27.Friendship and Sex

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Camminavo per le calde strade della città riflettendo sulle quali fossero le cose giuste da dire quando ci si deve scusare per essere state assenti, quali le parole adatte per dimostrare che ero seriamente pentita per il mio comportamento ma l’agitazione mi stava rendendo le cose difficili, tanto che alla fine arrivai di fronte a loro senza uno straccio di discorso o di frase ad effetto che potesse aiutarmi in una situazione del genere. Ero fregata.

-ciao..- dissi con un filo di voce.

Holly mi fece un sorriso smorzato, freddo e distaccato. Rebecca incrociò le braccia ,il suo sguardo era duro e arrabbiato e conoscendola dava l’aria di una che non avrebbe esitato un secondo a tirarmi un pugno, se non fossimo state nel bel mezzo di un parco affollato di gente. E Vicky. Lei era li, immobile, voleva parlare ma non ci riusciva, la bocca secca le impediva di pronunciare il minimo suono comprensibile. Non poteva andare meglio di così.

- Facciamo due passi?- chiesi.

Le vidi avviarsi continuando a tacere, quasi ignorando la mia presenza. Riflettei un attimo. Dovevo assumermi le mie responsabilità, dovevo semplicemente dir loro che mi dispiaceva averle trascurate in quel modo da quando Harry era entrato nella mia vita, dovevo dire la verità, niente di più. Presi un respiro profondo che non sembrò aiutarmi per niente.

- Mi dispiace..- dissi fermandomi.

Le vidi bloccarsi e voltarsi verso di me ma non dissero nulla.

- So di aver sbagliato, non avrei mai dovuto abbandonarvi in questo modo e mi dispiace davvero tanto- continuai.

Rebecca scosse il capo guardando prima in basso e poi tornando a guardarmi.

- È chiaro che eri troppo occupata a scoparti quel coglione ma non fa niente tanto le amiche sono sempre un rimpiazzo quando lui non c’è..non è così?- disse freddo.

Le sue parole mi ferirono come mille lame nella pelle, mi arrivarono come una pugnalata al cuore. Mi faceva male sapere che lei pensasse che per me fossero solo un rimpiazzo. Non era così. Eravamo amiche da ormai cinque anni e in tutto questo tempo non avevano capito un bel niente di me, niente di niente. Erano sempre state il mio punto di riferimento, la mia ancora di salvezza e sembravano non aver capito quanto fossero importanti per me. Almeno non ancora.

- Ma che cazzo dici?-.

- Charlie ma vaffanculo che puntualmente ci chiami quando Harry non c’è..- urlò Holly.

Strinsi i pugni. Questo non me lo meritavo.

-Calma Holly, parliamo da persone mature- intervenne Vicky.

- sono felice con lui e vengo condannata per questo. Scusate se per una volta non siete al centro della mia vita. Vi sto chiedendo scusa per avervi trascurato perché mi mancate da morire e ed ecco cosa ottengo, solo rabbia repressa. Grazie- disi con le lacrime agli occhi.

Mi misi le mani sul volto, cercando di nascondere il fatto che stavo soffrendo nel sentire quelle parole. Non credevo davvero fossero capaci di tanta cattiveria. Non loro, le mie migliori amiche. Poi , inaspettatamente sentii abbracciarmi.

-scusaci..- sussurrò Rebecca.

-si, perdonaci per la nostra reazione- continuò Holly.

Tolsi le mani dal viso e le guardai, mostrando loro un sorriso. Ciò che amavo della nostra amicizia era anche il saperci perdonare dopo breve, anche se ero comunque rimasta ferita da ciò che mi avevano urlato in facci con rabbia.

- No, siete voi a dover perdonare me per avervi trascurate, scusate- dissi infine.

In realtà non ero mai stata brava con le parole, non ero mai riuscita a dire le mie vere sensazioni o stati d’animo, non riuscivo spesso ad esternare i miei pensieri o le mie preoccupazioni, mi risultava difficile e complicato, richiedeva uno sforzo immane da parte mia. Il voler trovare grandi paroloni per altrettanto grandi discorsi non era di certo il mio forte, non lo era mai stato ed era inutile provarci ogni volta. Per fortuna le mie amiche mi conoscevano abbastanza bene da capire che quelle scuse erano sincere anche senza tanti grandi giri di parole e frasi strappalacrime. Dissi loro che non volevo metterle da parte, la verità era che Harry si era catapultato nella mia vita senza preavviso, come un vortice impetuoso dal quale era difficile scappare. Mi faceva sentire bene, al di là del sesso e del piacere fisico in sé, era qualcosa di molto più profondo quello che riusciva a donarmi. Non era tutto rose e fiore tra noi come nelle favole, lui non era il classico principe azzurro tutto carezze e fiori e io non ero la principessa fine ed elegante di cui tutti i libri parlano. Eravamo semplicemente noi, niente di speciale forse agli occhi degli altri ma qualcosa di unico nel nostro stare insieme. Confessai alle ragazze tutto ciò, volevo che sapessero il perché di questo mio comportamento anche se non giustificato.

Strangers II Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora