CHARLIE'S POV
L’estate stava ormai sfumando, lasciando posto ai primi segni dell’autunno con il venticello frizzante e la prima caduta delle foglie. Senza che me ne accorgessi erano ormai passati quasi tre mesi dall’incontro con Harry eppure mi sembrava ieri che ci eravamo scontrati per sbaglio, in quell’angolo. Mi sembrava che tutto stesse volando troppo velocemente, il riposo di quell’estate era ormai quasi terminato e di li a poco avrei cominciato ad andare all’università, Harry avrebbe ricominciato a lavorare allo studio di fotografia e io e papà ci saremo trasferiti da Margaret. La mamma era riuscita ad tenersi la casa ma per mia fortuna non combatté per il mio affidamento. Finalmente il loro divorzio era quasi completato e dopo aver conosciuto la donna di mio padre in modo dettagliato potevo dire che sembrava una specie di angelo venuto a salvarci, con le sue belle e grandi ali bianchi e la sua dolcezza. Non capivo come potesse accettare che vivessi anche io sotto il loro stesso tetto , d’altronde non è facile avere a che fare con i figli degli altri ma lei era diversa, sembrava volermi bene, a modo suo, data la poca confidenza che c’era ancora tra noi. Ma un altro problema mi ronzava per la testa, una preoccupazione che non mi faceva dormire da un paio di notti. La gara tra Harry e Kyle. Ricordo, quando quella volta ero andata su alla collina, di aver sentito il suo nome, sembrava essere uno in gamba, forse l’unico capace di battere Harry, era diventato quello su cui puntavano tutti ormai. Qualche settimana fa, dopo che Harry aveva vinto una gara, Kyle si era presentato davanti a lui e aveva deciso di sfidarlo, ai grandi magazzini. È una zona di periferia completamente abbandonata, in cui vi sono ancora i resti di grandi magazzini un tempo fiorenti ma ormai decaduti ,abbattuti dal progresso e dalle fabbriche. Era un territorio nuovo per Harry, il percorso pericoloso ma oltre al fattore rischio si aggiungeva una componente altrettanto drammatica: Kyle , dopo che Harry aveva accettato , aveva deciso che se nel caso avesse vinto il suo premio era la moto. Sapevo che Harry viveva per quella moto, per la libertà che provava standogli in sella e sapevo anche che avrebbe fatto di tutto per tenerla sua, al di là della vittoria contro Kyle. Molti erano morti in gare come quelle, avevano perso la vita per una scommessa ed era quello che temevo capitasse ad Harry, nonostante sapessi che ormai era un esperto. Ma l’idea di perderlo mi uccideva.
- Sei proprio obbligato?- gli chiesi, un pomeriggio.
- Charlie devo farlo, deve capire chi comanda, quello stronzo-
Sentii battergli un pugno violento sul tavolo.
- Ho paura…non voglio perderti- singhiozzai.
- non succederà, so badare a me stesso, credimi.- disse, prima di lasciarmi un bacio sulla fronte.
Non ero del tutto convinta delle sue parole ma ormai sapevo che non c’era modo di fargli cambiare idea, quindi lasciai cadere ogni tentativo di persuaderlo. Era troppo testardo.
Nonostante fosse ormai tardi decidemmo di farci un giro per la città, respirando un po’ d’aria per calmarci e lungo la strada incontrammo degli amici di Harry che ci invitarono a cena, così accettammo. Mandai un messaggio a mio padre dicendogli che non sarei tornata per la cena e poi concentrai la mia attenzione su quei ragazzi: uno era alto, dai capelli neri e dagli occhi altrettanto scuri, la sua pelle era di un ambrato meraviglioso , dava l’aria di uno che non viveva da queste parti. Un altro aveva i capelli di uno strano color arancione e dal viso rotondetto, sulle braccia mostrava diversi tatuaggi che, visti così, sembravano belli ma privi di qualsiasi significato. Ce n’era poi un terzo , dai capelli castano scuri e dagli occhi azzurri, quasi blu, sembrava non c’entrare niente con gli altri due. Il suo sguardo estremamente serio, le sue labbra completamente serrate se non per mostrare qualche smorfia di tanto in tanto. Mi faceva accapponare la pelle quella sua estrema serietà. Se l’avessi visto in giro sarei scappata, spaventata a morte.
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Strangers II Harry Styles
FanfictionDalla storia:Chiusi gli occhi per qualche secondo , ancora intontita e forse spaventata per quella caduta improvvisa. Quando li riaprii vidi l'autore di tutto quel disastro, che mi allungò la mano per aiutarmi ad alzarmi mentre borbottava scuse cont...