Prologo

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Si sveglió, infastidita dagli innaturali capelli bianchi che le solleticavano il viso.

La piccola gatta nera non perse tempo per darle il buon giorno accucciandosi al suo fianco, meritandosi cosí delle carezze sul muso scuro. Fissó la sua gatta Janette e notó quanto i suoi occhi assomigliassero ai propri: cosí chiari da sembrare trasparenti, freddi ma intensi. Si alzó svogliatamente e si accostó alla finestra. Passó qualche istante prima che si riprese totalmente dal sonno, se poteva essere definito tale, poiché tormentato dai demoni del passato, dai problemi del presente e dalle preoccupazioni del futuro.

La ventunenne decise di prepararsi per fare colazione, per poi raggiungere il lavoro in tempo. 

Dopo essersi lavata prese una lunga e larga canotta bianca e un paio di skinny jeans neri abbastanza strappati, mise gli anfibi neri che tanto amava e scese per preparare la colazione per lei e per il fratello. Una volta pronto chiamò il moro che scese di fretta in cucina. Ad accoglierlo c'erano la sorella ed una ricca colazione "Giorno Harley" disse lui "Giorno Kellin" e gli schioccò un leggero bacio sulla guancia. Dopo aver finito salì nella manasarda, nonchè la sua cameretta, e finì di prepararsi. Fece una spessa linea nera "stile anni 50" con l'eyeliner e mise un rossetto bordeaux, nonchè il suo colore preferio insieme al nero, che faceva un forte contrasto con la pelle chiara. Si diresse poi al piano inferiore, prese il grande cardigan nero e prima di uscire ricordó al fratello di dare da mangiare alla gatta, poi lo salutó ed uscí.

Arrivó al lavoro dopo 20 minuti di cui 5 li usó per trovare un parcheggio.

Una volta entrata nel suo studio inizió a fare disegni e schizzi per eventuali clienti.

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