19.Pain

1.6K 55 0
                                    

Quella notte la passai a fissare il soffitto instancabilmente. Sapevo di aver sbagliato, di aver violato la sua privacy, di aver superato quell’invisibile linea che circondava il suo privato e avevo paura che quella mia troppa curiosità mi avesse portato a perdere Harry per sempre. L’avevo visto arrabbiato più volte ma in quella stanza, era diverso, la sua rabbia era diversa. Avevo decisamente sbagliato tutto quella sera. Volevo passare del tempo con lui, tranquilla, a divertirmi ,ma avevo rovinato tutto con la mia insicurezza prima e la mia troppa curiosità dopo. Ero davvero un disastro, sapevo sempre come rovinare ogni cosa. Presi in mano il cellulare e lo chiamai e richiamai almeno una ventina di volte ma non voleva chiaramente rispondere così rinunciai. In quel momento riuscii solo a sentirmi un fallimento, una persona decisamente inutile sulla faccia di questa terra. I miei genitori che , sempre lontani, non pensavano a me neanche un attimo, non si preoccupavano mai di sapere come stavo, se ero felice o triste, preoccupata o tranquilla, non sapevano neanche che università avrei frequentato a settembre, che tipo di persona avrei voluto diventare in un futuro non poi così lontano. E Harry, ora mi stava lasciando anche lui. Mi sembrava di essere così sola, ormai non vedevo neanche più le ragazze, come capitava una volta. Presi a riflettere su una frase che mi aveva colpito particolarmente in un film, ‘ ogni creatura quando muore è sola’. Quella visione mi aveva sempre spaventato molto, l’idea della morte, del non ritorno e la solitudine. Ma ora stavo realizzando che probabilmente era vera. Forse la mia vita era destinata a cambiare, forse in peggio o forse in meglio, ma quella solitudine che mi aveva accompagnato in quegli anni, con l’assenza dei miei, sapevo mi avrebbe accompagnato fino alla fine, sarebbe stata sempre al mio fianco, come un’amica fedele e nel vederla così, presi a non temerla più come, in un certo senso, avevo sempre fatto.

La mattina arrivò con il suo chiarore e io ero ancora li, sul quel letto, a fissare il soffitto e fare pensieri ormai inutili. Presi le cuffiette dell’ipod e iniziai a farmi cullare dalla musica, che sapeva esattamente come consolarmi. Una lacrima scese limpida sul mio viso stanco bagnandomi una guancia, non la frenai. Harry. Mi mancava terribilmente, volevo rivedere il suo sorriso, volevo sentire le sue mani stringermi, volevo sentire il mio corpo contro il suo, volevo riascoltare il suo battito, risentire la sua voce. Non mi importava più di Jennifer, ne di tutte le altre ragazze, non mi importava più della mia insicurezza, della mia e della sua gelosia, e di tutti i problemi che avevamo avuto, volevo solo riaverlo tra le mie braccia, con me. Aprii il file delle immagini sul mio cellulare e ritrovai quella vecchia foto che gli avevo fatto al nostro primo appuntamento, al mare. Lui con il cappello da cuoco, intento a fare l’impasto per la nostra torta. Era stato un appuntamento fantastico, forse il migliore della storia, dalla mia storia, della mia vita e tutto grazie a lui. Riuscivo a ricordare ogni attimo di quella giornata, ogni sorriso, risata, carezza , ogni bacio delicato. Sembrava tutto così sfocato, appartenente ad un passato così lontano quando in realtà era passato circa un mese, forse il mese migliore di sempre. Cazzo Harry ti voglio, ora. Torna ti prego.

HARRY’S POV

Charlie. Si insinuava in ogni mio pensiero, qualunque esso fosse. Tra le lacrime di quelle notte molte erano rivolte a lei, per il suo modo di rovinare ogni cosa, per la sua insicurezza , la sua impossibilità di fidarsi di me. Avevo avuto un passato che la metteva sulla difensiva ma ora lei per me era tutto, da quando l’avevo incontrata i miei occhi non riuscivano più a guardare veramente un’altra ragazza nel modo in cui le guardavo prima , con malizia, desiderio. Ma lei questo non l’aveva ancora capito e odiavo che soffrisse sempre in quel modo, per ferite che si procurava da sola, costruendo una realtà che non esisteva, fraintendendo sguardi in realtà innocui. E ora aveva invaso anche il mio passato, trovando quell’album. Mi aveva riportato indietro, a quei giorni che volevo dimenticare, a quella vita, a quei volti che sentivo non più appartenenti a me. Avevo bisogno di tempo. Tempo per riflettere, per pensare.

Strangers II Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora