4.I will always remember

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Il mattino seguente mi alzai tardissimo e notai che le ragazze erano ancora a letto così mi vestii in tutta fretta ed uscii a prendere quattro brioche per la colazione. Era una mattina calda, il sole già alto nel cielo illuminava le strade popolate di gente indaffarata. Mi fermai al solito bar in cui io e Vicky facevamo sempre colazione e ordinai. Notai che era quasi vuoto, forse a causa del tardo orario. Dopo che il signore mi ebbe servito, pagai e uscii, ripercorrendo sempre le stesse identiche vie che percorrevo da ben 19 anni.
Inserii la chiave nella serratura e aprii la porta, richiudendola poi alle mie spalle. Il silenzio regnava in casa e questo voleva dire che le ragazze ancora dormivano. Salii le scale senza far rumore e andai nella mia stanza per svegliare Vicky. Le appoggiai una mano sulla fronte, scostandole i capelli dal viso e le diedi un leggero bacio. I suoi grandi occhi blu si aprirono leggermente, mettendo a fuoco le immagini davanti a lei.

- ehi, che ore sono?- disse assonnata.
- le 11- risposi, guardando prima l’orologio.

Mi alzai e mi indirizzai nella stanza degli ospiti per svegliare Holly e Rebecca. Saltai sul letto urlando e cantando finché non persi l’equilibrio e caddi loro addosso, ridendo. Ormai sveglie, cominciarono a farmi il solletico per farmela pagare di quello scherzo.

- tregua vi prego- dissi senza fiato, con ancora il sorriso sulle labbra.
- fallo un’altra volta e ti uccido- disse Rebecca in tono scherzoso.

Vicky evidentemente aveva sentito le nostre grida e si era precipitata nella stanza per vedere cosa stava succedendo. Quando vide la scena scosse la testa e ridendo se ne andò in bagno.

- vi ho preso le brioche per la colazione- dissi mentre cercavo di scendere dal letto senza cadere.

Scendemmo tutte in cucina e mentre io preparavo un po’ di caffè, le ragazze si sedettero e iniziarono a mangiare.

- viene a prendermi oggi pomeriggio- dissi voltando loro le spalle.

Capirono subito che stavo parlando di Harry, e un silenzio imbarazzante quanto teso calò nella stanza. Io avevo fatto il primo passo, ora toccava loro dirmi qualcosa, anche se sapevo quale fosse il loro pensiero a riguardo.

- non andarci- disse Holly alzando lo sguardo verso di me quando mi voltai.

Avrei potuto dirgli di no, avrei potuto far finta di non essere in casa. Ma la realtà era che io volevo vederlo, anche se dentro me sapevo che era un male. Mi sentivo combattuta tra il desiderio di averlo e il dolore che mi avrebbe causato.

- magari con me è diverso - provai a dire, non del tutto convinta.

Vidi i loro sguardi concentrarsi su di me, le loro teste cominciarono a scuotersi in segno di disapprovazione e Vicky si alzò afferrandomi un braccio.

- non credi di aver già sofferto abbastanza per ragazzi come lui? Non fare la cretina Charlie, lo sai anche tu che non è diverso- disse fredda .

Vicky aveva ragione, aveva ragione su tutto. Conoscevo bene il tipo di ragazzo con cui avevo a che fare. Sapevo che avrei sofferto davvero anche questa volta, eppure in lui c’era qualcosa che mi convinceva del contrario. Decisi comunque di tenermi certi pensieri per me, senza doverli necessariamente riferirli a loro. Annuii con la testa e voltai loro nuovamente le spalle, per versare il caffè nelle tazze.
Una volta che le ragazze se ne furono andate salii in camera per sistemare il letto e distrattamente guardai sul comodino , dove notai che mi era arrivato un messaggio al cellulare.

“ Sarò da te alle 5. Mi raccomando non farmi aspettare principessa. Harry xx”

Harry? Come faceva ad avere il mio numero? E ora che avrei fatto? Avrei dovuto rispondergli o forse no? Mentre mi facevo queste domande mi arrivò un altro messaggio.
Era una foto…di Harry e una ragazza. Lessi il messaggio che c’era sotto.

“ ecco la prova della sua ‘serietà’. Pensaci bene. Vicky xx”

Maledizione , pensai.
Sentii la porta di casa aprirsi così corsi di sotto per vedere chi fosse e notai che era Rosa, la donna delle pulizie.

-ciao Rosa- dissi con un sorriso.
- ciao Charlie. Ero venuta a prepararti il pranzo- disse con un’espressione addolcita sul volto.

Rosa era sempre stata come una seconda mamma per me, perché la mia in realtà non c’era mai stata quando si trattava di fare ciò che una mamma avrebbe dovuto fare con la propria figlia: volerle bene, accudirla, coccolarla, viziarla.

- oh grazie. Vado a fare la spesa allora, in frigo non c’è niente- dissi mentre presi la borsa che avevo lasciato all’entrata e uscii, baciata nuovamente dal sole.

Mi avviai a piedi , pensierosa. Pensavo se rispondere ad Harry o no, pensavo se sarei dovuta uscirci o dirgli le cose come stavano e allontanarlo per sempre dalla mia vita. Non facevo altro che pensare negli ultimi giorni.


Alle cinque meno un quarto mi stesi sul letto, accendendo il computer e girovagando un po’ su Twitter. Dovevo distrarmi, non volevo pensare a quello che sarebbe successo di li a poco. Dovevo prendere posizione in questa situazione infondo…
-ciao Charlie- disse una voce dietro di me. La riconobbi subito e voltai di scatto la testa.

Harry era li, in piedi , davanti a me e peggio ancora in camera mia. E adesso che avrei fatto?

- che ci fai qui?- dissi voltandomi completamente verso di lui e mettendomi a sedere sul bordo del letto.
- ero venuto a prenderti e una signora mi ha fatto entrare- disse serio.
- non voglio uscire con te. So che persona sei- dissi guardandolo negli occhi.
Il suo sguardo si fece più cupo, i suoi occhi, leggermente socchiusi sembravano più scuri e carichi di rabbia.

- So che te le scopi tutte- dissi alzando la voce
Mi alzai dal letto per raggiungere la porta ma con una mano la chiuse con violenza , poi mi spinse contro il muro, stringendomi un braccio.
- tu non sai niente di me. Niente- disse quasi gridando. Riuscivo a leggere la rabbia nei suoi occhi. Le vene del collo erano rigonfie di sangue, e la sua stretta si fece sempre più forte.
Ora mi faceva paura.
Batté un pugno sulla parete prima di allontanarsi notevolmente da me. Si lasciò cadere sul letto, mettendosi una mano sugli occhi, coprendoli dalla mia vista.
Mi accasciai a terra, con le mani tremanti.

- sono stufa di essere una delle tante- riuscii a dire sottovoce.

Lo vidi rizzarsi, tornando a guardarmi. Poi si alzò inginocchiandosi davanti a me e mi strinse a se.

- per me non lo sei.-

Le sue labbra sfiorarono leggermente le mie, prima di perdersi in un bacio. Lo strinsi a me ma persi l’equilibrio ed entrambi cademmo a terra, io sopra di lui. I nostri corpi erano uniti, uno contro l’altro. Le sue mani toccarono la mia schiena, sollevando leggermente la canotta. Le sue mani fredde entrarono in contatto con la mia pelle calda e rabbrividii a quella sensazione. Gli sfiorai le guance leggermente rosse, poi posai le mie mani sui suoi morbidi cappelli ricci , spostandoglieli dalla fronte.

- dove mi porti?- gli sussurrai .

Harry rise leggermente , poi accostò la sua bocca al mio orecchio e mi rispose -vedrai- .
Mi alzai, porgendogli le mani per aiutarlo. Poi lo guardai facendogli capire che avrei dovuto cambiarmi e che sarebbe dovuto uscire.

- puoi farlo anche qui- disse passandosi la lingua sulle labbra.

Arrossii di colpo, imbarazzata dalla sua sfacciataggine. Harry se ne accorse e con una leggera risatina uscì dalla stanza.
Indossai un paio di shorts in jeans e una canotta bianca, che risaltava la mia leggera abbronzatura. Quando uscii dalla stanza e scesi in salotto Harry stava guardando i cartoni per Tv. Quella scena mi intenerì tantissimo.

- sono pronta- dissi proiettando la sua attenzione su di me.
- è meglio se ti metti una giacca- disse alzandosi e venendo verso di me. Non avevo notato che indossava una giacca leggera di pelle nera.
- io non ne ho una così- dissi, quasi imbarazzata.
- vorrà dire che ti presterò la mia.- Si spogliò della giacca, mostrando una T-shirt bianca.

Mi aiutò ad infilarla ed entrambi notammo che non era esattamente della mia misura. Ci scappò una piccola risata ad entrambi, poi Harry mi prese una mano e mi trascinò fuori, facendomi ,appena in tempo, chiudere la porta.
Notai a bordo strada una moto nera, veramente bella, curata in modo sorprendente. Sembrava quasi brillare alla luce del sole.

- è tua?- chiesi incuriosita, avvicinandomi per osservarla meglio.
- si- disse guardandomi attentamente, mentre io giravo e giravo attorno ad essa, quasi stregata dalla sua bellezza .
- mi porti a fare un giro?- dissi con gli occhi illuminati.

Sul suo viso comparve un sorriso, prima di fare un cenno con la testa in segno di approvazione. Non ero mai salita su una moto ma la sola idea mi elettrizzava completamente.
Harry cavalcò sul sedile anteriore mentre io cercai di fare lo stesso sul quello posteriore, con qualche difficoltà ma alla fine riuscii nell’impresa. Poi entrambi ci sistemammo il casco in testa. Il motore fece un rompo fortissimo , prima di partire per non so quale meta. Mi aggrappai ad Harry, per sentirmi più sicura, godendomi quella sensazione di libertà assoluta. Sfrecciavamo ad una velocità incredibile , lasciandoci piano piano la città alle spalle. Il vento soffiava freddo contro di noi a causa della velocità e i miei occhi cominciarono a lacrimare leggermente, lasciandomi piccoli segni trasparenti sulle gote. Il sole, che sembrava una palla di fuoco, stava calando in un cielo rosa aranciato. Quando notai la pelle di Harry leggermente intirizzita a causa del freddo , mi addossai su di lui, cercando di trasmettergli il calore del mio corpo. Una delle sue mani si posò sulle mie ,stringendole, come volesse ringraziarmi del gesto. I miei capelli, mossi dal vento, presero un colore tra il ramato e il dorato con la luce del tramonto, facendoli brillare. I capelli di Harry svolazzavano all’indietro, facendomi pizzicare leggermente la faccia ma immersi il volto nella sua schiena, stringendolo ancora più forte. La pace prese possesso in me, la libertà mi fece respirare, l’ebbrezza della velocità mi fece vivere. Erano sensazioni meravigliose, di cui non avrei più fatto a meno.
Dopo un viaggio che mi sembrò essere durato un battito di ciglia , spalancai la bocca , alla vista di un paesaggio meraviglioso. Harry mi aveva portato al mare. L’acqua aveva preso il colore del cielo, riflettendo ogni colore, ogni sfumatura. I gabbiani volavano in cielo, il profumo dell’estate aleggiava nell’aria facendomi respirare a pieni polmoni. Attraversammo un piccolo paesino, prima di giungere in cima ad una collina dove padroneggiava una casetta, simile alle baite di montagna. Harry fermò la moto nello spiazzo davanti alla casetta e dopo avermi aiutato a scendere mi prese la mano, guidandomi verso l'entrata.

- è tua?- dissi guardandolo , mentre tentava di aprire la porta.
- è di mio zio- disse leggermente spazientito.
Quando finalmente riuscì ad aprire la porta mi condusse dentro. L’arredamento era un po’ antico, come se allo zio di Harry piacessero le cose tradizionali. La casa emanava un profumo indistinto di fiori, i pavimenti brillavano sotto la luce fioca della leggera linea di sole che era rimasta. Mentre ero concentrata a studiare quella casa Harry mi comparve alle spalle, lasciandomi un leggero bacio sulla guan
cia, appoggiando poi il mento sulla mia spalla.

- non ho mai portato nessuno qui. È un posto speciale-

Strangers II Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora