CAPITOLO XXXII

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Quella mattina Jungkook la passò a cercare di comporre qualcosa che lo soddisfacesse per l'esame finale al quale avrebbe presenziato anche Jimin ma in veste di ballerino e cantante, onestamente il castano era curioso di vedere la coreografia che il maggiore aveva ideato ma il diretto interessato aveva rifiutato dicendogli che sarebbe stata una sorpresa. Jungkook buttò l'ennesimo foglio nel cestino era da ore rinchiuso in quell'aula da solo cercando di comporre una canzone decente che potesse presentare al suo professore di canto, ma dopo vari minuti semplicemente si arrese buttando la penna sul banco sbuffando, dopo quella mattina che passò con Jimin i due non si vedevano più così tanto spesso a causa delle prove di danza del maggiore, ed i suoi attuali impegni. E questa situazione poco piaceva a Jungkook il quale iniziava a percepire la mancanza dell'altro, in quella settimana il castano aveva avuto modo di sperimentare molte cose a lui nuove anche se inizialmente la paura aveva nuovamente bussato alla sua porta tormentandolo, e facendolo sentire impotente ma Jimin sapeva sempre come anestetizzare il tutto fermandolo e rassicurandolo, in modo da farlo sentire meno sbagliato. E con l'avanzare dei giorni Jungkook aveva acquistato più sicurezza riuscendo a toccare quello che a lui parve un terreno nuovo tutto da esplorare, lasciando fare la medesima cosa al maggiore senza provare repulsione sotto i tocchi gentili che Jimin gli riservava ogni qualvolta avevano quei rari momenti di intimità.

Il castano si alzò da quel banco raccattando le sue cose per poi avviarsi verso l'uscita di quell'aula divenuta troppo silenziosa per lui chiudendosi poi la porta alle spalle, Jungkook si diresse nell'ala riservata agli studenti di danza sperando di trovarvi il suo ragazzo sicuramente impegnato nei suoi allenamenti, e quando fu di fronte alla porta bussò riconoscendo la voce di Jimin proferire un – avanti- che per farsi sentire aveva sovrastato la musica che produceva lo stereo dell'aula, il castano aprì la porta entrando all'interno dell'aula per poi chiudersi la porta alle spalle, e come sempre trovò Jimin intento ad asciugarsi il sudore che imperlava la sua pelle. E il minore non poté resistere all'impulso di avvicinarsi all'altro abbracciandolo da dietro.- A cosa devo tutto questo affetto?- Chiese Jimin ridacchiando per quell'improvviso gesto.- Mi sei mancato.- Disse Jungkook facendo sorridere intenerito l'altro.- Anche tu mi sei mancato.- Disse Jimin voltandosi verso Jungkook.- Allora perché non sei mai venuto da me?- Jimin abbassò lo sguardo mortificato nonostante la colpa non fosse sua.- Il professore di danza mi sta mettendo sotto pressione per l'esame di fine anno, alla quale presenzieranno numerosi coreografi famosi e visto che io ed Hobi siamo i suoi alunni migliori nutre molte aspettative su di noi.- Disse Jimin facendo una breve pausa per poi continuare a parlare.- e poi questa sarebbe un ottima occasione per realizzare il sogno mio e di Hobi ovvero quello di diventare abbastanza conosciuti da poter aprire una scuola di danza.- Jungkook poteva vedere con quanta adorazione Jimin parlasse del suo sogno con la speranza che esso potesse un giorno avverarsi.- Anche io Ho un sogno.- Disse Jungkook sorridendo all'altro.- Davvero? E qual è?- Chiese Jimin con evidente curiosità.- Essere il tuo mantenuto evitando di lavorare.- Jimin rimase sorpreso da quelle parole che nascondevano in esse un significato ben preciso, Jungkook gli aveva appena confessato che voleva condividere la vita con lui e quella era una cosa che risiedeva solo nei più nascosti sogni del maggiore.


Jungkook poté notare il sorrisetto felice che le labbra di Jimin avevano assunto quando proferì quelle poche parole ed era così bello per lui vederlo sorridere, il grigio si staccò leggermente dalle braccia del minore avvicinandosi poi al viso di Jungkook prima di dargli un bacio a stampo godendo del loro dolce sapore.- Jungkook mi porti in spalla? sono stanchissimo.- Chiese Jimin con un adorabile broncio sulle labbra.- Prima o poi mi dirai come mai non riesco a dirti no vero?- Rispose Jungkook ponendo un altro quesito all'altro scatenando in lui una risata.- Non riesci a farlo perché nessuno mi resiste.- Disse Jimin simulando un espressione carina e Jungkook dal canto suo rassegnato dovette dargli ragione mentre si voltava per consentire all'altro di aggrapparsi alle sue spalle con un salto, per poi allacciare le gambe alla sua vita e Jungkook dovette posare le mani sulle gambe di Jimin per sostenerlo.- Jimin sei sicuro di star mangiando? Sei leggerissimo.- Disse Jungkook voltando il capo di lato per attirare l'attenzione dell'altro.- In questo periodo mi è difficile anche mangiare adeguatamente.- Disse svogliato Jimin mentre si accoccolava con il viso tra il collo e la spalla del minore che si apprestava ad uscire da quell'aula di danza.- Park Jimin.- Disse Jungkook con un tono di rimprovero.- Non rimproverarmi non è colpa mia ti ho detto.- Disse sbuffando Jimin sembrando agli occhi dell'altro un bambino capriccioso.- Si, si è colpa del professore ma questa non è una scusa quindi adesso andremo a mangiare e non ti alzerai finché non hai mangiato tutto.- Disse Jungkook non ammettendo repliche da parte dell'altro.- va bene Kookie.- Jungkook si fermò di colpo guardando l'altro.- Non chiamarmi così.- Disse il castano continuando semplicemente la sua camminata verso la mensa.- Ma perché Tae può ed io no?- Disse Jimin rischiando di far divenire sordo Jungkook per il tono troppo alto che aveva assunto la sua voce, e Jungkook semplicemente non rispose continuando a camminare.

Amygdala » Jikook.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora