30.Puzzule

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HARRY’S POV

Mai nessuno sarebbe stato capace di fare un gesto simile, mai. Solo lei metteva me al primo posto, in tutto. Aveva usato i suoi soldi, i suoi risparmi per tirarmi fuori da quel posto orrendo e credo che non l’avrei mai ringraziata abbastanza per questo. Dopo che l’ebbi accompagnata, tornai a casa a riposare, ero distrutto e sembrava che la mia testa volesse scoppiare da un momento all’altro. Sbattei la porta e mi accasciai sul divano, chiudendo gli occhi qualche secondo, prima che la voce di Louis mi riportasse alla realtà.

-Harry, ma dov’eri?- chiese.

- non sono affari tuoi- sputai.

Louis si avvicinò a me, sedendosi su uno dei braccioli del divano, fissandomi serio.

- Ti sei messo nei casini?-

- Lou, per una volta fatti i cazzi tuoi ok?- risposi alzandomi e andandomene. 

Ero furioso per ciò che era successo, continuavo a tormentarmi per capire come fosse stato possibile che ci avessero scoperti, dopo tutto quel tempo. Non riuscivo a ricordare niente, niente che potesse essere rilevante, tranne quella macchina al buio, giù dalla collina. Apparentemente non sembrava avere nessuna connessione eppure continuava a tormentare i miei ricordi. Mi chiesi il perché. Confusione, ricordavo molta confusione. Ricordavo anche di aver detto a Charlie di scappare nel bosco, ora ciò mi era tornato alla mente, come un flash. Salii in camera e mi stesi sul letto, fissando il soffitto. Dovevo ricordare qualcos’altro, dovevo per forza. Sentii suonare il cellulare. 

-Harry, sono Tyler- disse 

-Ciao, cosa c’è?-

- ho sentito che ti hanno beccato- continuò.

- si. Si può sapere che cazzo è successo?-

- vieni da Nick tra mezz’ora - chiuse.

Nick era il proprietario del bar in cui avevo conosciuto Tyler anni fa, lo stesso bar in cui ci davamo sempre appuntamento. E proprio in quel bar nacque il mio amore per le corse.

*FLASHBACK*

Erano i primi giorni di agosto e il caldo pesava sul mio corpo. Vidi per caso l’insegna di un bar , “17 BLACK”, e decisi di entrarvi. Era completamente vuoto, se non per un ragazzo dai capelli rasati che sedeva in un angolo a guardare le gare motociclistiche. Andai al bancone e ordinai una vodka.

- Quanti anni hai ragazzino?- mi chiese il barista.

- 18, stronzo. Dammi da bere- risposi.

Lo vidi riempirmi il bicchiere che presi a bere a piccoli sorsi, infiammato da quel sapore alcolico. Mi sedetti ad un tavolo, osservando la TV, guardando attentamente i ragazzi su quelle moto meravigliose, serve dei loro comandi. Sembravano così liberi.

- Ti piacciono le moto?- chiese il ragazzo dai capelli rasati, voltandosi verso di me. 

- non ci ho mai pensato- confessai.

Rise.

- Sembravi incantato-

- sembra bello- risposi.

Lo vidi alzarsi e venire a sedersi sulla sedia a fianco alla mia.

- Sono Tyler- disse tendendomi la mano.

-Harry- 

Lui sembrava essere veramente un appassionato di quelle corse che mai mi avevano portato a tanta curiosità, così prese a raccontarmi del suo giro di amici, delle corse clandestine che facevano su alla collina, fuori città. Mi chiese se volevo provare, mi chiese di imparare a guidare una moto. Gli dissi di si.

Strangers II Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora