28.Ti vorrei sollevare

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-Tipo che io e Sofia non stiamo più insieme da settimane e Quando fuori piove non l'ho scritta per lei... ma per te, Anna-

Quelle parole furono uno schiaffo in pieno volto per Anna. La ragazza rimase con la bocca socchiusa e si sedette sul letto.

No, Niccolò stava mentendo. Non poteva essere vero. 

La ragazza sbarrò gli occhi e guardò Niccolò, sconcertata. Tutto ciò che aveva pensato prima di allora era crollato con un soffio di vento. Lui non la stava prendendo in giro, anzi.

Dopo qualche secondo di assoluto silenzio,  lui riprese la parola .

- Sì ti ho scritto come quando fuori piove e tutte quelle canzoni che leggevi di  nascosto mentre dormivo! Potrei anche dirti l'esatto momento in cui le ho scritte. Pianeti, L'eleganza delle stelle, Piccola stella, Vuoi volare con me? E tante altre sono state scritte solo ed esclusivamente per te. Come hai potuto pensare che non fosse così?- Affermò lui, aumentando il tono di voce.

Anna ebbe l'impressione che la bocca fosse divenuta secca. Dalle sue labbra non usciva più mezza parola, come qualcuno avesse premuto il tasto muto su di lei.

Le mani erano saldamente aggrappate al lenzuolo, come se questo potesse svanire da un momento all'altro.

Osservò Niccolò e si sentì scrutata fin dentro l'anima da quegli occhi marroni.

- Persino quando cercavo di non pensarti, quando ero incazzato nero con te, non riuscivo a scrivere non pensandoti. Sono quattro anni che se impugno la chitarra è per cantarti qualcosa-

- Allora perché non mi hai detto mai nulla? Perché sei stato con Sofia se ancora scrivevi canzoni per me?- Chiese lei, a voce bassa. Niccolò alzò il sopracciglio, sorpreso dalla domanda. 

Evidentemente è convinto che io sappia la risposta, pensò lei abbassando lo sguardo.

- Perché ero convinto che con lei le cose potessero avere una piega diversa... per una volta non dovevo nascondermi, mentire al mio migliore amico... era tutto più semplice!-

Ogni parola di Niccolò era una morsa al petto di Anna. In quattro anni non avevano mai parlato così chiaramente

- Se questo ti faceva stare così male perché non me lo hai detto? Avremmo potuto trovare una soluzione, insomma...-

Niccolò sbuffò e la interruppe - Le persone più vicine a te lo sapevano: Marta, Vic, persino Federico sa chi sono! Io invece? L'unica che aveva intuito qualcosa era Elisa, ma non volevo complicarle le cose con Mike. Pensa che lo ha scoperto Adriano neanche una settimana fa! Sapessi quante volte avrei voluto andare in giro mano nella mano con te! Sono anni che mento a tutti, ma non ti ho mai detto nulla perché dopo tanto tempo avevamo trovato un equilibrio! Poi...-

Il ragazzo chiuse gli occhi e deglutì. Si pietrificò, come se fosse stato tramutato improvvisamente in una statua.

Anna si alzò preoccupata. Non capiva che cosa gli fosse preso. Sapeva che quell'atteggiamento non era proprio di Niccolò e sentì l'ansia attraversarle il corpo.

-Nic?-

Si avvicinò e combatté con sé stessa per non prendere tra le mani il viso del ragazzo. Lui aprì gli occhi, lucidi per le lacrime che stava cercando di trattenere. 

- Poi? Non dirmi che mi hai lasciato solo per questo... Avremmo potuto risolvere tutto questo mesi fa!- Improvvisamente si sentì sollevata: potevano ricominciare tutto quella sera. Avrebbero Sarebbero cambiate un po' di cose, ma l'importante era tornare insieme. Abbozzò un sorriso e tolse via una lacrima dal volto di Niccolò, cercando di contenere l'emozione di riaverlo così vicino a sé. Tuttavia, il ragazzo era ancora paralizzato, distante mille miglia da lei. I suoi occhi deviarono quelli di Anna e fece cenno di no con la testa.

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