- Ehi, Leopold! -
L'erba appena tagliata del cortile mi solleticava i piedi mentre correvo.
Nel sentir chiamare il mio nome, sollevai lo sguardo, continuando ad alzarlo finchè non trovai Simon, seduto a cavalcioni su uno dei rami più alti dell'albero di fichi.
Non era molto, giusto due metri di altezza, ma a me, che all'epoca avevo solo otto anni, diede l'impressione di essere a un solo passo dal cielo.- Sali anche tu! -
Mi incitò, ma io scossi il capo.
Lui mi prese in giro, chiamandomi fifone, ma io continuavo a scuotere la testa e a indietreggiare.
A quel punto lui si mise in piedi, in equilibrio precario su quel ramo sbilenco. Mi guardò dall'alto in basso, lanciandomi uno sguardo di sfida.
Che bisogno c'era di una sfida? Lo sapevamo entrambi che, su qualunque cosa ci fossimo confrontati, sarebbe stato lui a uscirne vincitore.Quando saltò giù con un balzo, finendo proprio davanti a me, io lanciai un urlo dalla sorpresa e lui scoppiò a ridere.
Due dei nostri compagni di classe, che in quel momento stavano passando proprio davanti casa nostra, mi sentirono e così si affacciarono e ci chiesero se Abigail fosse lì con noi, pensando che si stesse di nuovo azzuffando con lui, dato che erano convinti che quello fosse stato l'urlo di una bambina.
Quando scoprirono che lei non c'era e che ero stato io a gridare, scoppiarono anche loro a ridere.- Tipico loro. - Questo fu ciò che sentenziò Abigail il mattino dopo a scuola quando, durante la ricreazione, la trovai in cortile e le raccontai cosa fosse successo il pomeriggio precedente. - Come se mi avessero mai sentito urlare di paura, poi! Sono sempre loro a farsela sotto durante le azzuffate! Oggi preparerò un agguato sulla strada di ritorno verso casa. Tuo fratello e quei due vanno sempre insieme, giusto? Perfetto. Allora comparirò davanti a quei tre all'improvviso, gridando come Tarzan e voglio proprio vedere se non grideranno dalla paura! Tu ovviamente mi seguirai, devi assolutamente assistere alla scena. -
Io la osservai con occhi pieni di ammirazione. Anche se per ora mi aveva solo esposto il suo piano e non aveva ancora fatto nulla, non avevo alcun dubbio che sarebbe uscita nel suo intento.
- Sei fortissima! - Esclamai di getto. - Forte come una tigre! -
Aggiunsi poi, ricordandomi che qualche giorno prima in classe, quando si stava parlando di animali, lei aveva affermato che il suo preferito fosse la tigre.
Lei mi osservò interdetta per alcuni istanti, come se in un primo momento non fosse riuscita a capire il senso di quelle parole. Poi, non appena realizzò cos'avessi appena detto, sorrise. Sorrise e basta, senza dire niente.
Quel pomeriggio mise in atto il suo piano e andò come da programma, perfino meglio di come mi sarei mai aspettato.
Certo, le urla di loro tre non furono stridule come le mie, ma comunque l'obbiettivo era stato raggiunto.- Non ci posso credere! - Esclamò Abigail, tenendosi la pancia per le troppe risate. - Dovevamo filmare la scena, Leo! -
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Stereotype
Mystery / ThrillerDal momento in cui vieni al mondo a quello in cui lo lasci, non ti abbandoneranno mai. Ti avvolgeranno come una seconda pelle, un rivestimento che, fino al tuo ultimo istante, non riuscirai a capire se ti appartenga davvero o meno. Nel tempo potrebb...