Dove stavamo andando? Che intenzioni aveva Harry? In una settimana non aveva mai avuto il fegato di telefonare o rispondere alle mie chiamate e ora sembrava cambiato tutto, addirittura mi stava portando da qualche parte, sola con lui, forse per parlare…o forse no. Il silenzio regnò per qualche minuto ma decisi di romperlo, era irritante.
-dove mi stai portando?- chiesi
Harry non disse nulla, sembrava quasi infastidirlo quella domanda. Lo vedevo fissare la strada con un’intensità incredibile, come se avesse paura a posare gli occhi su di me. Era strano trovarmi li, sola con lui dopo una settimana di assoluta assenza. Forse si era reso conto di aver esagerato, o forse voleva dirmi chiaramente che era finita, che non voleva saperne più di me, che ero stata solo un gioco e ora si era stufato. Sentivo la testa girarmi e i miei occhi cominciavano a farsi pesanti ma dovevo resistere, per sapere cosa sarebbe successo. Dopo circa mezz’ora arrivammo davanti a casa sua e , parcheggiata l’auto, lo vidi scendere con estrema velocità, sbattendo la portella con violenza. Non riuscivo a capire. Perché eravamo li? Scesi con delicatezza dall’auto e lo seguii, accompagna ancora dal silenzio. Una volta entrati in casa Harry mi disse di aspettarlo in salotto e poi lo vidi allontanarsi. Era strano trovarmi ancora in quel posto, mi sembrava passata un’eternità dall’ultima volta che avevo visto quella casa, come fosse passato un tempo incredibilmente lungo a cui non riuscivo a dare un termine. In quei minuti ripensai a quella sera e decisi che forse avrei dovuto scusarmi di persona, ora che era il momento, ora che Harry mi aveva portato li. Quando sentii i suoi passi fare ritorno in salotto mi rizzai sul divano e quando lo vidi comparire sulla soglia il mio cuore fece un sobbalzo. Non capii se era agitazione, terrore, gioia o che altro ma quando lo vidi con quell’album tra le mani mi alzai di scatto, indietreggiando.
-siediti- disse con tono imperativo.
Non volevo sedermi, in realtà volevo solo andarmene, non volevo rivedere quella rabbia nei suoi occhi, mi aveva terrorizzato. Ma mi sedetti. Lo osservai per qualche minuto, mentre le sue mani sfogliavano le delicate pagine di quell’album rovinato, con quelle foto misteriose. Harry mi mostrò una fotografia che lo ritraeva con quella bellissima donna dai capelli neri e mi disse che era sua madre, poi mi mostrò un’altra foto in cui erano presenti anche l’uomo e la ragazza. Suo padre e sua sorella.
- la mia non era una famiglia felice, ho sempre vissuto nel terrore e nella violenza. Mio padre beveva ogni sera e poi picchiava mia madre, riducendola ad uno straccio e toccava mia sorella, che aveva paura di difendersi. Nelle poche volte in cui era sobrio mi insegnava a fare a botte ma non mi faceva mai sentire abbastanza così io trasmettevo questa sensazione di umiliazione verso mia madre che subiva. Per anni la mia vita è andata avanti così , con il silenzio di mia madre su ogni gesto che mio padre compiva dopo aver bevuto. Quando avevo 15 anni, una sera mio padre andò nella stanza di mia sorella che ormai stava dormendo e la violentò. Sentivo le grida dalla mia stanza di mia madre che cercava di farlo smettere, quelle di mia sorella piangere e poi mio padre, che imprecava contro di loro. Ad un tratto sentii uno sparo , poi il silenzio. Nei minuti successivi, in cui sentii un secondo sparo, il mio cuore si era fermato completamente. Ero come paralizzato su quel letto. Quando decisi ad alzarmi , andai nella stanza di mia sorella e trovai i corpi senza vita di mia madre e di mio padre. Mia sorella era in un angolo , che guardava nel vuoto, con il terrore negli occhi. Da quella notte non l’ho più vista, non ha più voluto saperne niente di me e della mia vita-
Rimasi ad ascoltare il racconto di Harry in estremo silenzio. Mi aveva lasciato senza parole quello che aveva detto e non sapevo che dire. Non riuscivo a capacitarmi del fatto che suo padre era un uomo così violento da uccidere sua moglie per poi togliersi la vita, non riuscivo a credere che Harry avesse dovuto subire una vita così difficile. Rimasi immobile per un tempo che mi parve un’infinità e quando Harry alzò lo sguardo su di me vidi le sue lacrime per la prima volta, lacrime che solcavano il suo viso scavato dal dolore. Non avrei mai dovuto entrare in quella stanza, rievocando in lui quei ricordi così orribili. Con impulsività mi affiancai ad Harry e lo abbracciai, fu l’unica cosa che riuscii a fare, oltre che chiedergli scusa subito dopo. Restammo tutta la notte sdraiati su quel divano a guardarci, senza parlare, cercando di perdonarci l’un l’altro, interrotti solo dall’entrata di Louis di ritorno da una festa. Ora capivo l’aggressività che Harry aveva in certi momenti, quella sua rabbia incontrollabile che mi terrorizzava tanto. Mi sentivo mancare il respiro nel pensare che la sua vita era stata un inferno in quegli anni e ora il fatto che quei giorni tornassero nella sua mente, in parte era colpa mia e volevo rimediare.
-mi dispiace Harry, mi dispiace davvero- dissi asciugandomi una lacrima.
Harry avvicinò le sue labbra alle mie e mi lasciò un bacio delicato, sfiorandomi il viso con la mano. No, non l’avrei mai lasciato andare, non ora. Era diventato parte essenziale della mia vita, non potevo guardarlo andarsene da me, non volevo che accadesse. Lui, solo lui sapeva farmi stare bene in quel momento, farmi sorridere quando ne avevo meno voglia, solo lui sapeva farmi battere il cuore davvero.
-Harry…- dissi
Vidi i suoi occhi puntarsi suoi miei, facendomi perdere nella loro profondità.
-Mi vuoi ancora?- chiesi titubante.
Forse avevo paura di sapere quale fosse la risposta, paura che potesse dirmi che in realtà non mi aveva mai voluto o che dopo quel litigio non voleva sapere più niente di me e della mia vita. Avevo paura di perderlo.
Ancora una volta non disse nulla ma vidi la sua bocca avvicinarsi, per poi sfiorare delicatamente il mio collo. A quel contatto brividi di piacere mi percorsero la schiena e in un istante capii che era arrivato il momento di sconfiggere quella paura, il ricordo lontano di Max e di quella notte, era giunta l’ora di fare l’amore con Harry, di dimostrarci che lui era mio e io sua.
Harry si alzò e mi tese una mano, che prontamente afferrai e sentii trascinarmi su per le scale, in camera sua. Il mio cuore batteva all’impazzata e sentivo il respiro farsi corto, colto dall’eccitamento e dall’ansia di ciò che stava per accadere. Non era la mia prima volta, avevo perso la verginità quattro anni prima ma pensare di poterlo fare con Harry mi angosciava da un lato e mi eccitava dall’altro. Sembrava un’esperienza del tutto nuova quando in realtà non lo era, forse era proprio Harry a fami sentire in quel modo.
Arrivammo nella sua camera e vidi Harry fermarsi di colpo, girandosi verso di me. Tremai come una foglia, senza smettere di guardarlo nella sua più completa perfezione. Un ciuffo riccio ricadeva sulla sua fronte rilassata, i suoi occhi verdi sembravano essere più intensi, risplendendo alla luce soffusa del lampadario. Lo vidi avvicinarsi piano, con lo sguardo ardente e la sicurezza in sé. Sentii ribollirmi dentro, come un vulcano in fase di eruzione.
- Non sai quanto ti voglio, Charlie- sussurrò
Sentii mancarmi il respiro. Harry si chinò e premette le sue labbra contro le mie in un bacio deciso e travolgente. Le sue mani afferrarono le estremità del mio vestito , portandole verso l’alto , liberandomi di quell’indumento che lasciò cadere sul pavimento. Rimase qualche secondo a fissarmi con l’intimo addosso, soffermandosi sul perizoma nero semitrasparente che aveva trovato nel mio cassetto circa una settimana prima. Vidi un sorrisetto beffardo formarsi sulle sue labbra che si bagnò subito dopo con la lingua. Cazzo se mi eccitava quando lo faceva. Senza esitare un secondo mi avvicinai a lui, tornando a baciarlo con esigenza, cercando la sua lingua vogliosa. Lo sentii abbracciarmi e stringermi a sé facendo aderire i miei fianchi contro la sua erezione, facendomi ansimare leggermente. Afferrai i suoi ricci scompigliati, stringendoli con delicatezza , provocandogli un gemito. Feci scendere le mie mani sui bordi della sua maglietta e gliela sfilai, passando poi le dita sul suo torace. Il suo corpo era davvero eccitante, non mi sarei mai stancata di poterlo ammirare. Harry mi spinse sul letto, salendo poi sopra di me , e iniziò a passare la lingua sul mio ombelico per poi spostarsi leggermente sui fianchi, che cominciai a muovere a quella sensazione. Sentirmi baciare dalla sua bocca su ogni centimetro della mia pelle mi mandava in estasi. Sentii le sue mani scivolare con delicatezza sotto il mio sedere, stringendolo leggermente, per poi spostarsi fino alle mie cosce. Sentivo il suo sguardo bruciarmi la pelle, ardere di piacere e di voglia di avermi. Lo vidi scendere tra le mie gambe, dove mi sfiorò con una mano , facendomi gemere.
-Cazzo Charlie…non sai che ti farei- disse
Questa affermazione mi fece avvampare di desiderio, un calore mi avvolse completamente il corpo. Volevo Harry. Ora. Mi rizzai leggermente sul letto, avanzando poi verso di lui. Lo feci sdraiare e gli tolsi i jeans, facendolo restare nei suoi boxer neri ma quando stetti per toglierli Harry mi fece tornare sotto di lui.
- Prima io…- disse sorridendo
Mi lasciai scappare una risatina. Harry fece passare le sue mani sotto la mia schiena per cercare di slacciarmi il reggiseno e per facilitargli questa azione inarcai la schiena, premendo contro di lui. – ti prego muoviti- pensai, stringendo il lenzuolo con forza. Dopo qualche secondo mi ritrovai nuda sotto di lui, persa in un suo bacio. Una mano gli scivolò tre le mie gambe e mi toccò e d’istinto le chiusi. Si staccò da me guardandomi di traverso e io mi morsi un labbro, facendolo eccitare. Le sue mani mi allargarono di nuovo le gambe e tornò a toccarmi con più frenesia, non smettendo mai di guardarmi godere a quel tocco. Rovesciai la testa all’indietro e gemetti. Poi smise.
- Stronzo..- dissi
Lo vidi sorridere mentre si tolse i boxer, liberando la sua erezione. Si allungò verso il comodino a fianco del letto e ne estrasse una bustina rossa che aprì con i denti. Senza che me ne rendessi conto, forse colta dalla frenesia, Harry era dentro di me. Lo sentivo muoversi con delicatezza, cogliendo ogni attimo di quel momento. Sembrava tutto così meraviglioso, incredibilmente perfetto. Nell’abituarmi a quella sensazione di piacere cominciai a muovere i fianchi verso i suoi, incitandolo ad accelerare. Gemetti e lui con me, senza smettere di spingere ad un ritmo irrefrenabile. Conficcai le unghie nella sua schiena per placare in qualche modo quel piacere troppo forte, quel vortice di sensazioni incredibili. Ed ecco, sentii il mio corpo fremere, inarcandosi, leggermente bagnato di sudore. Puntai i miei occhi su quelli di Harry che ricambiò con uno sguardo famelico , pieno di eccitamento.
- Oddio…- gemetti
Un vortice di calore mi esplose dentro, facendomi raggiungere l’apice del piacere che dopo qualche secondo raggiunse anche Harry. Mi abbandonai a quella sensazione, con il respiro ancora affannato e il cuore martellante, la mente piena di pensieri caotici. Guardai Harry che aveva la fronte premuta contro la mia, gli occhi chiusi e lo sentivo ancora ansimare. Poi lo vidi sbarrare gli occhi, mostrando uno sguardo dolce.
-wow..- riuscii a dire, una volta che Harry scivolò a fianco a me.
Non potevo credere che fosse realmente successo, non potevo credere di essere stata a letto con Harry. Era stato bellissimo, forse il sesso migliore che avessi mai fatto.
- Ti è piaciuto?- disse Harry.
Se mi era piaciuto? Era stato incredibile. Mi stiracchiai a fianco a lui, sentendomi leggera, stanca ma leggera. Gli sorrisi, non riuscivo a fare altro perché ero felice come non lo ero mai stata, era stato qualcosa di indescrivibile. Mi morsi il labbro guardandolo.
- non hai risposto- disse avvicinandosi.
- è stato perfetto- dissi
Lo vidi sorridere mentre avanzava per lasciarmi un bacio dolce sulle labbra. Le sue mani scivolano sul mio corpo ancora in fremito, facendomi desiderare di averlo ancora e ancora.
- Ora sei mia. Mia per sempre.-
STAI LEGGENDO
Strangers II Harry Styles
FanfictionDalla storia:Chiusi gli occhi per qualche secondo , ancora intontita e forse spaventata per quella caduta improvvisa. Quando li riaprii vidi l'autore di tutto quel disastro, che mi allungò la mano per aiutarmi ad alzarmi mentre borbottava scuse cont...