11.I never get tired of you

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Ricordavo molto poco del rientro a casa ma sapevo che Harry si era preso cura di me e nonostante quello che era capitato lo perdonai subito. Dentro di me sapevo di essere rimasta turbata e spaventata da quel suo lato aggressivo e violento e non volevo diventasse così, perché lui in realtà non lo voleva, non voleva trasformarsi in una persona capace di fare del male. Per tutta la notte rividi quel ragazzo accasciato per terra sanguinante, con gli occhi terrorizzati, rividi Harry colpirlo più volte con l’odio negli occhi, il disprezzo, la rabbia. Sembrava essersi trasformato, quasi non fosse più lo stesso dolce Harry che per il nostro primo appuntamento mi aveva portato al mare. Le immagini erano confuse ma lo spavento e la paura che avevo provato in quei secondi erano chiari.

La mattina seguente mi alzai svegliata dal senso di nausea e una volta che mi fui alzata dal letto corsi in bagno a vomitare. Mi accorsi di aver bevuto troppo la sera precedente e mi vergognai tremendamente per essermi comportata da ragazzina immatura. Rimasi per qualche minuto seduta sul pavimento del bagno , con la testa che mi girava quando sentii bussare e udii la voce di mio padre dall’altro lato che mi chiedeva se andava tutto bene.

- si, dammi un minuto ed esco- dissi con la voce tremante.

Mi alzai a fatica e mi lavai, cercando di apparire per lo meno presentabile. Quando aprii la porta il volto di mio padre cambiò espressione di colpo e subito mi chiese se stavo bene. Mi allarmai, pregando che non scoprisse che gli avevo disubbidito e che mi ero ubriacata. Gli dissi semplicemente che avevo la nausea, probabilmente a causa di qualcosa che avevo mangiato, così mio padre mi aiutò ad andare a letto ancora e con mia sorpresa, si preoccupò di farmi un te caldo per aiutarmi a stare meglio. Mentre aspettavo e pregavo di non vomitare ancora accesi il cellulare e mi trovai un messaggio.

“ Buongiorno principessa. Mi dispiace davvero molto per quello che è successo ieri sera, ma ti prometto che non capiterà più perché io non sono così in realtà e lo sai. Spero che tu stia meglio, oggi vengo a trovarti. Bacio. Harry xx”

Sorrisi a quelle parole e pensai che Harry in realtà fosse un angelo venuto a donarmi un po di felicità. In quel preciso istante entrò mio padre con una tazza fumante in mano e mi chiese per quale motivo stessi sorridendo così tanto.

- Harry- dissi guardandolo negli occhi, senza smettere di sorridere.

Volevo fargli capire che per me era importante e non volevo che fosse rifiutato in quel modo da lui e da mia madre, non volevo che lo giudicassero ancora prima di conoscerlo.

- ti rende felice questo Harry?- disse mio padre sedendosi sul letto e accarezzandomi i capelli.

Annuii. Forse quella era l’unica volta in cui mio padre si preoccupava davvero per me, o meglio si accorgeva della mia vita e della mia esistenza. Mi disse che era dispiaciuto per la reazione che avevano avuto il giorno precedente e che se volevo vedere Harry potevo farlo quando volevo ma dopo ogni bella notizia è di regola che ne arrivi una che non sia altrettanto piacevole. Lui e mia madre sarebbero dovuti partire l’indomani per un incontro a New York con una delle aziende più importanti degli Stati Uniti e sarebbero rimasti là un paio di settimane al massimo. Abbassai lo sguardo sentendo il cuore in petto quasi rompersi dentro di me, come ogni volta che si allontanavano. Dicevo sempre a me stessa che li odiavo, che preferivo sparissero per sempre ma erano i miei genitori e volevo loro molto bene, più di quanto riuscissi ad ammettere, soprattutto a mio padre. Il nostro era un rapporto complicato ma quando era qui sapeva, a modo suo, starmi vicino. Vidi all’improvviso comparire il volto di mia madre sulla soglia della porta chiedendoci se andava tutto bene e quando gli dicemmo che non ero in forma disse che mi sarebbe passata nel giro di qualche ora, poi uscì di scena. Scossi la testa e sprofondai sul cuscino, cercando di trattenere le lacrime. Mio padre mi diede un bacio sulla fronte e mi disse che sapevo come era fatta e che non dovevo preoccuparmene. Se ne andò anche lui lasciandomi sola.

Strangers II Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora