21-Speranza

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I due caccia ribelli si agganciarono alla nave Home One dopo una rapida autenticazione, nello stesso momento in cui decine di altre navi attraccavano nel vasto hangar. Una volta scesi velocemente dai veicoli e liberatisi delle tute di volo, Anakin e Luke si diressero quasi di corsa nella sala in cui stava per tenersi un briefing generale, abbastanza sicuri di essere in ritardo.

"Almeno lo sai dov'è questo posto?" chiese Anakin mentre correva a perdifiato per i corridoi.

"Credo" disse Luke ridendo "di solito la sala comandi è sempre nello stesso posto, spero che questa nave non faccia eccezione".

"Sarà meglio" borbottò Anakin "arrivo sempre in ritardo già per mia natura".

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"Guarda guarda, un generale?". Han guardò con un misto di orgoglio e scherno il distintivo scintillante sul petto del suo amico - ora era sicuro che lo fosse - Lando Calrissian.

"Qualcuno deve aver raccontato la mia piccola manovra alla battaglia di Taanab". Lando sorrise subdolamente mentre tracciava con l'indice il contorno dei propri baffi, altezzoso.

"Beh, non guardare me amico" disse Han alzando le mani "io ho solo detto che eri un buon pilota, non sapevo che cercavano qualcuno per guidare questo pazzo attacco!".
"Mi sorprende che non l’abbiano chiesto a te".
"Evidentemente non sono abbastanza pazzo. Sei tu quello che da più affidamento".
Lando accennò una risata, non troppo divertita, mentre l'intera sala taceva all'arrivo di Mon Mothma.

La ex senatrice avanzò impettita nel suo abito candido, un sorriso leggero e soddisfatto dipinto sulle labbra. Quando parlò, nessuno poté credere alle proprie orecchie: l'Imperatore aveva finalmente commesso un grave errore, e le spie della Ribellione avevano localizzato una nuova Morte Nera, non ancora operativa, su cui si trovava Palpatine stesso per la supervisione dei lavori.

Piloti e soldati andarono in subbuglio mentre l'ammiraglio Ackbar prendeva la parola, spiegando che la gigantesca stazione da guerra si trovava in orbita sopra la vicina luna di Endor, su cui vi era un bunker che generava lo scudo adibito alla protezione della Morte Nera. Sarebbe bastato sabotarlo per condurre un attacco definitivo, a sorpresa, che avrebbe posto fine all'Impero e all'Imperatore.

L'entusiasmo dei ribelli stava crescendo quando un altro generale, Madine, illustrò il piano d'azione.

"Abbiamo rubato una piccola navetta imperiale" disse. "Camuffandola da cargo e usando un codice imperiale segreto, un commando atterrerà sul pianeta e disattiverà il generatore dello scudo". Molti annuirono nella sala, qualcuno applaudì, ma solo la principessa Leia, accanto a Han, parlò, mettendo una mano sulla spalla del corelliano.

"Indovina a chi tocca questa patata bollente" lo esortò con un ghigno divertito, pur sapendo che l'uomo che amava avrebbe rischiato la vita. Dopotutto, niente poteva uccidere una persona del genere.

"Generale Han Solo" intervenne Madine "la sua squadra d'attacco è al completo?".
"La mia squadra è pronta" rispose Han, assumendo una insolita aria responsabile "ma mi serve un equipaggio per la navetta".

Una zampa pelosa arruffò la testa di Han mentre Chewbacca manifestava la sua determinazione a partecipare con uno dei suoi proverbiali grugniti. "Non sarà facile, amico, non volevo proporre te" gli disse affettuosamente il generale, all'improvviso consapevole dei rischi che correva. Ma il fidato Wokiee grufolò di nuovo, deciso a non mollare.

"Uno è trovato" si arrese Han, un sorriso sincero rivolto all'amico peloso.

"Generale... di' pure due". Il corelliano sorrise mentre si alzava la voce di Leia, ora con la ferma convinzione che avrebbe seguito il suo amato ovunque.

"Puoi dire anche tre".

Senza che a nessuno importasse del suo ritardo, Luke scese di corsa le scale che portavano alla sala per abbracciare Han e Leia, mentre Madine segnava il suo nome per la missione.
Dopo mesi trascorsi nella solitudine del ghiaccio senza ritorno, nel buio di un periodo di grande debolezza o nell'angoscia di aver perso l'amore, i tre amici erano di nuovo insieme, pronti a partire per la missione definitiva e a mostrare all'Impero chi avrebbe trionfato alla fine.

Nessuno si era accorto dell'entrata di Anakin, che si era fatto avanti in un momento meno teso per non essere riconosciuto, ma anche lui si accostò al generale Madine chiedendogli di aggiungere il quarto membro dell'equipaggio.

Meno di mezz'ora dopo, Leia era sulla navetta rubata insieme con Luke, intento a riscaldare i reattori. Era importante che il veicolo non avesse nessun tipo di guasto, essendo quello su cui avrebbe viaggiato la speranza ultima dell'Alleanza. C'era anche Anakin, sul retro, con i soldati semplici, vestito come loro per non dare dell'occhio.

Approfittando del fatto che sua sorella era proprio di fronte a lui mentre lavorava, Luke si concesse un paio di secondi per osservarla. Nessuno avrebbe mai detto che fosse la sua gemella, ma a un occhio attento non sarebbero sfuggite delle somiglianze. Bastava guardare la forma del naso e degli occhi, trascurando il colore completamente diverso, o soffermarsi sulle comuni piccole dimensioni.

Un piccolo sospiro sfuggì al giovane Jedi, improvvisamente consapevole della nuova parentela che aveva scoperto. Prima o poi avrebbe dovuto parlarne con Leia, ma non certo in quel preciso momento... forse sarebbe stato meglio farlo prima di affrontare l'Imperatore.

"Ehi, stai bene?".
Luke si riscosse improvvisamente quando Leia gli agitò una mano davanti agli occhi, come se si fosse addormentato. Borbottò un sì mentre tornava al lavoro, improvvisamente imbarazzato.
Ma Leia non la bevve e si accovacciò al livello dell'amico, decisa a capire cosa gli frullasse nella testa. Sembrava inquieto da quando avevano salvato Han, quasi depresso.
"Vuoi dirmi cosa non va?" propose "Sei forse... geloso di Han?".

Luke arrossì di colpo diventando quasi viola al solo pensiero di essere geloso dell'amante di sua sorella.
"No, no, figurati" balbettò "Han era... la scelta giusta". Lo pensava davvero, anche prima di scoprire il proprio legame di sangue con la principessa, figurarsi adesso!
Leia annuì e sorrise, voltandosi di scatto mentre proprio Han entrava nella cabina.

"Hai riscaldato i motori?" chiese il corelliano, senza nemmeno salutare, a Luke, vedendolo impegnato con un sistema di cavi.
"Sì, è quasi pronta" rispose il ragazzo mentre premeva un paio di pulsanti, grato all'amico per aver interrotto la conversazione imbarazzante.

Anche Chewie nel frattempo era entrato nell'abitacolo, e si stava lamentando per il poco spazio. Han lo zittì con un breve commento sulla carenza di wokiee nell'Impero mentre avviava la nave, spostando intanto lo sguardo su quella che gli apparteneva davvero, il Millennium Falcon, ora preso in prestito da Lando.

"Sei sveglio?" domandò la voce della principessa da dietro, un ghigno divertito sul suo viso invisibile al contrabbandiere. 

"Sì. Ho solo il presentimento che il mio Falcon non lo rivedrò".

L'espressione angosciata di Han strappò una risata a tutti, perfino a Chewie (del quale era abbastanza complicato afferrare le risate), nonostante la pericolosità della missione.

"Avanti, Generale, andiamo" lo incitò incoraggiante Leia. 

E con questo, la nave della speranza lasciò la Home One per decollare verso l'ignoto.

Star wars - Sempre in movimento è il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora