Chapter 16

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"BASTA!" Gridai cercando di scacciare le voci nella mia testa che mi stavano rendendo matta.

"Tutti ti odiano" "perderai ogni cosa a cui tieni, se continui a fare cosí schifo" "sei patetica" "pretendi troppo e poi ti ritrovi senza nulla, non pensi di far solo ridere?" "sei debole, più impotente di un verme" "fai pena, sei una povera pazza!"

Tiravo i miei capelli, in preda ad un attacco di panico. Intorno a me non c'era nessuno, tutti gli spettatori se n'erano andati e in quel momento ero sola davanti ai miei demoni, accasciata a terra indifesa. Sapevo che prima o poi mi avrebbero uccisa, se non fossi riuscita a demolirli al piú presto.

Urlavo, piangevo, faticavo a respirare, ma nonostante ció la mia voce usciva forte e graffiata, in un urlo causato dalle mie stesse paure. Tutto scomparve. Era come se fossi persa nel buio della mia mente, che in quel mento era piú oscura e contorta che mai; finchè non sentii due mani fredde poggiarsi sul mio viso. "Harley, cazzo! Harley guardami!" Spalancaii gli occhi, che si fissarono nei suoi. Quegli occhi indescrivibili che tanto amavo. "Aiutami" dissi riniziando a piangere istericamente e riportando le mani sul mio collo che iniziai a graffiare. "No, no! Harley fermati! Guardami, non piangere." Disse alzandomi il volto. "Non devi lasciarti possedere dalle tue paure. Io ti proteggo, ma tu devi aiutarmi ad aiutarti. Ora ascoltami. Non sei sola, ci sono qui io ad aiutarti, scacceró le tue paure. Resteró al tuo fianco. Fai respiri lunghi e calmi. Rilassati sono qui. Sono qui" grazie a quelle parole e a quel "sono qui" ripetuto piú volte, riuscii a calmarmi un po'. Mi sedetti con le gambe strette al petto e la schiena poggiata alle grate che dividevano precedentemente il pubblico dal palco. La mia testa era poggiata tra le gambe. Andy mi accarezzó tra i capelli. "Va meglio?" Mi chiese. Io, con ancora il mascara colato e gli occhi arrossati, annuii. "Mi fa cosí male vederti in questo stato Harley.." disse lui "mi.. mi dispiace, vorrei essere meglio di quello che sono. Vorrei avere meno problemi. Vorrei aver avuto un passato accettabile ed un'infanzia felice, che peró mi è stata rubata da quel mostro che era mio padre. Vorrei davvero poterti dire che ho una vita felice, ma ti mentirei" dissi con ancora il respiro affannato a causa della precedente crisi. "Ssh, vieni qui" disse mentre lui aprí le braccia e mi strinse a se. Eravamo seduti a terra. Lui aveva tra le braccia una delle cose piú incasinate, tristi e pericolose della terra. Me. Ero capace di causare dolore a chiunque mi stesse intorno e per questo mi sentivo male con me stessa. In una sola giornata avevo ferito Oli, fatto arrabbiare mio fratello, e ora stavo costringendo Andy a starmi accanto per sopportare i miei problemi "Non pretendo che tu mi parli del tuo passato Harley. Voglio solo sapere che tu stai bene ora. Io voglio aiutarti. Non posso permettere che tu stia male, starei male anche io" disse. Io alzai il volto verso il suo. Aveva uno sguardo sincero. Io avevo ancora la testa poggiata sulla sua spalla. Stavo bene tra le sue braccia. Ero serena. Erano come dell barriere per me, contro i miei problemi e il mio passato.

Lo fissai finché la distanza che divideva le nostre bocche si annulló, poiché io poggiai le mie labbra sulle sue. Lui ricambió subito il bacio. Strinse i miei capelli delicatamente e la mia mano accarezzava il suo collo. Era un bacio appassionato, atteso per troppo tempo da entrambi. Ma mi ricordai di quello che Kellin aveva detto e di quando Oliver disse "sapevo che mi avrebbe portato via anche te" o qualcosa di simile. Quindi mi allontanai. "Che succede?" Mi chiese lui "bhe io.. Andy, devo sapere una cosa" "uhm.. certo chiedi pure" rispose lui leggermente confuso. Gli raccontai di ció che mi aveva detto Kellin e gli proferii la frase che Oliver mi aveva detto prima di andarsene. Andy mi sembró triste. "Tuo fratello.. non ha tuti i torti. Io ero una specie di cacciatore. Avevo bisogno di una donna accanto a me sempre. Ma non sempre la stessa. Ero come un predatore in cerca di nuove prede ogni giorno. É una dell cose di cui mi fa piú schifo parlare. Mi mette ribrezzo verso me stesso. Io sono pentito di ció che ero Halrey. Davvero. Io sono cambiato, sono diverso. Non potrei mai farti del male" rimasi inizialmente stupita della sua affermazione sulle prede e il predatore. Ma quando poi mi disse quanto fosse pentito, capii che lo era davvero. "Riguardo ad Oliver, invece, é un'altra storia. Lui usciva con una ragazza che si chiamava Amanda. Un giorno uscimmo tutti insieme e la portó con sé per presentarla tutti. Non posso dire che non fosse una bella ragazza. Mentirei. Notai subito che lei aveva una strano comportamento nei miei confronti. Cercava di persuadermi. Sapeva di essere bella e desiderabile. Ma io non provavo assolutamente nulla per lei, anche perché era la ragazza di uno dei miei piú grandi amici. Nonostante fossi sempre in cerca di una ragazza, non avrei mai tradito un amico. Ma un giorno mi bació di punto in bianco e Oliver ci vide. Appena Amanda si rese conto che era presente anche lui, si staccó da me e mi spinse, poi finse che io l'avessi baciata. Oliver ovviamente le credette e da quel giorno inizió ad odiarmi. Continuiamo ad uscire insieme, ma facciamo finta di non esistere reciprocamente" Andy sembrava mortificato per il fatto accaduto nel passato. Mi dispiaceva per quello che gli era successo.

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