Capitolo Undici

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Millie's Pov

Passo il pomeriggio al pub, mi trattengo a leggere sulla vecchia poltrona vicino al camino ben oltre la partenza di Maddie e Kailand.

Riprendo un libro che mi è caro, perché so bene come la vita possa cambiare, prendere una piega imprevista, nel giro di “Un giorno”.
Attraverso le parole di Nicholls mi perdo per le vie di Edimburgo e mi ritrovo nell’intricato corso della storia d’amicizia e d’amore tra Emma e Dexter, nei loro cuori spezzati, nel coraggio e le speranze di chi desidera una persona che non può avere.
Le capisco, come non sono disposta ad ammettere.
Non voglio tornare a casa, mi spaventa quel che potrei trovare, ma quando cala la sera arriva il momento di affrontare le mie paure che in questo momento hanno le fattezze di una schiera di fan in cerca del mio sangue.

Pedalo lungo la via, con il cuore che mi martella nelle orecchie. Man mano che mi avvicino mi trovo a trattenere il fiato.
I lampioni illuminano il portone del palazzo e grazie al cielo non c’è nessuno ad aspettarmi. Salgo in fretta e chiudo a doppia mandata, soltanto nel buio in cui è calato l’appartamento mi concedo di tirare un sospiro di sollievo.

Il mio telefono vibra, strappandomi da un sogno orribile dove un giornalista faceva irruzione in casa, cercando la biancheria di Finn come prova della nostra liason.
Non mi credevo tanto impressionabile, nessuno però mi aveva mai dato la caccia. Ancora mezza addormentata, allungo il braccio e rispondo al telefono.
«Dove sei?», mi interroga Maddie, con insolita apprensione.
«Devo essermi addormentata», biascico disorientata. Guardo l’orologio: sono appena le undici e mezzo, quel che si dice un venerdì da leoni. «Ti manco già?»
«Sarei più tranquilla a saperti qui con noi». Dovrebbe godersi questo fine settimana, non preoccuparsi per me.
«Kailand può sentirmi?»
«Prima si era avvicinato al palco dove si esibiscono nella danza della spada, ma ora è andato a recuperare l’auto», dice, la sua voce è sovrastata dal suono di una cornamusa accompagnata da un violino.

A differenza sua non ho mai subito il fascino di un energumeno che lancia tronchi, gli uomini in kilt sono però tutta un’altra storia.
«Hai incrociato qualche bel tipo in kilt? Hai documentato tutto, vero?»
«Qualcuno», lei resta sul vago, stuzzicando la mia curiosità. «Ma non è per questo che ho chiamato. Mills, lui ha alzato la posta». Non sono ancora abbastanza sveglia per stare al passo con la mia amica.
«Di che stai parlando?»
«Questa sera Finn era ospite di Graham Norton*».
Cazzo.
«Dimmi che non ha parlato di me».
«Non esattamente ma non è stato nemmeno discreto», commenta, e mi sento mancare.
Metto la chiamata in vivavoce e accendo il computer.
I giornali on line riportano i passaggi salienti della sua intervista.
Hanno parlato di YOLO, certo, ma non sono mancate le domande sulla sua vita personale e la risposta di Finn ha regalato ai giornali scandalistici un titolo di quelli che fanno scalpore.

-Il marrone è un suono ottuso, poco dinamico, duro, eppure anche questo colore può produrre una bellezza interiore, sorvegliata, controllata-

«Non può averlo fatto, non può», commento incredula. «Perché mi sta facendo questo?»
«Perché è innamorato di te».
«Perché è un maledetto bambino viziato!». Tutti pensano che le donne siano il sesso debole, ma non ho mai visto nulla ferirsi così facilmente come l’ego di un uomo.

Finn è abituato a ottenere quello che vuole, dato che non ho accettato la sua proposta, il bastardo mi ha incastrato.
«Se mi amasse, non mi farebbe questo». Maddie non risponde. L’articolo è stato postato da meno di un’ora e già conta una lista chilometrica di commenti: qualche fan gli giura amore eterno, altre osannano il suo romanticismo, ad alcune non è sfuggito il doppio senso e se la prendono con me.
Nessuna si capacita di cosa Finn trovi in me, le più mi augurano cose irripetibili accusandomi di non essere alla sua altezza, molte si lamentano che lo stia rovinando e sono pronte a venirmi a parlare.

YOLO ~ FillieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora