15. Effetto domino

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Avete presente quelle giornate in cui nulla sembra andare per il verso giusto?
Hanno il sapore di complicato già dal risveglio, quando i vostri occhi si affacciano sul giorno appena sorto.
Vi basterà poi mettere piede fuori dal letto e darete il via ad un effetto domino di sventure che si concluderà solo quando andrete a dormire.
Sempre se sopravviverete.

Anna  infatti, stava affrontando una giornata del genere.
Lo aveva intuito proprio quando, alzando gli occhi verso l'orologio, si accorse di essere in ritardo per andare a scuola.
Balzò fuori dal letto, afferrò i primi vestiti che trovò sulla sedia e corse  a farsi una doccia.
Ad ogni passo che faceva si malediva per non essersi svegliata.
Era mai possibile che tra le tante giornate scolastiche, Anna non avesse sentito la sveglia proprio il giorno della simulazione della seconda prova?
A quanto pare sì.
-Peggio di così non può andare- Urlò con un tono lamentoso.
Ma evidentemente il destino aveva perso quell'esclamazione come un guanto di sfida..
***
Non appena Anna uscì di casa, si cimentò in una corsa folle che la fece arrivare a scuola in un tempo record.
Mancavano ormai pochi metri e Anna avrebbe varcato il cancello del Catullo.
Aveva il fiato ansimante, come se avesse affrontato una gara di atletica.
Inoltre lo zaino pesante e il dizionario di greco tra le braccia, rendevano certamente poco agevole l'attività fisica.

Ormai il traguardo era lì, ben visibile, niente poteva ostacolarla.

Era così concentrata su questo pensiero che si accorse di essere in rotta di collisione con uno sconosciuto quando ormai era già finita per terra insieme al suo dizionario.

- Scusa stavo guardando il cellulare e non mi sono accorto - Disse dispiaciuto il ragazzo, mentre cercava di tirarla su.

Anna rispose con un secco "figurati", ma nella sua testa c'erano ben altre parole molto meno delicate.

Mentre cercava di sistemarsi, diede una rapida occhiata allo sconosciuto che aveva di fronte.
Il presentimento di aver già visto altrove quegli occhi azzurri si fece vivo in lei.
Sicuramente lo aveva incontrato in giro per i corridoi, forse era un maturando o qualche amico di Vic, ma Anna non aveva tempo per pensarci.
Doveva correre in classe.
Tuttavia, ogni dubbio fu risolto dal ragazzo stesso che, dopo averla guardata più attentamente, chiese -Aspetta ma tu sei Anna, l'amica di Marta? -
All'improvviso  la ragazza lo riconobbe e subito avvertí le guance bruciare per l'imbarazzo.
Per evitare di peggiorare ulteriormente la situazione, lo salutò e scappò via senza dargli tempo di replica.

Quante probabilità c'erano di andare a scontrarsi proprio con Federico De Santis, amico fidato di Simone, nonché il tipo che aveva sfiorato la rissa con Niccolò in discoteca? Veramente poche.
Quante altre possibilità c'erano di rivederlo? Altrettanto minime.
In fondo l'istituto è grande e popoloso pensò mentre saliva per le scale dell'edificio.
Ma quel giorno evidentemente il calcolo delle probabilità non era dalla parte di Anna.

****

Niccolò's Pov

Quel concatenarsi di eventi sfavorevoli aveva colpito a qualche isolato di distanza anche Niccolò: dopo lunghi mesi di agonia, la sua amata auto lo aveva lasciato a piedi.
La frizione aveva deciso di dargli il benservito proprio il giorno in cui doveva accompagnare Sofia all'università.
Sembrava che ogni volta che dovesse uscire con lei gli astri si congiungessero per scatenare qualche catastrofe.

In quelle poche settimane di frequentazione infatti, erano riusciti a vedersi solo un paio di volte e per poco tempo.
La colpa in parte era attribuibile alle sventure di Niccolò, ma anche agli impegni di Sofia, divisa tra lo studio universitario e il lavoro di modella.

Il ragazzo aveva intuito che Sofia Galeazzi fosse abituata a vivere al centro dell'attenzione fin dal primo istante.
Era una a cui piaceva guardare ed essere guardata.
Era sicura di sé: si capiva dal modo in cui osservava il mondo che era una ragazza consapevole del suo fascino e delle sue capacità.
Se fosse stata la protagonista di un romanzo, sarebbe stata classificata come  la classica femme fatale.
L'aveva incontrata per caso in un locale di Monti, al centro di Roma.
Lui era lì con la sua combriccola di amici sgangherati, lei lo osservava dall'altra parte del locale, mentre sorseggiava un drink insieme alle sue amiche.
Avevano iniziato a chiacchierare fuori dal locale, quando lei gli aveva chiesto una sigaretta per un' amica.
Non era stato un colpo di fulmine, nè amore a prima vista.
Era semplicemente curioso di conoscerla.
E in quelle settimane il sentimento non si era evoluto.
Forse aveva addirittura subito un'involuzione.

È vero, Sofia era di una bellezza innegabile: era poco più alta di Niccolò, magra, con i lunghi capelli biondi che arrivavano alle coste.
La pelle  sembrava essere di porcellana. Le labbra erano carnose e con quei grandi occhi color nocciola osservava ciò che la circondava.

Oltre alla bellezza era anche simpatica, molto estroversa, a volte anche troppo per uno come lui.

Aveva molti pregi ma...
Ma mancava qualcosa.

Niccolò non sapeva percepire bene cosa fosse, ma era sufficiente per infastidirlo.

In più erano settimane che non riusciva più a scrivere. In testa aveva mille parole, idee, concetti che non riusciva a mettere su carta.
Spesso si sedeva al pianoforte, cercava l'ispirazione, ma nulla.
Il vuoto cosmico.
C'era sempre quella mancanza, in forma diversa, ma pur sempre una mancanza.

Niccolò stava proprio pensando a questo quando Sofia rispose al telefono.
Lui cercò di spiegarle la situazione e lei, con tutta la calma e la comprensione possibile, propose di vedersi la sera.
- Dai Nic non mi dispiace condividere un po' della tua sfortuna- Affermò ridacchiando.
Lui dall'altro capo del telefono sorrise inconsciamente.
- Allora ci vediamo dopo, ciao ...- Si fermò per qualche secondo
-Sofi- E agganciò alla velocità della luce.
Tirò subito un sospiro di sollievo: aveva appena evitato di chiamare la ragazza Anna.

Brutta bestia l'abitudine
Pensò, mentre estraeva una sigaretta dal pacchetto.
All'improvviso il ragazzo avvertì quel senso di vuoto diventare ancora più grande.
- Già l'abitudine-Affermò con amarezza.
Aspirò avidamente e lasciò che il fumo gli uscisse dalla bocca e con esso tutte le sue preoccupazioni.
****














Saaaaaaalve a tutti,
Grazie a tutti per le letture, le stelline, i commenti ( mi avete sciolto il cuore davvero💘)
Premetto che questo è un capitolo di passaggio e quindi poco interessante, ma era necessario introdurre sia Federico che Sofia.
Tuttavia, cercherò di aggiornare prima e di scrivere cose migliori rispetto alle ultime (sono molto critica lo so, ma ne ho avuto la conferma dal calo che ha subito il capitolo precedente)
Preparatevi perché nei prossimi capitoli ne vedrete delle belle 😜
Fatemi sapere che ne pensate!

A presto💘
scusaildisordine

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