2. Promesse sull 'acqua

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Dopo aver messo in carica il telefono, Anna decise di infilarsi sotto le lenzuola per cercare di chiudere occhio. Di lì a poche ore la sveglia avrebbe suonato e lei doveva andare a scuola.

Erano passati sette giorni dalla rottura con Niccolò, ma il dolore era vivo, intenso.
Era una ferita che avrebbe fatto fatica a rimarginarsi.
Anna lo sapeva bene.

In quelle poche ore che le erano rimaste di riposo, provò a non pensare a quelle braccia ricoperte di tatuaggi che l'avevano avvolta tante volte sotto le coperte.
Cercò di eliminare dalla mente quel suo bofonchiare nel sonno che spesso L e impediva di dormire.
Tentò di dimenticare quegli occhi marroni che la osservavano con tanto di quell'amore da far venire la pelle d'oca.
Soprattutto, fece finta di non ricordare il suo profumo, quello per cui lei prendeva puntualmente in prestito le sue magliette.

Però, più lei cercava di dimenticare questi particolari, più essi restavano inchiodati nella sua testa e le impedivano di chiudere gli occhi.

Quando finalmente riuscì a prendere sonno, ormai mancava un'ora al suono della sveglia.
Anche quella sarebbe stata una giornata difficile fin dal risveglio.
***

- Allora ragazzi, oggi parleremo degli epigrammi.-
Affermò il professore di greco, Francesco Giuliani.
Dal suo banco Anna era già pronta con la penna in mano per prendere appunti.
Letteratura greca aveva sempre affascinato la ragazza, ma da quando era arrivato quel docente le lezioni erano ancora più interessanti.
Francesco Giuliani, fresco di laurea e di abilitazione ad insegnare, sapeva come trasformare i poeti greci in autori contemporanei.
Saranno infatti pure passati millenni, ma le emozioni che provavano gli uomini secoli fa, sono le stesse che sentono i ragazzi al giorno d'oggi.

Anna era pronta a concentrarsi interamente sulla lezione del prof: era infatti l'unica cosa che le impediva di pensare a Niccolò.

-Allora, come sapete gli epigrammi sono dei piccoli componimenti che hanno fatto un enorme successo in età ellenistica...- Affermò Giuliani, mentre prendeva posto sulla cattedra.
Per tutta la prima ora continuò a delineare le caratteristiche del genere, parlando con la felicità di chi ama fare il proprio lavoro.
Al suono della campanella arrivò il momento preferito di Anna: la lettura dei componimenti.
Quel giorno però, la sua lezione preferita divenne l'ennesima lama conficcata nel cuore.

-Allora, di Meleagro ci restano pochi frammenti e la tematica più frequente è quella erotica. Egli dedica diversi epigrammi a Eliodora, altri sono composti per ragazzi di cui si era innamorato.
In particolare, mi piacerebbe leggere insieme a voi questo frammento che vi ricorderà un altro autore-
Anna era pronta ad ascoltare, ma avvertiva nell'aria qualcosa che la turbava: un presentimento che qualcosa di brutto stava per arrivare.
- Notte sacra, e tu lucerna, vi abbiamo prese a testimoni
dei giuramenti che ci siamo scambiati, voi e non altri:
lui ha giurato di amarmi, e io di non lasciarlo
per sempre; avete avuto l'impegno di entrambi.-
La ragazza sospiró: tanti pensieri le si stavano accavallando nella testa.

-Ora lui dice che quel giuramento scivola sopra l'acqua,
e tu, lucerna, lo vedi tra le braccia di altri.-

Anna chiuse gli occhi.
Le promesse degli amanti sono come le scritte sulla sabbia: poco dopo le onde arrivano a cancellare tutto, senza lasciare traccia.
Sono parole effimere, dette con il trasporto emotivo di due innamorati che vannoin malora non appena il sentimento finisce.

A quel punto il docente chiese cosa significassero quegli ultimi versi.
Lui diede un'occhiata ad Anna, aspettando una sua risposta.
Ma questa volta lei aveva lo sguardo basso, totalmente assente.
Il prof non poteva sapere ciò che passava nella mente della ragazza, ma sapeva che qualcosa non andava.

"Appena finisci questi esami di merda, ti porto via per ventiquattro ore.
Solo noi due, lontani da tutto e da tutti."
Quella promessa risuonava nelle orecchie di Anna con estremo dolore.
Ricordava persino il momento esatto in cui Niccolò aveva pronunciato quelle parole.
Era una di quelle sere in cui lei aveva casa libera e il ragazzo le veniva a far compagnia.
L'indomani la fidanzata avrebbe avuto un' interrogazione di latino e, sebbene Niccolò si fosse già diplomato e non conoscesse l'argomento, era disteso sul letto ad ascoltarla ripetere.
Anna era tesa come una corda di violino e non riusciva a stare ferma.
Mentre parlava, camminava velocemente su e giù per la stanza e ciò faceva sorridere il moro.
-Anna logorerai il pavimento così- Affermò lui, ridacchiando
-Nick, sono troppo in ansia e mi dispiace passare così la serata e...-
A quel punto Niccolò si alzò dal letto e si avvicinò alla ragazza.
Le sfiorò il volto con una mano, guardandola dolcemente.
I suoi occhi scuri inchiodarono quelli blu della ragazza,  lasciandola senza fiato.
- Ehi Ehi, non puoi preoccuparti pure per me, altrimenti stamo freschi- Lei accennò un sorriso.
Allora Niccolò, tenendole il volto tra le mani le disse che per quella sera avrebbe portato pazienza e le fece quella promessa.
Anna, con il cuore che batteva forte per la felicità lo aveva baciato ed aveva affondato la testa tra le sue braccia.

La ragazza si risvegliò da quel ricordo quando udì la voce del professore chiamarla
-Franceschini si sente bene?-
Anna aveva gli occhi lucidi, pronta a scoppiare a piangere.
La studentessa fece cenno di no con la testa e con un filo di voce chiese di andare in bagno.
Il prof acconsentì e lei corse via.
Quando raggiunse la toilet le lacrime le rigavano già il viso.
Chiuse la porta a chiave e si sedette per terra, rannicchiata in un angolo e scoppiò in un fragoroso pianto.
Non le importava affatto che qualcuno potesse sentirla, nè che qualcuno potesse entrare di soppiatto.
Il dolore era così forte da oscurare ogni altra cosa.
Era la sofferenza delle promesse infrante.
Delle promesse scritte sull' acqua.

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