12.Lost in confusion,like an illusion

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La mattina seguente mi alzai presto così da poter salutare i miei genitori prima della partenza. Mi diedero le solite raccomandazioni che ormai conoscevo praticamente a memoria e, dopo un veloce bacio sulle fronte da parte di mio padre e un appena accennato saluto da parte di mia madre, li vidi scomparire su un taxi diretto all’aeroporto, dove sarebbero partiti per la grande New York. Li salutai con la mano finché la macchina non girò l’angolo poi ritornai in casa e mi misi subito a cercare Bella per avere un po di compagnia. Quando la trovai, nel giardino sul retro a prendere il sole sulla muretta, la presi in braccio e la portai con me sul divano, dove mi sdraiai. Presi il telecomando che stava sul tavolino e iniziai a guardare distrattamente cosa trasmettevano alle 6.30 del mattino e alla fine optai per i cartoni che facevano vedere anche quando ero piccola. Nonostante i miei 19 anni sapevano ancora mettermi di buon umore e non mi vergognavo a guardarli. Dopo qualche minuto però la mia mente distolse l’attenzione sulla Tv per iniziare a fantasticare , evadendo un po’ dalla monotonia della realtà. Iniziai a immaginarmi di viaggiare per il mondo con Harry a dorso della sua moto. Paesaggi mozzafiato, culture diverse, libertà. Mi sarebbe piaciuto vedere i territori rocciosi dell’Australia, i colori dell’India, il calore della Spagna, la distesa della savana in Africa o la Torre Eiffel, o come mi sarebbe piaciuto poter andare a Parigi, la città dell’amore. Ogni mia fantasia fu interrotta dal suono del campanello, così mi alzai per andare ad aprire e sorrisi alla vista del ragazzo dai ricci. Ricordavo di avergli detto a che ora sarebbero partiti i miei ma non immaginavo che sarebbe venuto davvero.

- Non ho perso un minuto – disse entrando in casa.

Gli sorrisi e poi gli saltai in braccio, dandogli un leggero bacio sulle labbra. Sapeva di menta.

- Ti va se più tardi facciamo un giro in centro? Vorrei comprare qualcosa di adatto per questa sera – dissi

Harry iniziò a ridere come non aveva mai fatto prima e la mia faccia assunse un’espressione interrogativa sul perché ciò che avevo detto fosse così divertente per lui. Quando capì che forse era il caso di smettere mi guardò negli occhi e mi disse che non era un’occasione importante quella a cui saremmo andati ma era semplicemente una gara tra moto dove nessuno avrebbe badato a come sarei stata vestita ma disse che se volevo vestirmi con un tocco provocante per lui non era un problema e mi tirò a sé facendomi venire un dejà vu di qualche giorno prima. Decisi che forse era il caso di restituirgli il favore e di fargli vedere che ogni tanto potevo comandare io. Presi la sua mano e lo condussi nella mia camera dove chiusi la porta alle mie spalle. Scrutai Harry che sembrava aver già capito le mie intenzioni così mi avvicinai a lui e lo spinsi sul letto ma nel mentre lui afferrò il mio polso e mi trascinò con se. Iniziai a baciarlo con foga, poi spostai la mia bocca vicino al suo orecchio mordendogli leggermente il lobo per poi iniziare a baciare il suo collo andando a mordere il punto in cui gli avevo lasciato un leggero succhiotto in discoteca. Emise un leggero gridolino ma non ci badai e continuai. La mia mano iniziò a scendere tra le sue gambe e sentii la sua erezione spingere all’interno dei pantaloni ma volevo farlo soffrire ancora un po così iniziai a toccarlo ma vidi che Harry stava lottando con la sua cintura e gli blocc
ai la mano facendogli capire di lasciarmi fare. Lui mise una mano dietro la mia nuca e mi tirò a sé , baciandomi con una tale passione da farmi eccitare enormemente. Mi staccai sorridendo e iniziai a slacciargli la cintura , poi gli tolsi i jeans e posai una mano al di sotto della maglietta , sentendo al tatto un fisico niente male. Harry non era un ragazzo eccessivamente robusto e nemmeno muscoloso ma doveva aver fatto palestra per avere il fisico che aveva e subito mi si insinuarono nella mente pensieri che mi fecero arrossire. Osservai gli occhi di Harry che non sembravano più gli stessi e così gli sfilai i boxer. Rimasi leggermente stupita delle sue doti e sentii scappargli una risata, probabilmente per l’espressione che avevo assunto. Cercai di lasciar perdere questo dettaglio e iniziai a provocargli piacere e notai che piccole perle di sudore iniziarono a scendergli dalla fronte. Mi intimò di andare più veloce ma non lo accontentai subito, perché lo volevo in mio potere ancora, volevo che mi supplicasse. E dopo qualche minuto lo fece, mi supplicò a denti stretti, così velocizzai la mia manualità. Vidi la sua schiena inarcarsi leggermente mentre le sue mani rim
as
ero serrate attorno alle lenzuola , i suoi gemiti si fecero sempre più 
intensi fino a quando si accasciò sul letto stremato. Gli sorrisi soddisfatta e poi mi allungai per dargli un bacio, ma questa volta tenero e innocente. Mi alzai e mi diressi in bagno e quando ritornai Harry era di nuovo vestito ma ancora sdraiato sul letto con il respiro leggermente affannato. Mi avvicinai e mi sdraiai accanto a lui, abbracciandolo dolcemente.

- Non so come andrà a finire questa sera a casa mia – disse ridendo leggermente.

Mi lasciai scappare una piccola risatina a quel commento , dopodiché mi alzai e aprii l’armadio , squadrando ogni campo contenutovi. Alla fine presi un paio di shorts e una canotta e mi levai il pigiama rimanendo in intimo davanti ad Harry che si fece scappare un fischio. Lo guardai storto e lui sollevò le mani in segno di arresa.

- Quando tornano i tuoi? – mi chiese
- tra due settimane. Perché? – dissi piegando leggermente la testa mentre cercavo di studiare la sua espressione.
- no, niente- disse incrociando le mani dietro la nuca e appoggiandosi al cuscino.

Scossi la testa, intuendo quale fosse il motivo di quella domanda. Intimai Harry ad alzarsi e uscimmo di casa per una passeggiata. Quella mattina l’aria era leggermente più fresca del solito , nonostante il sole fosse già alto ma era piacevole e ci incamminammo per le vie della città ancora addormentata.

-colazione? – dissi fermandomi davanti ad un bar, guardando Harry.

Lo vidi annuire e così entrammo e andammo a sederci in ad un tavolo nell’angolo. Vidi arrivare subito una ragazza che avrà avuto circa la mia età, capelli lisci nero corvino legati in una coda, occhi di un blu intenso, che teneva in mano un bloc-notes e una penna. L’attenzione di Harry si focalizzò in breve tempo sui lineamenti di quella ragazza quasi perfetta e provai un senso di gelosia enorme così gli tirai un calcio sotto il tavolo, quando notai che stava flirtando con lei. Gli scappò una risata soffocata e fece velocemente la sua ordinazione distogliendo i suoi occhi da quelli della ragazza.

- Una brioche al cioccolato e un cappuccino, grazie- dissi cercando di liquidarla.

Quando la vidi allontanarsi appoggiai i gomiti sul tavolo e lo fissai in modo duro.

- Che c’è?- chiese sorridendo. Voleva stuzzicarmi era chiaro.
- sei odioso- dissi appoggiando la schiena contro la sedia, incrociando le braccia.


Harry rise e poi si allungò per darmi un bacio ma io lo rifiutai, allontanandomi da lui. Non volevo che si comportasse così ne quando c’ero io e tanto meno quando era solo.

-sei gelosa?- disse alzando un sopracciglio.
-no- risposi in fretta, distogliendo lo sguardo dal suo.
- si che lo sei- disse e sulle sue labbra si delineò un sorriso.
- ti ho detto di no – dissi negando nuovamente, non volevo dargliela vinta.

- bene allora non ti dispiacerà se le chiedo il numero vero?- disse incrocian
do le braccia e lasciandosi ricadere sulla sedia.

Gli feci una smorfia e smisi di guardarlo così Harry si alzò e mi avvolse in un tenero abbraccio da dietro e lo sentii sussurrare all’orecchio – tranquilla per me esisti solo tu- e non potei fare a me di voltarmi leggermente e di lasciargli un piccolo bacio sulle labbra, mentre le farfalle nel mio stomaco di raddoppiavano, triplicavano all’infinito. In quell’esatto istante vidi tornare la ragazza con un vassoio con la nostra colazione e Harry tornò a sedersi. Notai che gli occhi della ragazza, nonostante ci stesse servendo, vagavano sul corpo di Harry in maniera quasi insistente e sentii la mia pazienza arrivare al limite.
- se continui a guardarlo va a finire che si consuma..- dissi guardan
dola dritta negli occhi.

La ragazza si accorse che avevo notato come guardava Harry e , dopo una punta di imbarazzo, se ne andò dietro il bancone del bar senza aprir bocca e in quell’attimo mi sentii soddisfatta. Il mio sguardo si spostò dalla ragazza a quello di Harry e notai che mi stava guardando con un leggero sorrisetto sulle labbra.

- Che c’è?- chiesi cercando di apparire tranquilla.
-ti da fastidio se mi guardano? - disse mettendosi una mano tra i ricci.

Forse avevo parlato troppo, presa dalla gelosia di quel momento. Di colpo la sfrontatezza di un attimo prima se ne andò e comparve un rossore chiaramente evidente sulle mie gote. Non sapevo che rispondere e mi limitai a guardare in basso ,senza aprir bocca.

- Charlie… - disse


Riposai lo sguardo su di lui e vidi che mi stava fissando, ma in modo do
lce.

- Si mi da fastidio se ti guardando in quel modo..solo io posso – dissi sorridendo.

Harry mi fece segno di avvicinarmi così mi alzai e mi sedetti sulle sue
gambe. I nostri sguardi rimasero fissi gli uni sugli altri per qualche istante finché la sua bocca non si avvicinò alla mia, lasciandomi un tenero bacio.

-mi piacciono le ragazze gelose , le trovo attraenti – disse sussurrando, come volesse che quello fosse un segreto solo nostro.

Sorrisi a quella sua affermazione. Non ero mai stata particolarmente gel
osa di un ragazzo, ma con Harry..con lui era tutto diverso, mi sembrava di impazzire. Volevo che lui fosse solo mio, volevo essere solo sua. La paura di perderlo era enorme, mi spaventava più di qualunque altra cosa.
Uscimmo dal bar e dopo una passeggiata tra il parco e la città Harry mi riaccompagnò a casa, promettendomi che sarebbe passato quella sera. Gli lasciai un bacio sulle labbra e poi lo vidi sgommare con la sua moto lungo la strada. Mi sedetti sui gradini davanti all’entrata di casa ripensando a tutto, alla mia gelosia, alla sua dolcezza, al fatto che in un certo senso mi aveva fatto intendere che a me ci teneva, a modo suo. Harry era difficile da decifrare, come un codice criptato a cui è difficile dare un significato, ma presto o tardi avrei trovato il modo di capirlo, avrei trovato la chiave che mi avrebbe permesso di scoprirlo, di scoprire il suo mister. Harry. Mi aveva catturato completamente con i suoi occhi e il suo sorriso così perfetti, con la sua dolcezza e quella nota di mistero che gli aleggiava sempre intorno. Le sensazioni che sapeva donarmi ogni volta erano uniche
e decisamente incredibili, il mio cuore non smetteva un attimo di battere all’impazzata, preso dall’euforia. Presi il cellulare dalla tasca dei jeans e scrissi un messaggio a Vicky.

“ credo di essermi innamorata. Charlie xx”

Strangers II Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora