15. It Does not happen Only in fairy tales

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Quando riaprii gli occhi, dopo un riposo disturbato, Harry non era con me. Il fatto che non mi fossi risvegliata tra le sue braccia, con i suoi occhi dolci puntati su di me e le sue mani tra i miei capelli, mi fece sentire un po persa e iniziai a chiamarlo, prima piano poi urlando quasi presa dal panico. Sentii dei passi rimbombare nel corridoio ed ecco Harry senza maglia e con solo un paio di pantaloncini da calcio che mi si avvicina e mi stringe a sé.

-Charlie sono qui, tranquilla- disse prendendomi il volto tra le mani.

- avevo paura di essere sola- risposi

- ero solo andato a salutare Louis che è appena tornato- disse alzandosi

Mi alzai dal letto e Harry mi diede un paio dei suoi pantaloncini e una maglia che mi andava decisamente larga e poi decise di farmi conoscere il suo coinquilino. Attraversammo il corridoio e poi scendemmo le scale, andando in cucina.

- Lei è Charlie- disse Harry al ragazzo che ci stava dando le spalle.

Lo vidi voltarsi e sul suo viso comparve un sorriso. Il ragazzo era leggermente più basso di Harry, i suoi capelli castani ricadevano sulla fronte in un ciuffo leggermente più chiaro. I suoi occhi, nonostante la distanza che vi era tra noi in quel momento, erano chiaramente azzurro-blu. Doveva avere circa 23 massimo 24 anni e il volto faceva intendere che era un tipo simpatico.

- Ehi ciao, io sono Louis, piacere- disse avvicinandosi e tendendomi la mano.

Gliela strinsi e gli sorrisi, poi ci invitò ad accomodarci a tavolo dicendo che stava preparando la colazione. Harry gli chiese come fosse stata la festa al quale era andato e Louis cominciò a parlare a raffica, descrivendoci i fiumi di alcool, la musica e ovviamente le ragazze. Fino ad allora avevo sempre pensato che i ragazzi iscritti alla facoltà di medicina fossero seri, ponderati, estremamente noiosi e controllati ma lui, quel ragazzo era l’eccezione e dava l’aria di uno che sapeva come divertirsi. Ci raccontò di aver passato la notte da una ragazza, di cui però non ricordava il nome, e che era una bomba a quanto diceva. Non potei fare a meno di sorridere nel vederlo raccontarci quella che sembrava essere stata una delle nottate migliori della sua vita. Pensai che Vicky sarebbe stata perfetta per Louis, perché ero sicura che lui avrebbe fatto si che la sua dura corazza si potesse rompere e sarebbe stato capace di far fuoriuscire il suo lato migliore, quello in cui non le importa di ciò che pensa le gente, che non le importa di apparire perfetta come vuol sempre far credere di essere, quello in cui sa lasciarsi andare e sa ridere, divertirsi e prendersi gioco di se stessa.

Terminata la colazione Louis ci disse che sarebbe andato a riposare un po e ci lasciò soli in cucina. Regnava il silenzio e in quell’attimo ripensai alla sera precedente e decisi di scusarmi con Harry per come erano andate le cose, perché sapevo che non erano andate esattamente come avrebbe voluto. Mi sentivo leggermente in colpa per la mia reazione ma era tutto così difficile e la mia fragilità appariva più evidente quando quell’incubo tornava a farsi vivo. Harry mi strinse a se dicendo che non importava, voleva proteggermi e far si che quella lontana notte di un anno prima potesse essere solamente un brutto ricordo e che rimanesse tale in un angolo remoto della mia mente. Voleva aiutarmi a dimenticare perché aveva visto quanto avevo sofferto e soffrivo ancora e disse che non c’era cosa peggiore per lui nel vedermi piangere e star male. A quelle parole mi chiesi come non si potesse non voler bene ad una persona così, una persona che si preoccupa in quel modo per te, che fa si che tu sia al sicuro, felice e serena. A volte le persone mostrano il lato peggiore di se come per compiacere chi gli sta attorno, o per non mostrarsi deboli agli occhi degli altri o per scacciare qualcosa che in passato ha segnato la loro anima. Spesso non si rendono conto di ciò che si trovano a fare ma a volte è proprio la loro consapevolezza che li spinge oltre, mostrandosi come qualcuno che in realtà non vorrebbero essere, ma è difficile tornare indietro. Harry era diventato qualcuno che odiava essere, violento, un evidente sfruttatore di ragazze perché dopo la rottura con Emily si era lasciato vincere da qualcosa di più grande di lui e ormai era diventato una specie di figura da osannare per i suoi compagni di gare, amici, conoscenti e faceva fatica a mostrarsi diverso da così. Ma con me, in quel momento, con quelle parole, aveva dimostrato che in realtà era solo una maschera. Lui nel suo profondo sapeva amare ed essere dolce.

Strangers II Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora