23-Cambiamenti

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Han guardò con odio lo strano animaletto che gli si era parato davanti, una minacciosa punta di lancia che compariva a una spanna dalla sua gola. "Punta questo coso ai tuoi fratelli!" intimò assumendo un'espressione corrucciata e allontanando la punta affilata con la mano.

"Han, fermo" consgliò Luke mettendo una mano sulla spalla dell'amico, decisamente poco felice all'idea di attaccare battaglia con una popolazione di animali che gli ricordavano vagamente certi giocattoli per bambini. "Aspetta ora. Chewie, dagli la tua balestra".

Nel frattempo, lamentandosi per la caduta, C3PO si era alzato in piedi, e senza alcun preavviso tutte le creature pelose si inchinarono davanti a lui e sembrarono intonare una litania monotona. Alle domande del suo padrone e del capitano Solo, il droide dorato, che capiva tutto ciò che gli animaletti dicevano, rispose: "Potrei sbagliarmi, parlano un dialetto molto primitivo, ma credo proprio che mi considerino... una divinità".

Incapace di evitare di ridere, Luke si coprì la bocca con una mano mentre anche Chewie latrava divertito. Han invece, con la lancia ancora alla gola, sembrava molto meno a proprio agio.

"Perché non usi la tua divina influenza e ci tiri fuori da questo pasticcio, eh?" domandò il contrabbandiere con un ghigno ironico. Il droide rispose che una cosa simile non rientrava nelle sue mansioni, e si guadagnò una serie di insulti da parte di Han, che divertirono Luke e Chewie ancora di più.

Purtroppo, però, gli strani abitanti del bosco presero le parole di Han come bestemmie al loro dio: indignati, legarono i tre ribelli con R2D2 a dei tronchi d'albero e li trasportarono al loro villaggio, portando con sé C3PO su una portantina.

Il piccolo paese degli Ewok, così si chiamavano gli animali, era costituito da piccole capanne di legno e frasche abbarbicate sugli alberi, collegate tra loro da passerelle di giunchi e circondate da un gran numero di focolari.

Han rimase a dir poco sconvolto, e tormentato da un brutto presentimento dato soprattutto dai falò accesi poco lontano dalla sua postazione. Chiese all'irritante droide dorato cosa stesse succedendo, e scoprì di essere nientemeno che il piatto forte di una celebrazione sacra in onore di C3PO!
Il cuore del contrabbandiere affondò: dopo tutto quello che aveva passato, non poteva morire lì, divorato da uno stuolo di ridicole bestiole che adoravano strani dei!

Fortunatamente, però, una voce femminile si sollevò da una delle capanne, e una figura minuta dai lunghi capelli marroni comparve in mezzo agli Ewok.

"Leia!" gridarono all'unisono Han e Luke, sentendosi entrambi molto più al sicuro. La principessa non disse nulla ai suoi amici, ma fu principalmente perché doveva risolvere la situazione in fretta.
"Questi sono amici miei!" disse la giovane all'assemblea degli Ewok, mantenendo un tono leggero per non essere considerata una minaccia. Certo, era stata salvata da uno di loro quando era caduta dallo speeder, ma non era ancora parte della tribù.

Le creature la ignorarono tranquillamente e procedettero con l'accensione del falò con cui avrebbero cucinato Han. A questo punto il povero capitano era tutto intento a cercare di spegnere il fuoco soffiando, ma Luke sapeva bene che non avrebbe funzionato. Decise allora di agire in un altro modo.

"3PO" disse al droide seduto su un trono improvvisato. "Digli che se non ci libereranno, ti arrabbierai e userai la tua magia". Il protocollare inizialmente si oppose dichiarando di non essere in grado di fare magie, ma alla fine cedette: gli Ewok tuttavia non gli diedero ascolto. Allora Luke, concentrandosi sulla Forza, fece levitare il droide guadagnando il rispetto della popolazione indigena.

~~~

Prima del tramonto, Leia, Luke, Han, Chewie e i droidi erano stati accolti come membri della tribù Ewok e onorati dai piccoli abitanti della foresta.

In quello che sembrava un clima di festa, però, Luke sembrava turbato, distante, come afflitto da qualche pensiero doloroso. Poteva percepire la presenza di suo padre avvicnarsi sempre di più al villaggio, e se Anakin aveva abbandonato la squadra che Han gli aveva affidato doveva esserci una motivazione seria. E Luke aveva una mezza idea di quale potesse essere.

Quando la familiare firma nella Forza fu abbastanza vicina, il ragazzo uscì dalla capanna adibita a salone delle feste e si imbatté, come aveva previsto, in suo padre. Anakin non era di buonumore: il suo viso era cupo, non luminoso come al solito, le sopracciglia aggrottate e la mascella stretta. Aveva paura, Luke poteva dirlo per certo, ed era confuso.

"Va tutto bene, padre?" domandò con forte preoccupazione.

"Vader ci ha percepiti, dobbiamo consegnarci all'Impero adesso" dichiarò il Jedi mentre si sedeva sulla staccionata che contornava la passerella degli Ewok.

Luke era sul punto di rispondere qualcosa, ma fu interrotto dall'avvicinarsi di Leia, che usciva a sua volta dalla capanna.

La ragazza si aspettava di trovare Luke, uscendo, ma non certo Anakin. "Che cosa ci fai qui?" chiese, infilandosi nello spazio tra i due uomini.

Anakin aggrottò la fronte, e ricordò che c'era anche il problema di Leia da affrontare. "Leia, ti dobbiamo parlare" disse.
Luke si voltò verso suo padre e capì quello che stava succedendo. Adesso, finalmente, tutta la verità sarebbe venuta a galla.

"Leia" disse dolcemente Anakin "sarà difficile accettarlo per te, ma meriti di sapere. Io sono Anakin Skywalker, e sono arrivato qui dal passato per rimediare agli errori che ho fatto come... Darth Vader".

Gli occhi castani di Leia si allargarono, dato che aveva capito perfettamente quello che Anakin intendeva. Lui era Darth Vader prima di passare al Lato Oscuro. E il suo cognome...

Luke la guardò con occhi persi, come se gli fosse molto difficile parlare. "Quando ho affrontato Vader a Bespin, mi ha detto di essere mio padre" rivelò. Leia corrugò le sopracciglia, incapace di immaginare qualunque cosa in comune tra l'assassino del suo pianeta e il suo migliore amico. Ma ancora, vedendo Anakin, era più semplice.

"Ma non è finita, Leia" continuò Luke, questa volta mettendo le mani sulle spalle di lei e guadagnandosi un'occhiata timorosa da parte di Anakin.

"La Forza scorre potente nella mia famiglia. In mio padre, in me... e in mia sorella. La mia sorella gemella".

Leia guardò prima Luke, poi Anakin, e i pezzi del puzzle si unirono nella sua mente. Il fatto che lei e il suo amico condividessero la data del compleanno non era un caso. Il fatto che Anakin le apparisse familiare non era un caso. E Darth Vader.

Darth Vader era suo padre.

Inghiottendo le lacrime a fatica la ragazza si gettò tra le braccia aperte di suo fratello e lì rimase, mentre la voce di suo padre la raggiungeva ovattata.

"Adesso dobbiamo andare ad affrontare Vader e l'Imperatore per risolvere tutto" diceva il Jedi "ma ci tenevamo a rivelarti la verità. E ricordati: se noi non dovessimo farcela, toccherà a te".

Sconvolta Leia rimase lì, a fissare le figure sempre più piccole dell'ultima famiglia che le rimaneva.

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