Flashback.
Quella notte Jungkook stava dormendo nella sua cameretta ma il suo sonno era disturbato da orribili incubi che si affacciavano nella sua mente impedendogli di dormire serenamente, il ragazzino poteva ancora sentire quelle sporche mani viaggiare sul suo corpo e, sentire i versi osceni di quell'uomo che godeva nel sentire le sue urla di dolore, mentre toccava quel corpo giovane e puro. Spingendosi dentro Jungkook con forza e violenza gonfiandosi d'orgoglio credendo erroneamente che quel trattamento piacesse al ragazzino che aveva sotto di sé, ma quella reazione era puramente fisica e questo Jungkook lo odiava ancora di più, sentendosi sottomesso e nonostante avesse chiesto aiuto nessuno era accorso per salvarlo da quel supplizio, ed anche quell'uomo che lo stava torturando era sordo alle sue preghiere, alla fine Jungkook si era arreso al suo destino pregando che tutto quello finisse il più presto possibile. Il ragazzino si svegliò urlando grondante di sudore e, tremante mentre la porta della sua cameretta veniva spalancata da sua madre che subito accorse dal ragazzino sedendosi sul bordo del letto, accogliendo il corpo del figlio tra le sue accoglienti braccia volendolo proteggere dai mostri che lo perseguitavano.- Tranquillo piccolo la mamma è qui.- Disse la donna stringendo Jungkook tra le sue braccia accarezzandogli i morbidi capelli corvini e, il ragazzino si accoccolò strusciando la guancia sul grembo della madre mentre calde lacrime scendevano dai suoi occhi chiudendoli subito dopo sentendosi protetto tra quelle braccia materne, che lo aiutarono a scivolare in un sonno senza incubi.
Jungkook si svegliò a notte fonda spalancando i suoi occhi grandi e vispi facendoli vagare per quella stanza buia, mentre il suo respiro era leggermente affannato per l'ennesimo incubo che si era affacciato nella sua mente tormentandolo ancora, gli mancava molto sua madre poiché solo tra le sue confortevoli braccia e con le sue dolci rassicurazioni Jungkook era in grado di chiudere nuovamente gli occhi dormendo però serenamente e, gli mancava svegliarsi la mattina ancora tra le sue braccia mentre ella gli riservava un sorriso amorevole che era capace di proteggerlo da tutti i mali di questo mondo, il ragazzo voltò il capo verso il letto del suo migliore amico che fortunatamente era ancora nel mondo dei sogni e, piano scese dal suo letto fino a raggiungere quello di Taehyung spostando leggermente le coperte per poi intrufolarsi accanto all'amico, tuttavia però Taehyung si voltò verso il minore avvolgendolo in un abbraccio, facendo poggiare così la fronte del minore sul suo petto accarezzando i morbidi capelli del minore, dal canto suo Jungkook chiuse istintivamente gli occhi sotto quelle carezze respirando profondamente e sentendosi protetto, solo in quell'istante Jungkook assaporò la pace che tanto cercava tra le braccia di qualcuno che lo amava incondizionatamente, come la sua amata madre.
Quella mattina Jungkook stava ancora nel mondo dei sogni mentre Taehyung che era sveglio guardava il volto del suo migliore amico rilassato e, senza incubi a disturbare il suo sonno il ragazzo avrebbe tanto voluto che il minore trovasse quella pace che da tanto cercava, ma Taehyung sapeva che c'era una persona che sarebbe stata capace di rendere migliori i giorni di Jungkook e, il grigio sapeva anche chi era quella suddetta persona, ma per ora i due non andavano d'accordo o meglio erano freddi l'uno con l'altro poiché entrambi avevano sofferto e, Jungkook aveva contribuito ad accentuare quella sofferenza sempre di più ma, Taehyung sapeva che c'era ancora una speranza e, lui era l'unico tramite tra i due tuttavia però per la loro felicità si sarebbe sacrificato più che volentieri dopo tutto era solo questione di tempo e, il destino avrebbe fatto il suo giusto corso.
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Jungkook si svegliò trovando l'altra parte del letto vuota ma il suo migliore amico si era premurato di lasciargli un biglietto dove lo avvisava che sarebbe andato al corso di canto e, lui si prese il tempo per andare a fare una doccia, prese un cambio dal suo armadio e si avviò verso il bagno chiudendosi a chiave, iniziò a svestirsi lentamente mentre azionava l'acqua calda del box doccia e una volta essersi tolto il pigiama lo ripose nella cesta dei vestiti da lavare prima di entrare nella doccia chiudendosi il pannello alle spalle. Jungkook si posizionò sotto il getto d'acqua calda chiudendo gli occhi rilassato, gettando i capelli all'indietro mentre prendeva il bagnoschiuma mettendone una porzione generosa nel palmo della sua mano, iniziando ad insaponare tutto il suo corpo, una volta fatto sciacquò il suo corpo sotto il getto dell'acqua della doccia e passò ai capelli prendendo lo shampoo per capelli colorati, ne versò un po' sul palmo della sua mano e iniziò a massaggiare il cuoio capelluto. Quando ebbe finito con il trattamento si sciacquò i capelli facendo attenzione a non lasciare schiuma all'interno di essi, una volta terminato il tutto chiuse la manovella dell'acqua ed uscì dalla doccia e, quando lo fece Jungkook fu investito da un brivido di freddo erano all'inizio di novembre e il torrido freddo tipico del clima della Corea si faceva sentire e, il ragazzo soffriva molto il freddo infatti a Jungkook piaceva molto di più il clima primaverile, il ragazzo si avvolse un asciugamano in vita non prima di aver messo la biancheria intima uscendo poi dal bagno, ma quando rientrò in stanza trovò l'ultima persona che si aspettava mai di vedere nella sua stanza, ebbene Park Jimin era proprio li seduto sul letto di Taehyung con lo sguardo puntato al pavimento come se fosse la cosa più interessante di questo mondo.- Che cosa ci fai tu qui?- Disse Jungkook catturando l'attenzione del corvino che subito si posò sulla sua figura, tuttavia però Jungkook si sentì in soggezione sotto lo sguardo di Jimin che non appena lo vide mezzo nudo riabbassò nuovamente lo sguardo.- Io sto aspettando Taehyung, lui mi ha detto di aspettarlo qui.- Disse il corvino non azzardandosi ad alzare lo sguardo, ma non per vergogna aveva visto mille volte Hoseok nudo data la sua cattiva abitudine di uscire dal bagno come madre natura lo aveva fatto, e con il tempo Jimin non si sconvolgeva più nonostante le prime volte vedere Hoseok in quelle condizioni gli aveva procurato non poco imbarazzo, ma Jungkook era diverso Jimin aveva motivo di credere che gli fosse successo qualcosa e, non voleva metterlo in soggezione o incorrere in ultra crisi di panico quindi aveva deciso di fare attenzione con lui usando le dovute precauzioni.- Guarda che puoi alzare lo sguardo siamo entrambi uomini no?- Disse Jungkook per puro divertimento e per vedere quale reazione avrebbe avuto il moro a quelle parole, infatti come si aspettava il corvino alzò sguardo inarcando un sopracciglio.- Hai indirettamente insinuato che non sono un uomo per la mia omosessualità?- Rispose il corvino assottigliando lo sguardo.- Questo lo hai detto tu fatina non io.- Disse Jungkook sedendosi sul suo letto evitando volutamente di vestirsi, Jungkook voleva mettere alla prova Jimin poiché in quei giorni di gita e dopo la loro avventura nella escape room lo aveva rivalutato di molto, aveva constato che non era come gli altri e aveva un qualcosa di diverso, Jungkook non sapeva ancora cosa ma voleva scoprirlo, nonostante si sentisse terribilmente esposto sotto quegli occhi che sembravano scavargli fin dentro l'anima, tuttavia però Jungkook non si mosse sostenendo lo sguardo di Jimin.- Non chiamarmi fatina ho un nome e lo sai, coniglio.- rispose a tono Jimin facendo sgranare gli occhi a Jungkook dallo stupore, nessuno lo aveva mai risposto così, nessuno prima del corvino gli aveva mai tenuto testa in quel modo chiamandolo coniglio per giunta.- Però hai fegato Park Jimin questo te lo concedo, ti presenti qui nella mia camera ed hai anche il coraggio di rispondermi male e di insultarmi.- Disse Jungkook con un sorrisetto sulle labbra.- Non ho paura di te Jeon Jungkook ho subito di peggio credimi.- Rispose il corvino con uno sguardo talmente inespressivo da far paura.- Cosa ti è successo?- Rispose Jungkook questa volta realmente interessato alla questione, si voleva conoscere Jimin non sapeva ancora il perché ma voleva farlo.- E a te cosa è successo Jungkook? E non cercare di mentire so più di quanto tu creda.- Jungkook dopo quella risposta si allarmò.- Cosa sai?- Disse Jungkook con un tono serio.- Cosa credi che io sappia?- Rispose Jimin accavallando una gamba sull'altra e, Jungkook dal canto suo si alzò dal letto spazientito e scocciato da quel inutile giochetto.- Smettila con questi fottuti giochetti e parla Park Jimin cosa cazzo sai?- Disse Jungkook a denti stretti sovrastando l'altro in altezza, ma Jimin non era per niente intimorito anzi sfoggiò un sorriso sfacciato.- Vedo che ho finalmente catturato il tuo interesse, e addirittura mi hai chiamato per nome e cognome sono stupito forse perché temi che io possa usare quel che so a mio vantaggio giusto? O addirittura divulgandolo per tutta l'accademia o sbaglio? Bhe le tue paure non sono del tutto infondate dopo tutto, inizialmente ci avevo pensato, ma sai Jungkook io non sono come te e non mi abbasso a tali nefandezze perciò puoi dormire sonni tranquilli, ciò che so non uscirà dalla mia bocca.- Rispose Jimin incrociando le braccia al petto prima di parlare nuovamente.- So che odi il contatto fisico e ciò ti scatena crisi di panico e, so che ti è successo qualcosa perché ti ho sentito parlare nel sonno pregavi qualcuno di smettere perché ti stava facendo male, provavi dolore è per questo che ti ho chiesto: cosa è successo a te?- Jungkook fece alcuni passi indietro dopo quelle parole, il ragazzo era nel panico totale doveva fidarsi di Jimin? La risposta più coerente sarebbe stata no, ma Jimin aveva avuto innumerevoli occasioni per dirlo in giro da quando erano tornati dal Giappone, eppure non lo aveva fatto e ancora adesso dopo tutto quello che Jungkook gli aveva fatto patire gli aveva assicurato che avrebbe taciuto.- Perché lo fai? Hai l'occasione di rovinarmi di vendicarti, perché non lo fai? E non venirmi a dire di nuovo la stessa solfa filosofica perché non ci credo Park Jimin.- Disse Jungkook serrando i pugni lungo i fianchi.- Jungkook io conosco cos'è il dolore tanto come lo conosci tu e, non sono una persona che fa soffrire le persone non godo nel farlo perché so cosa significa e, purtroppo so anche le conseguenze che porta la sofferenza.- rispose Jimin con lo sguardo perso nel vuoto.- Che ti hanno fatto?- Disse di nuovo Jungkook sedendosi di fianco a Jimin, tuttavia però a debita distanza dal suo corpo.- Da quando ne ho memoria ho solo sofferto di bullismo, tutto è iniziato dalle medie all'inizio erano dispetti infantili e insulti che tuttavia però facevano male, ma al liceo le cose si sono aggravate io sono stato etichettato come un mostro, uno scherzo della natura solo perché sono omosessuale e ad accentuare il tutto era il mio fisico, ero grasso e per questo ero il maiale della classe, ma un giorno mi hanno picchiato in gruppo urinandomi addosso non sentivo dolore fisico, sentivo solo una forte umiliazione da allora lasciai la scuola iscrivendomi ad un accademia di danza, e grazie ad un saggio vinsi una borsa di studio per questa accademia e il resto lo sai già.- Disse Jimin senza scomporsi di un millimetro, Jungkook si spaventò sentendo con quanta naturalezza e rassegnazione Jimin aveva raccontato quegli eventi spaventosi, ma più di tutto si rese conto di quanto cattivo potesse essere il genere umano.- Scusami, scusami per aver contribuito a farti soffrire ancor di più, so che non accetterai mai le mie scuse ma questa volta sono sincero Jimin.- Disse Jungkook guardando il corvino cercando una qualsiasi reazione, ma il corvino stette in silenzio ovviamente Jungkook non si aspettava un perdono quello era ben coscio di non poterlo mai avere, ma di una cosa era certo lo avrebbe aiutato con ogni mezzo.- A te invece cosa è successo?- Disse Jimin volendo cambiare argomento, non se la sentiva di perdonare Jungkook ma aveva apprezzato comunque il suo pentimento.- Non me la sento ancora di dirtelo Jimin, ma e vero qualcuno mi ha fatto del male ti basta sapere questo per ora, comunque vorrei che tu mi permettessi di aiutarti con il tuo problema.- Disse Jungkook alzandosi dal letto decidendo di vestirsi, stranamente con Jimin non provava soggezione o vergogna era come stare con Taehyung, in Jimin non vedeva malizia, non in quel momento almeno.- Non puoi aiutarmi Jungkook nessuno può.- Rispose Jimin sussurrando quelle parole.- Hai ragione nessuno può aiutarti, perché il passo più grande devi farlo tu devi credere in te stesso ma più di ogni altra cosa devi amarti, Jimin sei un ballerino fantastico ed hai una bella voce hai talento e devi riconoscerlo, dimentica ciò che ti ho detto dimentica ciò che ti hanno detto e fatto e vai avanti, ricordati ciò che hai detto sei superiore a me lo sei rispetto a tutti.- Disse Jungkook volgendo uno sguardo verso Jimin che rimase stupito da quelle parole.- Io non so se davvero sto parlando con Jeon Jungkook.- Rispose con fare incredulo dopo aver sentito quelle parole che alle sue orecchie suonarono assurde.- Lo so il mio lato gentile lo conosce solo Taehyung e adesso anche tu a quanto pare.- Jimin sorrise dopo quelle parole, era così strano vedere Jungkook in quelle vesti ma doveva ammettere che gli piaceva di più, almeno stavano parlando civilmente.- Ah e non farti strane idee fatina sono eterosessuale, quindi niente cotte adolescenziali ci siamo capiti?- Disse Jungkook puntandogli un dito contro e chiarendo la situazione.- Quanto sei spocchioso Jungkook, credi di essere l'unico uomo sulla faccia della terra? E per tua informazione tutti quelli che si proclamavano etero sono magicamente diventati gay dopo avermi conosciuto.- Rispose Jimin nell'alto della sua supremazia.- Non io Jimin, e poi questo atteggiamento che hai appena usato usalo anche per credere in te stesso.- Disse Jungkook zittendo ogni tipo di protesta da parte di Jimin che sbuffò come un bambino dopo quelle parole.
Poco dopo Taehyung tornò nella stanza e si rallegrò del fatto che non ci fosse alcun cadavere nella sua stanza, per tutto il tempo aveva sperato che il suo piano funzionasse e a quanto pare aveva dato i suoi risultati, così lui e Jimin uscirono dato che era sabato e avevano il giorno libero tuttavia però, nonostante Taehyung aveva tentato di convincere Jungkook ad uscire egli gli aveva risposto con un secco no, quindi Jungkook restò nella sua camera solo con i suoi pensieri. Certo doveva ammettere che la compagnia di Jimin non era stata tanto malvagia alla fine, e parlando con il corvino aveva capito perché il grigio avesse quel ragazzo tanto a cuore, con quel caratterino che si ritrovava era impossibile non affezionarsi a lui, anche perché nonostante non si conoscessero aveva raccontato a Jungkook la sua storia dandogli fiducia e, così aveva fatto Jungkook entrambi quel pomeriggio hanno fatto un passo avanti l'uno verso l'altro.
N.D.A: Salve bellezze come state? spero bene 💜💜
Allora chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto un calo di ispirazione infatti questo capitolo mi ha dato non pochi problemi, ma alla fine eccolo qui u.u
Bene questo capitolo come avete potuto notare per certi versi è triste poiché Jimin trova il coraggio di aprirsi con Jungkook e riguardo questa cosa sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi, per quanto riguarda Jungkook Jimin ha dei sospetti su di lui ma è ben lontano dalla verità e per ora i due hanno stipulato una tacita tregua xD se avete qualche dubbio potete farmi domande, quindi non siate timide 😉
Detto ciò volevo informarvi che ho pensato di dilettarmi in una Sope e ho già ben chiara la trama ed il titolo, vi piace l'idea? se e si fatemelo sapere nei commenti e appena avrò dei capitoli pronti la pubblicherò 😉
Come sempre vi ringrazio per il vostro prezioso sostegno ci vediamo al prossimo capitolo, a presto I love You girls 💜💜💜
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Amygdala » Jikook.
FanfictionDal Prologo: Jungkook a soli 13 anni non poteva di certo capire cosa fosse in realtà l'amore, tuttavia nonostante la sua giovane età non si era mai dato etichette e come i suoi genitori dicevano sempre l'amore era l'amore. Jungkook era d'accordo con...