Capitolo Tre

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Millie's Pov

Passa un altro giorno di questa strana coabitazione.
E sono ancora viva, quindi la mia iniziale supposizione sul conto di Finn era, a tutti gli effetti, sbagliata.
Dopo la discussione di ieri ci siamo evitati per il resto della giornata. In previsione di non avere molto in comune con l'affittuario, ho portato con me diversi libri.

Sono restata nella mia stanza a leggere per ore, quando sono scesa, la casa era immersa in un silenzio anomalo. Sul tavolo c'era uno strudel di haggis con crema al whisky e una nota da parte di Finn, che mi informava di avere già mangiato.

Questa volta ho scaldato la mia cena senza incidenti, stupita da come mi trovassi, mio malgrado, a mio agio in questa situazione. A parte l'arroganza, per essere una celebrità, Finn ha abitudini piuttosto normali. Quando mi sono svegliata questa mattina, la sua camera era vuota. Di lui non c'è traccia ma nel lavandino c'è una tazza. Mi preparo pane tostato e uova strapazzate, mangio a disagio in quel silenzio prolungato.

La casa senza di lui è improvvisamente vuota. Libera di vagare, la mia mente torna a Jacob e al modo incurante in cui ho saputo del suo tradimento, a come bruci di meno grazie a Finn.

Come sia entrato di prepotenza nella mia vita e come non riesca a smettere di pensare a lui. A come potremmo usare quei letti prima di tornare alle nostre vite... Dannazione! Che faccia questo effetto a tutte? Probabile.
Voglio davvero diventare un'altra tacca sul suo letto? C'è una parte di me che vorrebbe scoprirlo e un'altra che si vergogna al solo pensiero.

Probabilmente è la donna ferita in me che ha bisogno di conferme, di sentirsi ancora desiderata, non che lui mi abbia mai dato l'idea di essere interessato a me in quel senso. Credo piuttosto che Finn sia il tipo che non riesce a parlare a una ragazza senza provarci.
Accantono la confusione ed esco.

Oggi il sole fatica a trovare spazio tra le nuvole. L'estate si è appena affacciata ed è subito svanita. Invece di prendere il sentiero che porta alla spiaggia, inizio la lenta scalata e risalgo la collina. La pendenza è dolce ma costante fino alla base dei Cuillin, quando mi fermo per riprendere fiato dietro di me si spiega un panorama ineguagliabile.
La spiaggia si allunga tra le alte scogliere di basalto e i campi verdi circostanti. I pescherecci sono attraccati in porto, nella baia avvisto due imbarcazioni a vela che fanno rotta verso Lewis. Chissà se nel loro viaggio incontreranno qualche delfino.

Le nuvole colorano quel fazzoletto di mare in una distesa di piombo, rotta soltanto dalle onde sempre più alte. Il vento forte mi sferza i capelli contro il viso, l'aria fredda mi causa la pelle d'oca sulle braccia, invitandomi a tornare verso il cottage.
Torno a controllare il greto del fiume nella speranza di trovare qualche fossile. Non so perché mi sento in dovere di farlo.
Un'ora più tardi ho trovato un paio di sassi levigati dai colori variopinti, ma nessuno che abbia un qualche valore. Risalgo il fiume, costeggio le polle d'acqua turchina, bagnando i piedi nel torrente che scende dalla montagna. Anche se l'acqua è gelida, è piacevole camminarci. È come tornare indietro nel tempo, a quando ero bambina e tutto era più semplice.

C'è qualcosa di misterioso nel potere calmante dell'acqua, come il suo scorrere regolare riesce a mettere ordine nei miei pensieri regalandomi un approccio più positivo.

Mi sono allontanata parecchio dal cottage, addentrandomi lungo il sentiero. Mentre cammino, noto una sagoma risalire lentamente la parete scura di Lealt Falls, la cascata più alta della zona, un salto di dieci metri almeno, prima di rovesciarsi in una piscina d'acqua turchese. L'uomo tasta la roccia, cerca un appiglio, e poi fa forza sollevandosi. L'acqua che lo lambisce e lo sforzo gli rendono lucida la pelle, ogni movimento mette in azione muscoli di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza.
Resto affascinata a osservarlo in quello che è un esercizio di equilibrio, controllo e forza. Il ragazzo non demorde nemmeno quando, per un attimo, perde l'appoggio a causa della roccia resa viscida dall'acqua. Il suo non è solo un gesto atletico è una prova di determinazione.

YOLO ~ FillieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora