El Perdedor

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Cosa sta succedendo?

Rabbrividisco nel momento in cui la mia mano, stretta alla sua, finisce contro la superficie gelida della parete, eppure non la allontano di lì di un solo millimetro.

Perché sta succedendo?

I nostri visi cozzano violentemente l'uno contro l'altro, come guidati da una calamita sulla quale nessuno di noi due ha il minimo controllo. Non vi è alcuna dolcezza in quelle labbra secche e screpolate, ma il respiro corto, caldo e rapido che ne fuoriesce, per un istante mi sfiora il volto come una carezza.

Com'è possibile che stia succedendo?

Per diverso tempo non ho modo di respirare, le nostre lingue hanno ingaggiato una danza lunga e caotica alla quale non sembrano avere alcuna intenzione di mettere finire.
Nel momento in cui ci separiamo però, non abbiamo tempo di riprendere fiato, che già abbiamo ricominciato, riprendendo esattamente dal punto nel quale ci eravamo appena interrotti.

Perchè proprio lui?

Preso dalla frenesia, mi ritrovo a mugolare il suo nome contro le sue labbra.
Ma nel momento in cui lo faccio, nell'istante in cui chiamo il suo nome con voce carica di desiderio, qualcosa improvvisamente scatta dentro di lui.
Si ferma, esita un istante e poi volta di colpo il capo, finendo col posare la guancia contro la parete che ha alle spalle.
Quindi, con la coda dell'occhio, mi rivolge uno sguardo.
È come se mi stia guardando adesso per la prima volta. Come se solo in questo momento avesse trovato una risposta a tutti quegli interrogativi che solo fino a poco fa anche io mi stavo ponendo.
Non serve che dica nulla, perchè subito mi faccio da parte.
Lui esita ancora per un ultimo secondo, poi china lo sguardo verso il pavimento e a passo svelto mi supera e va via.

- Austin! Ehi, ci sei? Austin! Batti un colpo! -

Le voci arrivano flebili alle mie orecchie, ovattate. È come se mi stiano arrivando da un'altra dimensione, una dimensione nella quale sicuramente in questo momento non ho alcuna intenzione di fare ritorno.
Presto sarò costretto a farlo, non c'è ombra di dubbio, e a quel punto finirò col pentirmi amaramente di ciò che è appena accaduto. Ma per ora... Per ora voglio continuare a rimanere qui, in questa nuova dimensione, così stranamente confortevole.

Ho baciato un ragazzo.
Ma non è tutto qui.
Perchè il ragazzo in questione non è uno qualunque, bensì Nicholas Murphy, meglio conosciuto a scuola come "Shittylas", "Barphy" (da "barf", vomitare. Colpa di un incidente avvenuto durante non so che festa a cui era stato invitato anni fa, ovviamente prima di farsi questa reputazione) o, per la componente scolastica messicana, "El Perdedor", ovvero "Lo Sfigato" o "Il Perdente", entrambe le traduzioni sono ben accette.
Se si venisse a sapere ciò che è appena successo, sarebbe la fine. Perderei ogni cosa, dagli amici al rispetto dei miei compagni di scuola, e forse perfino la fiducia dei miei genitori e il mio posto da "quasi capitano" nella squadra scolastica, fino alla mia stessa dignità.
Esagerato? No, non credo proprio.
Già immagino i soprannomi che ne verrebbero fuori. Scommetto che ne inventerebbero delle belle.
Ma non è tutto qui perché, come suggerisce il cognome della causa dei miei problemi, al peggio non c'è mai fine.
Infatti non solo ho baciato un ragazzo, non solo quel ragazzo è Nicholas Murphy, non solo se si venisse a sapere sarebbe la fine per me.
No, non solo, c'è ancora di più.
Perchè mentre sono qui, in silenzio e immobile in un angolo dello spogliatoio maschile della scuola, intento a passarmi le dita tremanti sulle labbra gonfie e umide, non penso solamente a tutte le conseguenze alle quali potrei andare incontro se si venisse a sapere in giro, alla mia dignità perduta, ai soprannomi idioti e così via, ma soprattutto al fatto che...
Mi è piaciuto.

~

- Ehi, Nicholas! -

Non potei fare a meno di sussultare nel sentir pronunciare il mio nome così all'improvviso.

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