30.Quella casa che avevamo in mente

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Passarono sette lunghi giorni da quando si era consumata la lite tra Niccolò e Mike e tutto ancora taceva.
La situazione era congelata, bloccata a quegli istanti in cui tutto era crollato a pezzi.

Per tutto quel tempo, Niccolò aveva deciso di rimanere nella sua villa, lontano da tutto e da tutti. Aveva bisogno di tempo per riflettere, pensare a ciò che era successo e capire cosa fare.
In quella grande casa però, Niccolò avvertiva un immenso senso di solitudine che mai aveva provato nei suoi miseri ventidue anni di vita.
Aveva perso tutto nell'arco di una sera: il suo migliore amico, la ragazza che amava da una vita. E non c'era nessun altro da incolpare se non proprio lui stesso.
Era stato capace di distruggere con le sue mani tutto ciò che aveva di più caro.
Sono un bambino con la faccia da perdente
Pensò mentre si accendeva l'ennesima sigaretta, con i piedi che sfioravano l'acqua cristallina della piscina.

Per me eri un fratello!
La voce di Mike rimbombava nella sua testa e faceva male come un pugno nello stomaco.

Se chiudeva gli occhi poi, vedeva le iridi azzurre di Anna che lo osservavano con profondo disprezzo.
Come ho potuto dare retta a Marta? Perché?
Questo era uno dei pensieri che lo assalivano assiduamente, anche in quel momento, mentre faceva uscire lentamente il fumo dalla bocca.

Come se non bastasse poi, la ragazza lo tormentava anche nei sogni: sognava di andare sotto casa sua, vederla scendere lungo le scale e poi, proprio quando era sul punto di stringerla tra le sue braccia, ecco che lei scompariva nel nulla. E a lui non restava altro che stritolare le lenzuola, da solo, in quel letto che ormai era diventato mare.

In quell'immensa desolazione, la sua unica via di fuga era la musica: aveva composto quattro canzoni e stava lavorando alla quinta, ma non era mai riuscito a cantare nessuna di queste per intero senza scoppiare a piangere all'improvviso.
Era come se impugnando la chitarra, tutte le sue difese crollassero improvvisamente e lui si ritrovasse vulnerabile, fragile come non lo era mai stato.

Assorto in questi pensieri, il ragazzo posò la cicca nel posacenere, pronto ad impugnare lo strumento che era accanto a lui, quando improvvisamente il suo telefono si illuminò

Messaggio da Adriano🐘
Niccolò come stai? Qua a Roma se sente che non ce stai te

Messaggio da Adriano🐘
Dai che troviamo un modo per parlare con Mike

Adriano🐘
A noi non cambia nulla Nic, sei un fratello sempre e comunque

Quei messaggi gli fecero strappare un sorriso. Adriano sapeva sempre come tirarlo su.
Stava digitando velocemente la risposta, ma fu bloccato dall'arrivo di  una chiamata  totalmente inaspettata.
- Elisa come stai? Quanto mi dispiace per tutto io...- Il cuore aveva iniziato a battergli all'impazzata e le parole andavano più veloci del suo pensiero. Si alzò in piedi ed iniziò a camminare su e giù per il giardino.
-Ehi ehi con calma Nic, fammi parlare- Disse ridacchiando la ragazza.
- Avrei voluto scriverti in questi giorni, ma Adriano mi ha detto che volevi stare un po' per conto tuo... solo che dopo una settimana non ho resistito!- Continuò lei con fare dolce. Dal tono di voce non sembrava affatto triste o addolorata e ciò rasserenò Niccolò. Forse per lei le cose si erano risolte
- Come stai?- Gli chiese a bruciapelo. Il ragazzo esitò per qualche secondo, prima di dire la verità
- Tanto Male, Eli... ma tu hai risolto con Michele?-
Fu allora che la ragazza fece un respiro profondo e gli raccontò di come si erano evolute le cose in una settimana.
La sera stessa Elisa aveva raccontato a Mike ciò che sapeva e di come molte cose le avesse intuire semplicemente osservando il suo migliore amico.
- All'inizio era teso, arrabbiato come non mai, verso tutto e tutti. Non riusciva a capire perché nessuno di voi due si fosse confidato con lui nel corso di questi anni. Mi ha detto che lui sarebbe stato entusiasta, anzi sperava che Anna trovasse uno come te-
Quelle parole fecero male come uno schiaffo in volto.
Niccolò decise di mettersi comodo, avvertendo un cedimento improvviso nelle gambe.
Elisa continuò a raccontare, affermando che dopo una lunga discussione in macchina con lei, avesse iniziato a capire che qualcosa non andasse nei suoi atteggiamenti.
- Ha realizzato che prima di tutto doveva chiarire una serie di questioni con la sorella e poi forse con te-
Quella minima speranza diede un po' di sollievo a Niccolò. Forse non era tutto perduto.

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