Capitolo Ventinove

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Finn

Passiamo gran parte del giorno di Natale a letto, che è quanto di più lontano potessi immaginare fino a qualche settimana fa. Questo è di gran lunga il Natale migliore della mia vita.

La casa è calda e noi restiamo pigri sotto le coperte mentre le ultime braci del caminetto vanno a morire. Questa pace è un toccasana dopo la pressione mediatica dell’ultimo periodo.
Quando sono con lei non esiste nient’altro. Con Mills addormentata contro il mio petto, quasi posso sentire i suoi sogni legarsi ai miei come nelle pagine di una favola.
Mi concentro sulla sensazione della sua guancia sulla mia pelle, sui suoi capelli morbidi che mi solleticano e il suo respiro leggero che mi scalda il cuore. Devo continuare a ripetermelo, ancora e ancora. Ci sono nuovi inizi e finali differenti. Non posso cambiare il mio passato ma posso cambiare il mio destino.

Lo voglio fare, per lei e per me.
Lo ammetto. Ero spaventato di amarla. Perché Mills è un mistero incredibile, porta dentro di sé un milione di cose che devo ancora comprendere ed ero spaventato di fallire come gli altri.

Nascondo il naso tra i suoi capelli, la stringo e vorrei restare così per sempre, presto il mio respiro si abbina a quello di lei e mi addormento. In qualche modo, Mills si è districata dal mio abbraccio ed è scomparsa al mio risveglio. Allungo le braccia e affondo la faccia nel cuscino, ancora sento il suo sapore sulla mia bocca e il suo profumo sulla mia pelle. Se mai potessi esprimere un desiderio questo sarebbe il mio: svegliarmi ogni giorno della mia vita in questo modo, con lei al mio fianco.
Mi infilo un paio di pantaloni e vado a cercare Mills. Lei è raggomitolata su una poltrona con un libro e un bicchiere di latte. Dovevo immaginarlo, se mai Rory mi tradirà sarà per uno dei suoi book boyfriend.

«Perché ti sei alzata?», chiedo, sedendomi sul bracciolo. Lei si appoggia a me e mi posa un bacio sul braccio.
«Per una volta, stavi dormendo così bene che era un peccato svegliarti».
«Grazie». Mi avvicino per un bacio e lei si ritira. «Che c’è?»
«È il momento dei regali».
«Non festeggeremo il Natale...».
«Se la metti così, non sei autorizzato a comprarmi più niente», mi tiene testa.
«Non sfidarmi».
«Non ci vorrà più di un momento». Mills posa il libro e scompare in camera, prima che possa aggiungere altro. Mi siedo e mi complimento con me stesso per come le stanno bene quei leggings, pensando a cosa faremo dopo. Mills riappare con un pacchetto colorato. Sapevo che aveva comprato qualcosa perché ho visto il regalo nel suo zaino, quando ho scambiato i suoi vestiti.
«Non aspettarti niente di costoso». Strappo la carta e trovo una scatola in legno, piuttosto pesante, con il fondo in velluto e dei separatori modulabili. Le sorrido.
«Una scatola?»
«Puoi metterci tutte le rocce che trovi, o usarla come la tua scatola del tempo, per non dimenticare mai chi è Finn Wolfhard».
«È il miglior regalo degli ultimi dieci anni». Mills scuote la testa divertita.
«Devi avere ricevuto dei regali piuttosto brutti, allora». Le accarezzo le labbra con le mie.
«Solo tu potevi regalarmi quello di cui avevo davvero bisogno. Grazie».
«Tienila al sicuro», dice e mi bacia di slancio.
«Possiamo tornare a letto adesso?» Chiedo, posando il mio regalo.
«Non se ne parla! Resteremo qui solo altri due giorni e sono anni che non vedo quest’isola».
«Bene, ma per il giro a cavallo sulla spiaggia dovrai aspettare domani. Non sono riuscito a convincere il tizio». E dire che ci ho provato, non capirò mai l’attaccamento per questa stupida festa.
«Non dirmi che qualcuno ha osato dirti di no».
«Molto spiritosa, davvero. Finché sarai con me, il mio ego resterà ampiamente sotto controllo», le do un buffetto sulla punta del naso. «A meno che tu non voglia fare un bis in barca, possiamo andare a fare una passeggiata». Lei sbianca per un istante, poi si alza decisa e si avvia in camera.
«Il lungomare a quest’ora deve essere bellissimo».

La spiaggia si estende lungo il golfo per un paio di miglia. È una bellissima giornata soleggiata, con solo alcune soffici nuvole bianche sparse in cielo. La marea non si è ritirata del tutto, facendo emergere le straordinarie tonalità acquamarina e turchese della baia. Questo è un piccolo pezzo di paradiso, dove ti puoi dimenticare dell’esistenza del resto del mondo. Nonostante l’arrivo in barca non sia stato tra i più fortunati, la meraviglia che leggo negli occhi di Mills nel guardarsi intorno mi ripaga di tutto.
Camminiamo per circa un’ora e poi torniamo al cottage. Lei sta per rientrare quando mi fermo sulla terrazza e tolgo il telo che copre la jacuzzi. Levo le scarpe e mi spoglio, restando con i soli boxer.
«Vieni a fare un bagno?» Lei mi guarda come se fossi pazzo. «Fidati di me, non è affatto fredda».
«So che me ne pentirò», dice. Si lamenta, ma si spoglia restando con la sola biancheria e prende la mia mano. Mills entra nell'acqua bassa, esita e io la sorreggo, avvolgendole un braccio intorno alla vita. La sensazione elettrica della sua pelle contro la mia mi distrae, ci immergiamo, con i getti d’acqua calda che ci massaggiano.

YOLO ~ FillieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora