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29. When the party is over

- Sei proprio una puttana!- Urlò Federico, con gli occhi iniettati di sangue.
Quelle parole ferirono Anna in un modo che lei non riuscì a gestire.
La voce le tremava e gli occhi divennero acquosi,
Trattieni queste lacrime, cazzo! Pensava nella sua mente.
Tentò di aprir bocca, ma le parole vennero meno.
Federico le si avvicinò ad un centimetro dalla faccia, ma non per baciarla o per abbracciarla, bensì per intimorirla.
E la cosa peggiore è che ci stava riuscendo.
- Non parli perché sai che è vero- Disse guardandola con disprezzo.
Il fiato iniziò ad accorciarsi e le gambe iniziarono a tremare.
- Aò vedi de allontanatte subito da lei-
Sentire quella voce le fece tirare un sospiro di sollievo.
Anna si voltò verso di lui con una lacrima che le rigava il viso.
Federico lanciò al ragazzo uno sguardo di sfida e sbeffeggiandolo disse
- Ah sì? E se non lo faccio che mi succede?-
E afferrò il polso della ragazza.
A quel punto Niccolò si avvicinò, con la rabbia che traspariva in ogni suo passo.
- Ti beccheresti quello che avrei dovuto darti quella sera al Factory- Niccolò parlò a bassa voce, con una freddezza paurosa.
Federico dal canto suo rise
- Pensi di farmi paura? Davvero?-
Allora Niccolò, cogliendolo alla sprovvista, lo afferrò per il colletto della camicia e lo fece sbattere al muro del corridoio.

-Questo è un avvertimento. Stai lontano da lei e non farti più vedere. La prossima volta passerò ai fatti, intesi?- Ringhiò Niccolò ad un centimetro dal suo naso.
Lo guardò dritto negli occhi e poi lo lasciò andare.

Il ragazzo se ne andò sbattendo la spalla addosso ad  Anna.
La ragazza tremava ancora per lo spavento. Non si sarebbe mai aspettata una reazione simile a quella di Federico.
- Stai bene Anna?- La ragazza guardò basso e fece cenno di no. Non riusciva neanche a parlare.
Chiuse gli occhi, cercando di trattenere le lacrime.
Le sue scapole fecero un sussulto.
A quel punto Niccolò la accolse tra le sue braccia. Lei poggiò la testa sul suo petto, da dove sentiva il cuore del ragazzo battere forte.
Abbassate tutte le difese, sentendosi protetta da quelle braccia, diede il via ad un fragoroso pianto.
Non le importava più di mostrarsi forte davanti a Niccolò.
Era stanca di nascondere le lacrime.
Era esausta di tutto.

***

Sebbene Federico avesse portato via insieme alla sua moto un po' di malumore e di tensione, quella sera infernale non era ancora conclusa.

Più passavano le ore, più l'apocalisse sembrava vicina. Era come assistere ad una partita di domino ed osservare tutte le tessere cadere velocemente una dopo l'altra, senza poter fare assolutamente nulla.

Quando infatti, Anna e Niccolò ritornarono in mezzo agli altri, ebbero l'impressione di trovarsi in tutt'altro posto rispetto a prima: improvvisamente era calato un silenzio pesante, a tratti asfissiante.

La ragazza avvertiva lo sguardo degli altri addosso, su ogni centimetro della sua pelle. Tuttavia, l'unico di cui realmente le importava era Michele, che in quel momento aveva gli occhi da tutt'altra parte; sembrava non essersi accorto dell' arrivo di Anna e Niccolò.

I due si accomodarono, accolti dal un religioso silenzio per qualche secondo.
- Anna tutto bene? Federico ti ha fatto qualcosa?- Chiese improvvisamente Vincenzo, passandole una mano sulla spalla. Lei biascicò che stava bene, ma la sua attenzione era focalizzata sul fratello, che sembrava una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.

Poggiò la testa sulla spalla di Vic, cercando di nn far trasparire la sua voglia di piangere da un momento all'altro.
Improvvisamente Michele si alzò dal divanetto ed alzò lo sguardo verso Niccolò, carico di disprezzo. Si infilò la giacca, bevve un ultimo sorso di birra e finalmente degnò la parola ad Anna
- Prepara la borsa perché ce ne andiamo fra qualche minuto- Disse in modo atono, cercando di nascondere la rabbia che fluiva in ogni cellula del suo corpo.