28.Danger

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CHARLIE’S POV

Non sapevo esattamente a che gioco Harry volesse giocare, la sua mente perversa non era così semplice da decifrare ma mi lasciai trasportare da quell’ondata di piacere intenso , concedendomi a qualunque cosa avesse intenzione di mettere in atto. Eravamo ormai coricati sul morbido tappeto bianco steso nel soggiorno ai piedi del divano, i miei gemiti riempivano quella stanza prima immersa nel silenzio più opprimente e lo vedevo sorridere al suo vedermi compiaciuta per quello che ormai mi stava provocando. La luce era soffusa ai miei occhi semichiusi eppure il suo viso mi era così nitido allo sguardo, avrei potuto disegnare perfettamente i lineamenti del suo volto, della sua bocca ora leggermente rossa, dei suoi occhi verdi e profondi come un pozzo senza fondo , brillanti come la luce del sole d’estate. Era incredibile quanto quel ragazzo risultasse essere perfetto, nonostante i ricci scompigliati e un leggero velo di sudore formatosi sulla parte alta della fronte nel punto esatto dell’attaccatura dei capelli. Le sue labbra secche venivano talvolta inumidite dalla sua lingua, per poi posarsi sulle mie in un bacio delicato, appena pronunciato, quasi un leggero sfiorarsi. I nostri respiri spezzati sembravano ormai andare all’unisono, provocando un’ondata di suoni indistinti , confusi, uniti a volte ai miei gemiti, a volte ai suoi leggeri gridi di dolore per il conficcarsi delle mie unghie nella pelle della sua schiena, facendo fuoriuscire piccole quantità di sangue che colava lateralmente andando a macchiare i suoi fianchi. In quel momento così soffuso sentii come il lontananza un suono ovattato, non chiaro. Stavo per crollare. E poi ancora quel suono. Tutta l’adrenalina che un secondo prima circolava nel mio corpo svanì, facendomi accasciare completamente sul tappeto, seguita da Harry che mi si posizionò di fianco, chiudendo gli occhi. In quel preciso istante sentii quel suono ripetersi in maniera insistente, ripetitiva. Vidi Harry alzarsi e dirigersi verso quelli che dovevano essere i suoi jeans, poco distanti da noi.

- Pronto?- disse al cellulare.

Chiusi gli occhi. Mi persi nell’ascoltare solamente il silenzio interrotto talvolta dalla voce roca di Harry, intento a discutere con qualcuno al telefono.

-Charlie scusa ma devo scappare. Mi hanno chiamato per una gara- disse rivestendosi.

- posso venire?- chiesi raddrizzandomi.

- va bene ma sbrigati-

Presi i vestiti sparsi per il salotto e mi rivestii più in fretta che potei, sistemandomi leggermente i capelli spettinati, privi di qualsiasi forma. Chiusi la porta a chiave e uscimmo in strada, verso la sua moto nera, lucente anche sotto la luce fioca di un lampione. Mi diede il suo casco, che fissai saldamente sopra la mia testa e salii sul sedile del passeggero, abbracciando poi il corpo caldo di Harry che strinse saldamente il manubrio facendo partire la moto. Sfrecciavamo ad una velocità superiore ai limiti consentiti ma ciò non sembrava preoccuparlo minimante e così mi strinsi a lui con più energia, intirizzita dal freddo. Percorremmo le vie della città per poi risalire la collinetta appena fuori la periferia, arrivando allo spiazzo ormai stracolmo di gente e di rombati assordanti. Harry parcheggiò la moto in un angolo chiedendomi di restare ferma mentre andava a cercare il suo amico Tyler. Lo vidi scomparire in mezzo alla folla così mi sedetti su una sedia li a fianco, aspettando.

HARRY’S POV

Mi diressi in cerca di Tyler in mezzo a quella folla smisurata e dopo svariati minuti lo trovai.

- Sono pronto- dissi

- muoviti, ti stanno aspettando.- rispose.

- sono Styles, io mi faccio sempre aspettare- dissi facendogli l’occhiolino e allontanandomi.

Tornai da Charlie che trovai seduta su una sedia a fianco della moto e le presi il casco di mano, fissandomelo sulla testa.

-torno tra poco- le dissi togliendo il cavalletto dalla moto.

Strangers II Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora