dalla luce di una lampadina e dal candore delle pareti bianche, segno che probabilmente era finalmente a casa.Una volta abituatosi alla luce Luke si guardò intorno. Riconosceva questo posto, era il centro medico. Effettivamente notò subito dopo di essere stato curato, visti i numerosi cerotti che sentiva sul viso e sulle braccia.
Com'era ovvio qualcuno si era occupato anche della sua mano mancante. Il dolore era ancora fortissimo, quasi come quando la lama di Vader l'aveva colpito, ma almeno il danno era stato coperto con una serie di garze strette e bagnate, probabilmente di disinfettante o antidolorifici.Non appena la mente di Luke si fu abituata alla nuova situazione, tornò alla rivelazione di Vader. Era impossibile togliersela dalla testa. Le quattro parole rimbombavano continuamente nelle orecchie di Luke, mentre riportava alla memoria non solo il momento dell'orribile verità, ma anche ogni istante trascorso con Anakin, il padre che credeva gli volesse bene. Sentirsi così tradito era la cosa peggiore.
I pensieri di Luke furono interrotti da un'infermiera piccola e grassottella che faceva irruzione nella stanza.
"Buongiorno!" trillò la donna "Finalmente sei tornato tra noi! È da quasi quindici ore che nessuno ti vede sveglio". Luke si sorprese: era davvero passato così tanto tempo?
L'infermiera continuò a parlare come se nulla fosse. "Sono venuta qui per lasciarti gli antidolorifici, quel tuo polso è messo così male... sono sicura che ti serviranno. Comunque non preoccuparti, in laboratorio ti stanno costruendo una mano nuova. Vedrai che ti troverai benissimo, negli ultimi anni con le protesi si sono fatti passi da gigante!".
Luke sorrise il più cordialmente possibile alla donna, nonostante non morisse dalla voglia di passare ore sotto i ferri per un impianto, e soprattutto si sforzò di non chiedere se in laboratorio ci fosse qualcuno in grado di dargli un nuovo padre, invece di un nuovo arto.
Uscendo l'infermiera annunciò l'arrivo prossimo di alcuni amici, e il ragazzo si sentì leggermente più sollevato: vedere Leia gli avrebbe di sicuro fatto bene.Non si aspettava, tuttavia, che il primo visitatore fosse Anakin.
Quando la testa bionda fece capolino dalla porta Luke si sentì gelare il sangue. Non era pronto per questo.Sommerso dai sensi di colpa, Anakin varcò la porta sentendosi addosso lo sguardo addolorato di suo figlio. Neanche lui era pronto a parlargli, ma si sentiva in dovere di informarsi almeno sulla sua salute.
Prendendo un lungo respiro, Anakin si sedette su una piccola sedia accanto al letto di suo figlio. Si sentiva il cuore come un macigno.
"Allora..." esordì tossicchiando "come stai?".Luke lo osservò con uno sguardo indecifrabile.
"Sono stato meglio" concluse alla fine.Anakin gli strinse la mano con affetto. "Mi dispiace che tu abbia dovuto combattere Vader, mi dispiace per tutto quello che è successo" disse.
Luke esalò un respiro tremante mentre le lacrime iniziavano a salirgli agli occhi. Appoggiò la fronte sulla mano e fece qualcosa di simile a un singhiozzo.
"Come fai a essere dispiaciuto? Vader sei tu!" esclamò, ora decisamente piangendo.Il cuore di Anakin si strinse con dolore. "No, Luke, non è come dici, non del tutto, almeno... Io sarei diventato Vader più tardi rispetto al momento in cui ho viaggiato nel tempo, e sono qui per rimediare. Ti prometto che per nessun motivo al mondo ti farei del male! E avrei voluto dirti la verità, ma Obi-Wan mi ha fatto giurare di non rivelarti nulla...".
Ora anche lui piangeva, ma poteva percepire che Luke stava sentendo la verità nelle sue parole. Ne ebbe la conferma quando il ragazzo si infilò tra le sue braccia tremando.
"Mi dispiace, Luke, così tanto..." mormorò Anakin senza togliersi dall'abbraccio. Accarezzava dolcemente i capelli dorati di suo figlio, concedendogli tutto il tempo di cui aveva bisogno. Di sicuro l'intera situazione era stata un colpo molto duro per lui.
"Mi dispiace averti giudicato, papà... ma è stato così... troppo brutto..." disse Luke tra i singhiozzi stringendosi forte alle spalle di Anakin.
"Lo so, Luke, lo so...". Il Jedi più vecchio non fece mancare il suo appoggio, e rimase lì per lunghi minuti a tranquillizzare suo figlio.Quando Luke si fu calmato un po', Anakin lo aiutò a rimettersi sdraiato senza lasciare la presa sulla sua mano.
"Allora, pace fatta?" domandò con tono gentile. Luke annuì e per la prima volta dopo ore riuscì a fare un sorriso; un po' stanco, ma un sorriso, e Anakin non poté essere più felice.
"Come va ora? Voglio dire, almeno fisicamente stai meglio?" chiese, anche per deviare il discorso.
Luke abbassò lo sguardo sul suo braccio destro e fece spallucce.
"Fa male" borbottò "mi hanno imbottito di antidolorifici ma non cambia nulla". Anakin ridacchiò nonostante le circostanze. "Lo so, i dottori non hanno idea di quanto sia orribile una ferita da spada laser. Sai, anch'io ho perso parte del mio braccio quando ero più giovane" raccontò. Abbassò l'orlo del guanto nero che portava e mostrò a suo figlio il punto in cui la carne incontrava il metallo.Luke non sapeva di questa esperienza di suo padre, e rimase sorpreso. Avevano molte cose in comune a questo punto, e quell'uomo che chiamava papà gli sembrava più umano di prima.
"Ora devo andare, ma verrà Leia tra poco. Va bene?" disse gentilmente Anakin stringendo la spalla di Luke.
Il ragazzo annuì e lasciò a malincuore la grande mano di suo padre.
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Star wars - Sempre in movimento è il futuro
FanfictionAU fanfiction Tanti altri si sono chiesti cosa sarebbe successo se un personaggio di Star Wars avesse viaggiato nel tempo e ora ho deciso di dare la mia opinione. Anakin Skywalker si trova davanti a una scelta molto importante, ma la Forza decide di...