Chapter 2

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La settimana passó velocemente tra il lavoro e la solita routine.

Il giorno prima della festa, dopo il lavoro, decisi di andare a cercare qualcosa da mettere. Vagando per vari negozi riuscii a trovare un vestito nero dal corsetto a cuore e la gonna ampia che arrivava qualche centimetro sopra al ginocchio.

Non apprezzavo i tacchi e decisi quindi di mettere un paio di anfibi bordeaux abbinati alla fascia che c'era sulla vita del vestito.

Tornata a casa, provai il tutto per vedere se stavano bene come avevo immaginato. L'abbinamento mi piaceva, e a quanto pare piaceva anche a mio fratello, poiché entró e mi disse "Sei uno schianto" facendomi girare su me stessa "stai attenta che ti violentano" scherzó lui, e io gli diedi un leggero schiaffo sulla spalla, cacciandolo fuori dalla mia camera.

Dopo aver mangiato andai a letto, quella sera ero particolarmente stanca.

Durante la notte ebbi il solito incubo: ero sola in un lungo corridoio poco illuminato le luci che erano dietro di me iniziarono a spegnersi una ad una, cominciai quindi a correre per non resrare al buio (cosa di cui avevo il terrore); sentivo una voce femminile e adulta "Harley tesoro vieni da me!" "Dove sei?" "ma come non mi vedi?" vidi poi una figura in fondo al corridio, ormai buio, se non per la luce al di sopra di essa. Sembrava lei, mia madre, ma avvicinandomi mi accorsi che era un uomo. L'uomo che aveva rovinato la vita mia e di mio fratello, portandoci via la madre che tanto amavamo "Cosa vuoi da me?" gridai "La tua morte" replicó.

Mi svegliai di soprassalto che era giá mattina. La piccola Janette mi guardava come stranita e allora l'accarezzai.

Scesi in cucina e Kellin era giá seduto a tavola con la colazione pronta. L'aveva preparara anche per me, ma non avevo fame. "Solito incubo, vero?" chiese lui, notando che non facevo altro che tagliare i pancakes e rigirarli nello sciroppo d'acero senza mangiarli. "Giá" risposi lasciando che una lacrima rigasse la mia guancia sinistra.

Non mi resi nenache conto che il ragazzo si fosse alzato, quando sentii due braccia stringermi le spalle. "So quanto é ancora difficile per te superare la cosa, nonostante sia passato un anno, ma tesoro, devi farlo per lei, ma soprattutto per te stessa. Non vorrebbe vederti cosí. Per favore Harley, ora mangia o non avrai abbastanza energie per superare la giornata, soprattutto per affrontare la festa di stasera" disse sorridendo e guardandomi negli occhi. Mi scese un'altra lacrima, ma non permisi che ne uscissero altre. Lo abbracciai, ricambiando poi il sorriso e cercai di mangiare qualcosa. Finita la colazione decisi di rilassarmi tra musica e disegno.

Il pomeriggio lo passai a sistemare la casa insieme a Kellin.

Verso le 19.00 decidemmo di prepararci. Fortunatamente avevamo due bagni, altrimenti con i miei tempi e i suoi ci avremmo messo un'eternità.

Dopo aver fatto una doccia calda ed essermi lavata i denti, misi il mio nuovo vestito.

Lasciava intravedere il lupo tatuato sulla mia coscia destra. Adoravo i lupi e quello non era il mio unico tatuaggio. Avevo due rami spinati con delle rose rosse sulle clavicole, quel tatuaggio rappresentava che anche le cose che sembrano perfette (la rosa) hanno dei difetti (le spine). Inoltre avevo tatuato sotto il seno sinistro "I'm not like them, but I can pretend" frase di Dumb dei Nirvana. Un'altro tatuaggio era un'ancora sulla spalla destra ed una nave su quella sinistra e al centro vi era scritto "We all carry these things inside that no one else can see. They old us down like anchors. They drown us out at sea." Frase di Chelsea Smile dei Bring Me The Horizon: Oliver era esaltatissimo quando lo vide. L'ultimo Tatuaggio era una frase dei Black Veil Brides, gruppo che adoravo, ma che, nonostante mio fratello li conoscesse bene, non avevo mai incontrato. La frase sul braccio recitava "I love you more than I can ever scream" era semplice ma profonda e sotto aggiunsi il nome di mia madre "Amelia".

Dopo aver fatto un pesante smokey eyes nero sugli occhi e aver dipinto le labbra con il solito rossetto bordeaux, misi gli anfibi e, soddisfatta del risultato, scesi ad aspettare mio fratello.

Alle 20:30 precise eravamo fuori di casa e ci stavamo dirigendo al locale dove si sarebbe svolta la festa.

Sentivo che quella sera sarebbe successo qualcosa, ma il mio dubbio era "sará qualcosa di buono, o assolutamente negativo?"

HarleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora