24.The start a something new

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CHARLIE'S POV

La mattina seguente mi svegliai di soprassalto, con il pensiero che i miei genitori sarebbero arrivati da un momento all’altro, così scesi dal letto cercando di non svegliare Harry e mi rivestii in silenzio, ma ad un tratto una voce alle mie spalle rituonò.

-dove vai così di fretta?-

Mi girai e vidi Harry fissarmi, serio in volto.

- Tra poco i miei saranno a casa..- dissi sussurrando.

- be possono anche aspettare..- rispose.

Lo vidi alzarsi rapidamente dal letto e dirigersi verso di me. Le sue braccia mi presero e mi sollevarono per poi appoggiarmi delicatamente sul letto, il suo corpo caldo fu in breve sul mio e mi strinsi a lui, prendendogli dolcemente la testa e spingendo la sua bocca contro la mia, baciandolo. Sentii Harry stringermi a sé e, dopo aver afferrato i miei capelli, rispose al bacio con violenza ed estrema possessività. Di colpo sentii una sua mano scivolare tre le mie gambe, sfiorando leggermente nel punto in cui sapeva di darmi piacere. Gemetti, mentre il mio desiderio , ardente e profondo, cominciava a scorrermi nelle vene. Poi lo vidi fermarsi, facendomi un sorriso beffardo.

- Non dovevi andare?- rise

- oh cazzo Harry, sta zitto- dissi tornando a baciarlo con desiderio.

Ribaltai la situazione, finendo a cavalcioni sopra di lui , infilando leggermente la mano sotto la cintura dei suoi boxer. Vidi i suoi occhi infiammarsi di piacere solo a quel tocco e i suoi fianchi cominciarono ad inarcarsi e muoversi insistentemente.

- Dovrai imparare a stare fermo- dissi mordendomi il labbro e bloccandogli le braccia sul letto.

- porca puttana- disse chiudendo gli occhi

Sorrisi. Mi allungai verso il cassetto e ne estrassi la solita bustina rossa, appoggiandola sulle lenzuola. Mi portai le braccia dietro la schiena, sganciando il reggiseno e gettandolo in un angolo della stanza, in maniera noncurante, poi scesi da sopra di lui e mi tolsi il perizoma, facendolo passare sul suo petto e quando vidi che tentò di afferrarlo lo lanciai alle mie spalle, divertita. Feci passare le mie mani all’altezza dell’elastico dei suo boxer per poi sfilarglieli delicatamente, finendo per toccare la sua erezione senza ritegno.

- Cazzo Charlie, piano- sentii mugugnare.

Una sensazione di potenza mi invase, era eccitante stuzzicarlo fino a farlo esasperare per il piacere. Non riuscivo a fermarmi, mi mandava in fermento il solo piacere che gli davo toccandolo, il suo ansimare per causa mia.

- Fermati, non voglio venire ora- disse

Mi bloccai. Presi velocemente la bustina e la aprii con i denti, infilandogli poi il preservativo.

Sentii circondarmi i fianchi, vedendolo poi posizionarsi sotto di me, facendomi scivolare con delicatezza sopra di lui. Chiusi gli occhi, lasciandomi invadere da quella sensazione di piacere nel sentirlo muoversi. Mi tenne ferma, fissandomi negli occhi. Sentii i suoi fianchi ruotarsi in un movimento unico, facendomi gemere e espandendo un calore nel mio basso ventre. Rovesciai la testa all’indietro e afferrai le mani di Harry , sollevandomi e abbassandomi, ascoltando solo il suo respiro spezzato, accompagnato dal mio. Quella violenta e pulsante sensazione di pienezza mi stava invadendo e venni, accasciandomi , sopraffatta, sopra di lui.

- Cristo..- si lasciò scappare.

Gli lasciai un bacio leggero sulle labbra e poi scesi da sopra di lui e recuperai i miei vestiti, per poi andare in bagno a rinfrescarmi. Dopo qualche minuto tornai e vidi Harry addormentato sul letto, così gli lasciai un bacio sulla fronte e un biglietto sul comodino: ‘ sei fantastico. Ci sentiamo più tardi, riccio. Charlie xx’ ,e me ne andai. Una volta uscita di casa mi diressi verso la metro più vicina e per fortuna dovetti aspettare solo qualche minuto prima che arrivasse. Mi sedetti, stremata, su un sedile e presi il cellulare. Erano le 10:17. Cavoli, tra poco sarebbero arrivati e io non ero in casa. Cazzo. Dopo varie fermate e un tragitto che sembrò durare una vita arrivai a destinazione e scesi di fretta, urtando un paio di persone. Corsi più che potei, arrivando davanti alla porta di casa con il fiatone, così mi appoggiai al cancello per recuperare fiato. Mi diressi dentro casa e urlai per farmi sentire ma nessuno diede risposta così andai di sopra a farmi una doccia veloce prima che arrivassero. L’acqua scorreva fresca sulla mia pelle e mi lasciai andare per qualche secondo alla stanchezza, quando sentii una voce al di là della porta che mi chiamava. Mio padre. Presi di corsa un asciugamano e me lo avvolsi attorno al corpo poi aprii la porta.

Strangers II Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora