Dal Prologo: Jungkook a soli 13 anni non poteva di certo capire cosa fosse in realtà l'amore, tuttavia nonostante la sua giovane età non si era mai dato etichette e come i suoi genitori dicevano sempre l'amore era l'amore.
Jungkook era d'accordo con...
Jungkook era nel suo bagno mentre con quella lama che si rigirava tra le dita, cercava qualche motivazione valida per non compiere uno dei gesti più egoisti che potesse mai compiere, ma non ne trovava neanche uno, né Taehyung né la sua famiglia erano ragioni valide per restare in vita, poiché quelle ragioni non gli bastavano. La verità era che Jungkook non voleva più vivere non così, non in quel modo, era stanco di vivere nella paura e nell'inquietudine era stanco di guardarsi allo specchio e sentirsi sporco, era stanco di guardarsi allo specchio e vedersi dannatamente sbagliato, era stanco di non riuscire a mettere piede fuori casa senza esserne perennemente terrorizzato, ed era stanco di essere sempre compiatito e di ricevere sguardi pietosi da tutti, Jungkook non riusciva più a sopportare il rumore che producevano i suoi pensieri, era esausto privo di ogni forza la sua depressione era sempre più forte e, i suoi demoni si cibavano di lui giorno dopo giorno. Jungkook prese una manciata di pillole ingurgitandole e dopo aver fatto ciò iniziò a tracciare profonde linee sul suo braccio, dove del liquido scarlatto iniziò a fuoriuscire, la vista del ragazzo si fece sfocata e finalmente a suo dire, riuscì a chiudere gli occhi per ritrovare quella pace che da un paio di mesi a quella parte cercava disperatamente, Jungkook si abbandonò ad essa non volendo lasciarla per nessuna ragione al mondo, perché finalmente era libero.
Jungkook si svegliò di nuovo in piena notte, ma rispetto alle altre notti decise volutamente di non produrre alcun rumore che potesse disturbare il sonno di Taehyung, non voleva essere un continuo peso per lui già gli era bastato il fatto di essere stato una delusione per lui, così volse lo sguardo verso il soffitto sapendo già di non riuscire più a dormire, ripensò a quel sogno o per meglio dire ricordo che il suo inconscio aveva riprodotto con il fine di fargli ancora del male, come se quello che avesse ricevuto e subito non fosse abbastanza, a volte ancora ripensava al riprovevole abuso che era stato costretto a subire, una delle cose più sporche e malate che esistesse sulla faccia della terra, l'atto più spregevole che si potesse fare ad una persona la cui adolescenza è stata macchiata per sempre, come poteva allora Jungkook sopravvivere a quello? Se non passava giorno che non si facesse schifo, non aveva più nessuna autostima né in se stesso e neanche nel suo corpo, segnato da cicatrici invisibili che ancora sanguinavano ogni qualvolta i suoi demoni bussavano alla porta della sua mente, col fine di tormentarlo ancora. Era per quello che aveva compiuto un atto così egoista e sconsiderato, ma allora era solo ragazzino debole e fragile, mentre adesso era tutto diverso adesso aveva trovato le ragioni giuste per andare avanti, con il tempo aveva deciso di farsi forza e di curarsi, adesso era molto più stabile rispetto a prima Jungkook credeva anche che stando con Rachel riuscisse a superare la sua fobia, ma così non era stato e questo era davvero un duro colpo da incassare per l'orgoglio di Jungkook, il ragazzo aveva omesso alla ragazza il fatto che avesse subito una violenza quando era piccolo, poiché aveva paura che la ragazza come ritorsione nei suoi confronti lo avrebbe detto in giro e se ciò fosse accaduto per lui era la fine, il ragazzo era prevenuto con tutti perché non si fidava più di nessuno, eccezione fatta per Taehyung l'unico a cui affiderebbe anche la sua stessa vita, perché il ragazzo dai capelli grigi per lui non era solo il suo migliore amico, no era il suo migliore amico, la sua famiglia e il fratello che non aveva mai avuto.
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Quel giorno Jungkook aveva seguito le lezioni relativamente poco e, aveva anche ignorato Jimin e gli altri senza degnarli di uno sguardo o attenzione e ripensando al corvino, ripensò anche alla loro breve chiacchierata in quella spoglia sala di ballo di alcune settimane fa, ancora gli venivano i brividi quando ripensava alla domanda che Jimin gli aveva rivolto, ovvero: "se conosceva il dolore." Oh Jungkook lo conosceva benissimo poiché lo aveva vissuto sulla propria pelle, tuttavia Jimin gli aveva anche sbattuto in faccia la realtà nuda e cruda, con quello sguardo freddo che ancora faceva rabbrividire Jungkook e, fu per tale motivo che scappò via come un codardo era scappato perché Jimin aveva dannatamente ragione, Jungkook ce l'aveva con se stesso e con il mondo intero e, sfogava la sua rabbia facendo del male agli altri, ma soprattutto Jungkook era debole e fragile proprio come Jimin aveva detto, il corvino aveva ragione su tutto era quella la verità. Tuttavia però Jungkook aveva anche fatto bene attenzione a quello che Jimin aveva detto, ovvero: " che non potesse fargli più male di quanto già non ne gliene abbiano già fatto." E quello bastò al ragazzo per insospettirsi, che a Jimin sia stato fatto del male? Questa era la perenne domanda che aleggiava nella mente di Jungkook, se era così ora si spiegava il perché delle parole del maggiore, tuttavia i primi sensi di colpa iniziarono ad attanagliarlo poiché Jungkook aveva contribuito a fare del male a quel ragazzo, dopo averne già ricevuto dopotutto il ragazzo non era un cattivo ragazzo era quello che aveva subito a cambiarlo inevitabilmente, quella che il ragazzo portava era solo una spessa maschera per difendersi dagli attacchi esterni, ma in realtà Jungkook era una bravo ragazzo. In quel momento il ragazzo si trovava nella mensa dell'accademia insieme a Taehyung che si lamentava del cibo oltremodo scarso e, in quel momento dalla soglia fecero la loro entrata Min Yoongi assieme al suo ragazzo e a suo seguito entrò anche Jimin, Jungkook osservò ogni movimento che fece il corvino mentre si sedeva al tavolo con i suoi amici, che al suo contrario avevano un vassoio pieno di cibo mentre Jimin aveva solo una misera mela e Jungkook pensò subito che il corvino avesse qualche problema legato al cibo, ed altri sensi di colpa lo attanagliarono quando pensò al fatto di averlo insultato sul suo peso, Jungkook si alzò dalla sedia producendo un rumore stridulo col fine di abbandonare quella mensa, mentre Taehyung gli correva dietro confuso dalla reazione del suo amico, Jungkook non sopportava più quella vista e non sopportava quei sensi di colpa che lo stavano infastidendo, lui non poteva provare pentimento, lui non voleva provarlo per nessuno, Jungkook entrò nella sua camera chiudendosi la porta alle spalle maledicendo Jimin e i suoi sensi di colpa che provava verso di lui, così si sdraiò sul letto chiudendo gli occhi per poi spegnere la mente almeno fino al mattino precedente.
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N.D.A: Salve donzelle come state? spero bene ♥
Allora rieccomi con un nuovo capitolo di questa storia, capitolo un pò triste come il precedente sorry not sorry non c'è pace per voi xD but questo capitolo è stato brutto da scrivere anche per me, ma se nel precedente era Taehyung a raccontare adesso lo vediamo proprio dal diretto interessato, e come avete potuto notare Jungkook inizia a sentirsi in colpa per quello che ha fatto e fa ancora nei confronti di Jimin. u.u
But parlando di cose serie vorrei ringraziarvi davvero di cuore per l'amore che date a questa storia, grazie per le visualizzazioni, i voti e i commenti che mi ripagano di tutto l'impegno che metto in questa storia e, mi incitano a fare sempre di più ♥♥ detto ciò io mi dileguo spero che passiate una buona domenica, a presto I love u ♥♥
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( Vi lascio questa giusto per compensare alla tristezza del capitolo, ciaooo.)