CAPITOLO XXXIII

2.4K 161 53
                                    


Jungkook quel sabato mattina fu il primo a svegliarsi dopo aver passato la notte con Jimin, oramai era divenuta una specie di abitudine dormire insieme quando Hoseok non c'era, il castano si voltò dalla parte opposta scoprendo che Jimin era ancora nel mondo dei sogni, e Jungkook si perse ad ammirare i lineamenti dolci e delicati del suo ragazzo, il quale aveva i capelli leggermente scompigliati con alcune ciocche che gli ricadevano morbide sulla fronte coprendo le sopracciglia perfettamente delineate in un espressione rilassata, e le labbra leggermente socchiuse. Jungkook accarezzò la guancia di Jimin godendo della pelle morbida e liscia dell'altro senza alcuna imperfezione a deturparla, il castano si avvicinò al viso del maggiore iniziando a depositare piccoli baci sulla guancia, sul naso e infine sulle sue rosee e carnose labbra, mentre l'altro rilasciò un mugolio segno che stava per svegliarsi dal suo sonno.- Hey dormiglione sveglia.- Disse Jungkook con un tono dolce.- Dormi Kookie.- Rispose di rimando Jimin ancora mezzo addormentato, e quando si rese conto di aver usato quel nomignolo che Jungkook gli aveva vietato di usare aprì gli occhi di scatto portandosi una mano alle labbra.- Scusami non l'ho fatto apposta io...- Disse Jimin timoroso.- Hey non hai ucciso nessuno.- Disse Jungkook rassicurando l'altro e in quel frangente si sentì in colpa perché il problema non era di certo quello stupido nomignolo, il problema era quel nomignolo pronunciato da Jimin che gli causava emozioni poco consone, e Jungkook se ne vergognava. Il maggiore dei due si accoccolò sul petto di Jungkook il quale sorrise intenerito e non potè fare a meno di pensare a quanto Jimin potesse cambiare atteggiamento nel giro di pochi secondi, riusciva a sembrare adorabile e quasi indifeso mentre l'attimo dopo carismatico e sfacciato, tanto che a volte si chiedeva quale fosse il vero Park Jimin.

Il castano sospirò e abbassò lo sguardo su Jimin che a quanto pare non aveva alcuna voglia di alzarsi dal letto, tuttavia però per quanto Jungkook volesse restare con lui non aveva alcuna intenzione di passare l'intera giornata rinchiuso in quella camera.- Jimin credo sia ora di alzarsi.- Disse Jungkook sperando di convincere l'altro.- Ma è sabato voglio riposarmi.- Rispose l'altro lamentandosi.- Appunto potremmo uscire anziché restare chiusi qui dentro.- Jimin sbuffò.- E va bene hai vinto.- Disse alzandosi dal letto col chiaro intento di farsi una doccia, ma Jungkook lo tirò per il braccio facendolo di conseguenza cadere su di lui.- Dove credi di andare? Credo che tu abbia dimenticato qualcosa.- Disse il castano per poi appropriarsi delle labbra del grigio coinvolgendolo in bacio che di casto ben poco aveva. E quando si staccarono Jimin aveva le labbra gonfie a causa dei continui morsi che l'altro aveva inflitto alle sue labbra.- Ora puoi andare.- Disse Jungkook donandogli un piccolo bacio sulla guancia.- Oh grazie signorino Jeon.- Disse Jimin con un tono ironico mentre si alzava per avviarsi verso il bagno.- Non sono più il tuo Kookie?- Chiese Jungkook girandosi su un fianco.- Quanto sei melenso.- Rispose Jimin alzando gli occhi al cielo per poi aprire la porta del bagno e chiudersela alle spalle, mentre Jungkook si apprestava ad alzarsi divertito dalla reazione avuta da Jimin.

I due ragazzi dopo essersi preparati uscirono dall'accademia dirigendosi verso il centro di Seoul visitando negozi, e degustando cibo di strada o passeggiando per i parchi ed ovviamente Jimin volle andare sull'altalena costringendo il castano a spingerlo imbarazzato dalla situazione in sé, e dagli sguardi divertiti dei passanti. E dopo poco i due raggiunsero le sponde del fiume Han passeggiando mano nella mano in silenzio che tuttavia non era imbarazzante bensì piuttosto rilassante, Jungkook si fermò portando l'altro a sedersi a terra accanto a lui volendo riposarsi, dato che per tutta la mattinata non avevano fatto altro che camminare per la città, mentre Jimin era intento a lanciare ciottoli all'interno del fiume, e Jungkook fece lo stesso prendendo una pietra per poi lanciarla facendola rimbalzare sulla superficie piatta del fiume prima di essere inghiottita e portata a fondo. Il maggiore vedendo quell'azione fatta dal minore volle provare ma fallì miseramente, poiché la pietra andò a picco con un sonoro tonfo scatenando l'ilarità di Jungkook guadagnandosi anche un occhiataccia da parte di Jimin, il quale non perse tempo nell'esporre il suo disappunto.- Non ridere moccioso.- Jungkook rimase esterrefatto da quelle parole tuttavia però si riprese subito assottigliando gli occhi evidentemente infastidito.- Attento a come parli Jimin non esagerare.- E quelle parole alle orecchie di Jimin suonarono più come una minaccia che come un avvertimento, ed evidentemente Jungkook ancora aveva capito a pieno con chi aveva a che fare.- Altrimenti? Cosa hai intenzione di fare? Picchiarmi? O meglio ancora vuoi lasciarmi?- Jimin non si era offeso anzi era il contrario quello che stava mettendo in atto era un piano ben studiato, e presto Jungkook avrebbe abboccato. Jungkook si alzò di scatto mentre Jimin con espressione del tutto calma e rilassata lo guardava dall'alto.- Andiamocene.- Disse solo Jungkook per poi superare il maggiore il quale sorrise vittorioso, Jimin era consapevole di averlo provocato troppo ma dal tronde era proprio quello il suo reale obiettivo, e scioccamente il più giovane dei due era caduto nella sua trappola.

Amygdala » Jikook.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora