Britney Bennet

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I segreti sono fatti per essere rivelati.

Una delle cause per cui il mondo va a rotoli, è che tutti si nascondono tutto a vicenda, anche cose che non ci sarebbe alcuna ragione di tenere segrete.

Ma mentirei se dicessi che è questo il motivo per cui sono una pettegola di prima categoria.

La verità è che semplicemente trovo estremamente interessante vedere come reagisce la gente quando scopre qualcosa che non avrebbe dovuto sapere o quando scopre che un suo segreto, giudicato inconfessabile, ora è sulla bocca di tutti.

Gli esseri umani sono una fonte inesauribile di svago. Ognuno reagisce a modo suo, ognuno ha una diversa soglia di sopportazione, una diversa gamma di espressioni e reazioni in base ad ogni contesto.
Tuttavia, una volta che osservi una persona per un po', dopo aver visto in che modo si comporta in due o tre situazioni diverse, ecco che diventa scontata.
Le persone sono facili da capire. Ancora di più lo sono quelle dotate di una doppia faccia, perchè una volta grattata via la vernice di superficie, ecco che si rivela il solito essere banale e prevedibile.

Eppure, per quanto diventino scontate dopo appena un paio di occhiate, le persone rimangono una delle migliori fonti di ispirazione che si possa desiderare.

Dopotutto ognuno è diverso, come ho già detto. Quindi, anche se ci vuole poco perchè io riesca a conoscere una persona al punto da non avere bisogno di sapere altro, al mondo ci sono sette miliardi di esseri umani e fortunatamente (o forse, sarebbe meglio dire sfortunatamente?) sono in continuo aumento. Quindi direi di avere abbastanza materiale per il resto dei miei giorni.

Già, proprio materiale. Perché alla fine è di questo che si tratta.
Io non sono una semplice ficcanaso, bensì una studiosa. Una sorta di antropologa, diciamo.
Tutte le persone che incontro diventano mio oggetto di studio.
Ma il mio scopo, la vera ragione per cui faccio tutto questo, per quanto possa essere banale, forse quasi deludente, è semplicemente quello di scrivere un libro.

Ebbe sì, quando sarò grande ho intenzione di essere una giornalista per lavoro e una scrittrice per svago.
Questi anni di scuola superiore non sono altro che un tutorial, un modo per mettermi alla prova e vedere fino a dove riesco a spingermi.

Tuttavia, per quanto riguarda il libro sopra citato, la verità è che, per quanto nel corso di quegli ultimi anni avessi raccolto informazioni a sufficienza da poter scrivere l'equivalente di una saga fantasy di quelle fatte per bene, in realtà ancora non avevo messo giù un solo rigo.
Per quanto appunti avessi preso, per quante personalità avessi analizzato, ancora non c'era nessuno che avesse catturato la mia attenzione. Ancora non ero riuscita a trovare una storia che valesse la pena di essere scritta.

Ormai quasi stavo iniziando a temere che non esistesse una storia del genere e che la mia sarebbe stata una ricerca senza fine, quando un pomeriggio di fine marzo la incontrai.

A dire la verità, quella non fu la prima volta che la vidi, tuttavia in quel momento non riuscii a riconoscerla al primo sguardo e questo fatto attirò subito la mia attenzione. Io conoscevo tutti a scuola, quindi era impossibile che una ragazza così appariscente mi fosse sfuggita.

La ragazza in questione infatti, oltre ad essere seduta sotto uno degli alberi del cortile e ad essere intenta a dare del latte con il biberon ad un furetto, indossava un abbigliamento a dir poco vistoso: una sorta di fusione tra Morticia Addams e una di quelle maghette magiche dei cartoni giapponesi. Forse il termine adatto per descriverla è "gothic lolita".

In un primo momento non capii chi fosse e pensai che si trattasse di una nuova studentessa. Poi però osservai con più attenzione il suo furetto. Non c'erano dubbi, conoscevo solo una persona a scuola ne avesse adottato uno.
Ma era possibile che fosse proprio lei?

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