Epilogo

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Sarà un capitolo moolto lungo,
Buona lettura.

M

illie

Bevo la terza tazza di caffè in meno di un’ora, mentre faccio zapping tra i canali, prima di andare in ospedale.
«Sei già in piedi? Non sei stanca?» Finn mi saluta, dalla porta della camera da letto. Agito la tazza in risposta e lo osservo. Non mi stancherò mai di lui, di come gli stanno quei jeans a vita bassa, dei pettorali ben definiti e quella linea di peli che scompare proprio sotto... Sbatto le palpebre.
«Non hai freddo?» Gli lancio una maglietta scartata sul divano la scorsa notte, o era già stamattina?
«Vai già in ospedale?»
«Non voglio mancare l'orario di visita», dico, controllando l’orologio.

Finn infila la maglietta e si passa una mano tra i capelli, arruffandoli. Come fa a essere sempre così sexy anche quando è stanco?
«Vuoi che venga con te?» Scuoto la testa.
«Se vuoi, però, posso avvisare i fotografi che passerai più tardi. Sarebbe un bel gesto da parte tua».
«Sono ancora là fuori?» Una settimana di appostamenti sta facendo desistere anche i più persistenti.
«Solo i più forti resteranno… li prenderemo per stanchezza».
«Non sono gli unici».
«Puoi tornare alla tua tenuta».
«Non finché non verrai con me». Abbiamo questa conversazione almeno una volta al giorno e la mia risposta è sempre la stessa.

Voglio lasciare questo appartamento e prendermi una pausa con Finn per pianificare la nostra vita insieme, ma non è ancora il momento giusto. «Quando Colin starà meglio, allora andremo dove vuoi. Mi sento così magnanima che ti lascerò perfino pagare».
«Dove voglio?»
«Lascio a te la scelta».
So che è un grosso azzardo, ma cosa non lo è? «Non esagerare però».
«Eccola, subito a tarparmi le ali»
Si appoggia allo stipite della porta e incrocia le braccia sul petto, lo vedo che scherza e l’ansia svanisce così come è arrivata. «Sono anni che progetto questo viaggio». Bizzarra, è così che devo apparire ai suoi occhi.

La maggior parte delle persone venderebbe l’anima per partire per una lunga vacanza con una star della televisione, io invece ho sempre vissuto con i piedi ben piantati a terra. L'attuale località di villeggiatura di Finn è il mio microscopico, ma accogliente, appartamento di St Andrews; gli concedo anche il lusso della televisione via cavo mentre faccio visita a mio nipote.
Mi avvicino e gli poso un bacio leggero sulle labbra. Lui non reagisce, preso alla sprovvista.
«Vado a trovare Colin. Se pulisci l’appartamento mentre sono via», dico, con un mezzo sogghigno «potrei anche rivedere la mia posizione, e concederti di venirmi a prendere in ospedale».
«Fila, ragazzina insolente!» Mi assesta una pacca sul sedere mentre mi giro ed esco dall'appartamento, sorridendo alla normalità del mio mondo che non sarà mai più veramente normale.

***
Prima che Colin fosse investito da un pirata della strada, non ero mai andata in ospedale se non in occasione della sua nascita o per qualche incidente domestico. Visite brevi che non lasciavano il segno. Sentirsi parte della famiglia, in una terapia intensiva, è un’esperienza che avrei preferito evitare. Colin si è svegliato brevemente mentre ero all’estero. I medici preferiscono mantenerlo ancora sedato, per fare sì che il gonfiore al cervello diminuisca, purtroppo questo non ha ancora permesso di valutare se ci sono danni permanenti.
L’ansia latente guasta il sollievo di ogni piccolo miglioramento. Mio nipote ha visitatori pressoché tutti i giorni, gli amici della sua squadra di rugby o i compagni di scuola, un pomeriggio si è affacciata anche una ragazza, che è scappata alla velocità della luce appena le abbiamo detto dei miglioramenti.

Il mio Colin è cresciuto e sembra essere più popolare di quanto Clover fosse consapevole. Ho promesso a Finn che non sarei rimasta tutto il giorno e lui si è offerto di passarmi a prendere nel pomeriggio, probabilmente convinto che non avrei lasciato l’ospedale. Dopo che Clover è svenuta per la troppa stanchezza, non me la sento di tirarmi indietro e contare i minuti. In questa processione di amici e parenti rispuntano anche facce inaspettate, un volto che speravo ormai relegato a un passato che vorrei dimenticare.
Jacob.

YOLO ~ FillieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora