Il tempo.Cos'è? Nessuno vi saprebbe dare una chiara e concisa definizione. Sappiamo tutti come funziona, ma nessuno sa spiegarlo.
Provate a chiederlo ad uno studente nell'ora di lezione più noiosa della sua vita: vi dirà che il tempo trascorso è direttamente proporzionale al tedio che prova in quel momento. Si dilata all'infinito e la campanella è sempre più lontana.
Se invece foste stati un po' coraggiosi, lo avreste domandato a quel ragazzo che vi ha urtato, facendosi largo su un marciapiede di Roma particolarmente affollato. Vi avrebbe risposto di sfuggita, proseguendo nella sua corsa, che il tempo è proprio ciò che gli manca in quel momento.
Voi non avete avuto modo di chiedergli quale fosse il suo nome, ma, se siete arrivati a questo punto della narrazione, cari lettori, sapete chi è e che la sua missione non sarà affatto facile. Non vi resta che proseguire nella lettura e seguire i passi svelti del nostro protagonista.
***
Più Niccolò cercava di essere rapido, più i secondi si accorciavano. Aveva l'impressione che i suoi piedi sprofondassero sempre di più nell'asfalto, impedendogli essere veloce come avrebbe voluto. Il suo fiato si accorciava e sentiva che da un momento all'altro il cuore gli sarebbe scoppiato nel petto per lo sforzo che stava facendo. Tra un respiro e un altro si maledisse aspramente per tutte le sigarette fumate negli anni.
Dal momento in cui Vincenzo gli aveva comunicato che Anna era tornata a casa, tutto ciò che poteva andare male, andò ancora peggio di quanto immaginato: infatti, non solo non era riuscito ad arrivare in tempo, ma la macchina aveva deciso di abbandonarlo definitivamente proprio nel momento del bisogno. Fortunatamente era stato in grado di parcheggiarla, ma la sua destinazione distava almeno trenta minuti e se voleva ridurre quel tempo doveva correre come non aveva mai fatto. In quel momento cercava disperatamente di farsi largo tra la gente che stava ostacolando il suo tragitto, colpevole di passeggiare sul suo stesso marciapiede. Tutto, ma proprio tutto, era contro di lui.
Dopo essere riuscito a superare la folla, Niccolò continuò a correre più velocemente, nella speranza che quei pochi minuti risparmiati potessero recuperare anni di incomprensioni.
In quei minuti provò a formulare qualcosa, ma non ci riuscì: le parole che avrebbe voluto dire sembravano poche, superflue, inutili.
Avrebbe desiderato urlare a pieni polmoni "sono un coglione".
Sì un coglione perché per tutto questo tempo avevo in mano l'opportunità di cambiare tutto ed invece ho avuto paura. Ero terrorizzato all'idea di legarmi a qualcuno e ho distrutto tutto.Quei pensieri gli appesantirono il cuore ed i passi, per cui provò a scacciarli, ma il senso di colpa era più fastidioso dell'orticaria. Inoltre, la possibilità che quell'ultimo disperato tentativo fosse vano lo logorava e lo lasciava privo di forze.
Quando ormai sembrava che quei pensieri stessero per sopraffarlo, Niccolò si rese conto di trovarsi sulla via della casa di Anna: il sollievo di essere quasi giunto a destinazione fu la dose giusta di incoraggiamento per macinare quegli ultimi metri.
Quando arrivò al portone, non riusciva quasi a reggersi in piedi per lo sforzo. Il cuore gli palpitava talmente forte che non sapeva se fosse stato per la corsa o per il fatto che da lì a poco avrebbe rivisto l'amore della sua vita. Prima che perdesse quella dose di coraggio che aveva appena recuperato, suonò con forza il campanello.
Dopo qualche secondo di attesa, si allontanò di un paio di passi e individuò subito la finestra di Anna, da cui in quel momento proveniva una luce fioca, offuscata dalle tende colorate.
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FanfictionAnna ha diciannove anni e il cuore infranto. Con la disperazione e la sofferenza di chi ha perso un amore importante, scrive una serie di bozze nelle note del cellulare. E se per caso queste note diventassero pubbliche? 2K views il 17/06/2019