17.Insicurity

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Una volta che Harry se ne fu andato decisi di andare a ripulire il disastro della sera prima. Pulii il bagno praticamente allagato, cambiai le lenzuola ancora umide e diedi una spazzata in cucina e fu a quel punto che sentii squillare il mio cellulare.

-dimmi dolcezza- risposi
- stasera Nicole farà un mega party nella sua villa in campagna e ci ha invitati. Dimmi che non ci tiri il pacco- disse Rebecca
-ci sarò, promesso..- dissi ridendo leggermente.
-ok oggi ti passiamo a prendere, pomeriggio tra ragazze e non accetto un no. A dopo- e mise giù.

Avevo visto la villa di campagna di Nicole solo una volta ma ricordavo perfettamente la magnificenza di quell’edificio per non parlare dello spazio fuori esso. Sembrava una specie di riproduzione raddoppiata della sua casa qui in città, con il giardino immenso e ben curato e la piscina triplicata. Sicuramente avrebbero partecipato tante di quelle persone da non poterle contare, ma Nicole doveva sempre esagerare, era fatta così. Più tardi avrei chiesto ad Harry se aveva intenzione di venire o se quella sera aveva una g
ara. Gara. Mi tornò in mente il volto del ragazzo dai magnetici occhi scuri e dei capelli neri, dal sorriso perfetto e dalle labbra carnose e tentatrici. Zayn. Dopo quella sera non l’avevo più rivisto e non avevo intenzione di nominarlo in presenza di Harry, sarebbe scoppiato il finimondo in un secondo.

Nel pomeriggio mi incontrai con le ragazze al solito chiosco a cui ci davamo appuntamento e decidemmo di fermarci a prendere un frappè, giusto per fare quattro chiacchere tranquille e in men che non si dica il centro della conversazione fu rivolto a me e a Harry.

- Allora…Harry è bravo?- mi chiese Holly, forse la più famelica di sesso tra tutte e quattro.
- non l’abbiamo ancora fatto - riuscii a dire
- oh..ma non ti ha mai..toccata? – chiese Rebecca leggermente sbalordita.

In effetti Harry era abbastanza prevedibile, nessuna persona sulla faccia di questo pianeta avrebbe mai creduto che lui non avesse mai provato a toccarmi, ma la faccia che le ragazze assunsero a quel mio silenzio fu abbastanza esilarante.

- Si l’ha fatto- risposi arrossendo, dopo qualche minuto.
- lo sapevo,lo sapevo- disse Vicky
- mi ha detto che…- cercai di dire, ma l’imbarazzo era troppo.
-cosa? – fecero coro le ragazze
- gli piace guardarmi venire- dissi , prima di sorseggiare il frappè e guardare altrove.

Le ragazze mi guardarono esterrefatte e mi chiesero di spiegare loro dettagliatamente quello che era successo. C’erano tante cose che non mi imbarazzava dire o fare ma dover raccontare cose così intime, solo mie e di Harry, ecco quello era davvero troppo per me. Cercai di farlo come meglio potei e quando terminai rimasi a fissarle per qualche secondo.

- Sta attenta che non ci provi io con lui perché mi sto eccitando- disse Holly ridendo

Scoppiammo tutte a ridere, pensando che Holly fosse un caso inguaribile. Decisi di mandare un messaggio ad Harry per chiedergli di venire alla festa, non riuscivo più a fare a meno di lui ormai.

“ ci sarò. Stasera tocca a te giocare con me. Harry xx”

Scossi la testa leggendo il messaggio e gli dissi di essere da me alle dieci e di portarsi anche Louis, avevo in programma di presentarlo a Vicky. Dopo un pomeriggio di gossip e shopping le ragazze mi riportarono a casa e ci didimo appuntamento alla festa, quella sera.
Quando furono le dieci Harry , puntuale come sempre, suonò alla porta , presentandosi in jeans, t-shirt e converse. Fottutamente perfetto, ecco cos’era. Vidi comparire alla sue spalle una figura famigliare che agitava la mano in segno di saluto: Louis. Dopo aver chiuso la porta ci sedemmo in macchina, alla volta della festa.

- Stasera voglio farti conoscere una persona speciale- dissi a Louis
-cioè?- chiese perplesso

Iniziai a raccontargli ogni minimo dettaglio che potesse essere rilevante della vita di Vicky, ogni aspetto che potesse aiutarlo a fare colpo su di lei. Volevo che lei uscisse da quel tunnel fatto solo di tristezza e disperazione che le aveva provocato la rottura con Jay, volevo che quella meravigliosa ragazza che avevo conosciuto 16 anni prima tornasse.
Una volta arrivati nell’immenso parcheggio di fronte alla villa di Nicole, Harry parcheggiò la macchina e tutti e tre ci dirigemmo verso la musica assordante che sentivamo provenire già dal cortile. In un angolo , vicino alla casa, c’era il bancone con i baristi occupatati a servire un’ondata infinita di gente che sembrava accatastarsi una sopra l’altra pur di avere dell’alcool tra le mani, dall’enorme piscina interrata vidi partire schizzi e urla, con gente dentro intenta a rinfrescarsi e gente ai bordi impegnata ad ascoltare non so quali discorsi da un bellissimo ragazzo biondo. Cercai le ragazze tra la folla e quando vidi distrattamente la massa rosso fuoco dei capelli di Holly le corsi incontro.

-Hey finalmente sei arrivata- disse abbracciandomi
- Holly, ti presento Louis. Louis, Holly- dissi

I due si strinsero le mani e si sorrisero, dopodiché chiesi dove fosse Vicky e quando Holly mi indicò con la mano la sua figura magra e slanciata mi diressi verso di lei. Era intenta a parlare con un gruppo di ragazze che non avevo mai visto, forse compagne di università o forse conoscenze appena fatte.

-Tesoro- disse lasciandomi un bacio sulla guancia- queste sono Carol, Victoria e Julia-
- molto piacere, Charlie. E loro sono Harry e Louis- dissi presentandogli i ragazzi.

Vidi Victoria posare gli occhi su Harry, con fare famelico e sentii una scossa di gelosia pervadermi ogni centimetro del corpo. La sua mano delicata si tese verso di lui e quando le vidi intrecciarsi , come i loro sguardi , non potei fare a meno di voltar loro le spalle e andarmene, presa da una sorta di rabbia infondata. La mia insicurezza era tale da avere paura anche di un tocco o di un semplice sguardo.
Ad un tratto vidi Jennifer, una compagna di classe che non avevo mai sopportato granché, forse a causa della sua sfacciataggine, forse perché il pudore non sapeva neanche che cosa fosse, forse perché eravamo sempre state troppo diverse per essere veramente amiche. Solo per una cosa l’apprezzavo: sapeva dire le cose in faccia, senza bisogno di insultarti alle spalle.

-Charlie, ma che sorpresa- disse entusiasta
-ehi, ciao Jen, come stai?- risposi , cercando di sembrare contenta nel vederla.
- una meraviglia, non sono mai stata così in forma. Guardami. Non sono uno splendore?- esultò con un irritante voce stridula.
- fantastica, davvero fantastica-


Jennifer, la bella che ogni ragazzo sognava di portarsi a letto, il sogno erotico di chiunque l’avesse vista almeno una volta. Alta, con un fisico magro e tonico, occhi verde smeraldo che sembrano brillare al sole come oro, capelli lunghi e perfettamente lisci di un castano lucente, tendente al biondo. Ecco, forse non la sopportavo p
erché sembrava rasentare la perfezione e la mia invidia mi portava a starle lontano. Faceva sempre sentire inferiore chiunque le stesse a fianco, ma credo che il branco di suoi cloni che ogni volta le vedevo alle calcagna fossero tali solo perché forse in sua presenza qualcuno le notava, cosa che non sarebbe mai successa se non avessero conosciuto Jennifer.
Immersa in quel mare di pensieri infimi e perfidi non mi accorsi che Harry era a fianco a me e continuava a chiedermi per quale motivo me ne fossi andata di punto in bianco, ma fu la voce di Jennifer nell’urlare il suo nome a riportami alla realtà, alla festa, davanti a loro.

-Harry- disse gettandosi tra le sue braccia.


Per quale motivo stava abbracciando Harry? Si conosceva
no? E come potevano? Oh no…non può essere…

-vi conoscete?- sibilai a denti stretti
-oh certo, Harry è stato…be ecco ci siamo visti per un po, vero?- disse facendogli l’occhiolino
-oh..- riuscii a dire

Harry rimase zitto a contemplarla, sorridendo di tanto in tanto, mentre Jennifer continuava a raccontarmi dei loro incontri e dei loro giochetti focosi. Rimasi letteralmente senza parole ma sentii una tremenda fitta al petto colpirmi come una freccia dritta nel cuore. Sapevo che Harry aveva avuto diverse, parecchie ragazze e potevo immaginare cosa avevano fatto o meno ma sentirmelo dire, soprattutto da Jennifer faceva male. Come potevo credere che non si fossero mai visti, che loro labbra non si fossero mai sfiorate? Come potevo credere che non fossero mai stati a letto insieme? Come potevo pensarlo?

- Scusate…devo andare- dissi correndo via da loro.

In realtà quello che c’era fra loro era passato, solo passato. Perché prendersela? In fondo ora lui aveva scelto me? No, faceva male, troppo. Nella mia testa non riuscivo a fare entrare l’idea che Harry avesse avuto altre ragazze perché ora volevo esserci solo io per lui ma sembrava che ogni fantasma tornasse dal passato per farmi capire che Harry aveva sempre avuto di meglio e poteva ancora averlo e quel meglio non ero di certo io. Forse lui stava solo giocando con me, magari voleva farmi credere di essere speciale ma in realtà ero niente più che una pedina del suo gioco perverso.
Le mie gambe mi spinsero lontano dalle loro voci, quella sera sembravano essere brave nel farmi scappare con rapidità dal dolore. Corsi , corsi, corsi.. alla fine mi ritrovai nascosta tra i cespugli spinosi vicino ad un capanno, poco lontano dalla casa. Il mio vestito si era strappato e dei piccoli tagli sanguinanti si erano formati sulle mie braccia e sulle mie gambe ma non facevano più male di quello che mi aveva provocato quel piccolo assaggio di serata ormai rovinata. Mi sentivo così stupida a pensare di essere lontana da una festa meravigliosa, a piangere per qualcosa che non aveva consistenza di per sé. Forse ero troppo autolesionista, perché il dolore sembrava piacermi. La realtà era che avevo paura di perdere Harry e tutto quel mondo che avevo costruito intorno a lui, con lui. Barriere di sogni ci dividevano dalla realtà ma sembrava che quella barriera fosse così poco consistente da rompersi con un soffio d’aria, come un castello di carte, bello da osservare, da costruire, ma così fragile e delicato da svanire in un secondo.

-Cazzo Charlie, alzati e risistemati. Torna alla festa e divertiti. Fanculo Harry. Fanculo Jennifer. Fanculo tutti- dissi a me stessa.

Mi alzai da terra, cercando si sistemarmi come meglio potevo. Tamponai le piccole ferite con un fazzoletto trovato in borsa e dopo essermi rimessa in piedi tornai barcollante alla festa. No, io non sono la pedina di nessuno. Nessuno mi annienta in questo modo. Posso anche cadere ma trovo sempre il modo per rimettermi in piedi. Costi quel che costi.

Strangers II Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora