Flashback.
Jungkook si risvegliò in una stanza dalle mura bianche e asettiche, le sue narici furono investite subito da un forte odore di disinfettante, il ragazzino si guardava intorno cercando di capire il motivo per cui era costretto a stare in un lettino, con un ago di una flebo infilata nella vena del suo braccio, tutto era confuso cercò di ripercorrere con la mente gli eventi della sera prima, ma la sua mente era vuota, come se tutti i suoi ricordi appartenenti al giorno prima fossero stati rimossi completamente. Solo dopo poco i suoi genitori chiaramente nel panico fecero la loro irruzione nella camera dove il piccolo Jungkook risiedeva ancora confuso e stordito, la madre piangeva e il padre la teneva tra le braccia cercando di calmarla, ed anche sul volto dell'uomo si poteva leggere una chiara espressione di dolore mista a rabbia, e dal canto suo il ragazzino ancora riusciva a capire cosa stesse effettivamente succedendo, in quel momento fece la sua entrata un medico che comunicò alla coppia di coniugi la realtà nuda e cruda. – Mi dispiace comunicarvi che vostro figlio è stato vittima di una violenza sessuale. – Quelle poche parole ebbero la stessa forza di un pugno nello stomaco per il piccolo Jungkook, e improvvisamente nella sua memoria tutto fu limpido come se lo stesse rivivendo di nuovo all'ennesima potenza, quelle poche parole alle orecchie Jungkook risuonarono come una condanna a morte.
Jungkook si svegliò di colpo con il respiro affannato e la fronte imperlata di sudore, ancora una volta aveva avuto un incubo si alzò mettendosi seduto sul letto portandosi le mani tra i capelli, tremando come una foglia, Taehyung si svegliò sentendo Jungkook agitarsi nel sonno e subito scese dal suo letto per andare accanto al suo amico. – Hey Kookie calmati ci sono io qui, sei al sicuro non ti accadrà nulla.- Disse Taehyung prendendo delicatamente i polsi del suo amico facendolo stendere sul letto e, accarezzandogli i morbidi capelli color ciliegia.- Chiudi gli occhi e dormi starò con te, non andrò da nessuna parte promesso.- Disse di nuovo Taehyung vedendo l'altro rilassarsi tra le sue braccia, il grigio provò una morsa al cuore nel vedere il suo migliore amico così fragile da potersi rompere da un momento all'altro, perché Jungkook da quella notte era irrimediabilmente rotto dall'interno e, Taehyung era anche l'unico che poteva toccarlo senza incorrere in uno dei frequenti attacchi di panico del minore che gli era affianco, infatti la madre del minore aveva insegnato a Taehyung come agire nel caso il figlio avesse avuto uno dei suoi incubi notturni, che tuttavia non erano mai cessati ma almeno il grigio era sollevato del fatto che almeno per quella notte Jungkook fu in grado di dormire serenamente e senza incubi a disturbare il suo sonno.
Quella mattina Jungkook si risvegliò nell'abbraccio confortante del suo amico di infanzia, fin da piccoli erano abituati a dormire insieme ma dopo l'abuso che aveva subito, Jungkook si chiuse in se stesso ogni volta che si guardava allo specchio provava repulsione verso se stesso, aveva perso ogni sorta di interesse non voleva più andare a scuola, né tanto meno uscire di casa il solo pensiero di mettere piede oltre la soglia di casa sua lo terrorizzava, ecco perché preferiva stare rinchiuso nella sua camera nel suo letto divenuto oramai il suo porto sicuro, nonostante ogni notte la sua mente gli palesava ogni volta quell'incubo di cui era stato succube, ancora ricordava come quelle mani sconosciute, viaggiavano sul suo corpo come serpenti velenosi pronti a divorarlo, da quell'evento per Jungkook non c'era stata più pace, la sua adolescenza, la sua spensieratezza erano andate distrutte come il suo sorriso, non c'era più niente di effettivamente integro in Jungkook, non c'era più salvezza per lui. Quel giorno per fortuna aveva lezione di canto l'unica sua fonte di liberazione, l'unico momento in cui forse Jungkook era se stesso: ovvero un ragazzino che nascondeva dentro di sé un dolore incolmabile, quindi si affrettò ad andare in bagno per farsi una doccia calda per quella volta aveva deciso di far dormire Taehyung ed andare da solo a lezione visto che era palese il fatto che non avesse dormito per vegliare su di lui e, questo faceva sentire in colpa Jungkook che non avrebbe mai voluto costringere il suo amico a fargli da baby sitter a causa dei suoi costanti incubi notturni, quando uscì dal bagno infilò la camicia bianca della divisa iniziando ad abbottonarla, infilando poi i pantaloni blu scuro, in seguito mise la cravatta del medesimo colore dei pantaloni e infine indossò la giacca nera con il logo della scuola e, bordi bianchi sulle piegature della giacca e sulle maniche, prese la sua tracolla ed uscì dalla stanza facendo attenzione a non far rumore Jungkook percorse tutto il corridoio scendendo le scale, ma questa volta senza fermarsi di fronte agli armadietti come faceva di solito, avviandosi subito verso la classe dove si sarebbe tenuta la lezione di canto.
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Dopo la lezione Jungkook stava salendo le scale per andare al secondo piano dove si trovavano le stanza del dormitorio, le porte delle stanze erano situate una di fronte all'altra con gli appositi numeri laccati in oro e, le mura erano coperte da una carta da parati color avorio e con motivi argentati, dando un tocco di eleganza all'ambiente circostante. Quando entrò in stanza trovò Taehyung seduto sul suo letto con un espressione preoccupata e appena lo vide balzò in piedi come una molla andandogli incontro.- Dio Jungkook ma il tuo telefono ce l'hai come semplice ornamento? Ti avrò chiamato minimo 20 volte, mi hai fatto preoccupare.- Disse con una nota di panico nella sua voce bassa e profonda, dal canto suo Jungkook sapeva quale era la costante preoccupazione del suo amico e subito si affrettò a rassicurarlo. – Tae ti ho promesso che non lo avrei più rifatto sta tranquillo.- Disse Jungkook accarezzandogli una spalla, dall'altro canto Taehyung abbracciò il minore sospirando sollevato, il grigio non voleva più vivere nella paura di perdere il suo amico, già una volta lo aveva provato ed era stato terribile Jungkook ricambiò quell'abbraccio sentendosi un amico pessimo ripensando a quel gesto sconsiderato di cui portava ancora le cicatrici, ma la cosa che più gli procurava dolore era quella di aver fatto soffrire quel ragazzo che gli era sempre stato accanto, senza mai chiedere nulla in cambio.
N.D.A: Salve donzelle ecco a voi il secondo capitolo di questa storia, credo che dopo questo capitolo voi abbiate sicuramente capito cosa è accaduto a Jungkook, ma ovviamente le sorprese non sono finite qui e, mi dispiace perché non sarò molto buona con voi but love me. ❤
Detto ciò io mi dileguo e ci vediamo al prossimo aggiornamento, a presto i love you. ❤❤
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Amygdala » Jikook.
FanfictionDal Prologo: Jungkook a soli 13 anni non poteva di certo capire cosa fosse in realtà l'amore, tuttavia nonostante la sua giovane età non si era mai dato etichette e come i suoi genitori dicevano sempre l'amore era l'amore. Jungkook era d'accordo con...