Disguised

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Non ricordo esattamente come mi ritrovai nel retro di quel locale, ancora avevo davanti gli occhi castani di quella donna, fatto sta che tutto d'un tratto ero lì. Con le orecchie che ancora mi rombombavano e la musica che arrivava ovattata attraverso la porta che stava alle mie spalle, Zoey che mi tirava per la manica della giacca, Casey che gridava frasi sconnesse e un uomo sui venticinque anni riverso a terra al centro della strada a una decina di metri di distanza, con Samantha in piedi al suo fianco, che se lo rimirava con disappunto e perplessità, allo stesso modo in cui si può osservare una chiazza comparsa chissà come sul tappeto del proprio soggiorno, chiedendosi se si tratti di succo d'uva, di un regalino lasciato dal cane o dei resti di un uovo di Pasqua.
Ah, e nel mentre lo punzecchiava sotto l'ascella con la sua spada.
Non una qualsiasi, però, quella era proprio la Lambent Light. Dall'impugnatura azzurrina al fodero rosso che lei teneva stretto nella mano sinistra. Quella era proprio una perfetta riproduzione della spada di Asuna. Bisognava ammettere che, quando Samantha faceva una cosa, la faceva proprio bene.

- Pare che Asuna abbia la situazione sia sotto controllo. - Commentai, chiedendomi se quell'arma fosse finta o vera. Se fosse stata vera, sarebbe stata proprio una figata. Certo, apparte il fatto che ci aveva appena ucciso un uomo. - Quindi ora possiamo tornare a casa? -

Casey, a metà strada tra me e Samantha, si voltò sconvolto nella mia direzione all'udire le mie parole.
Io alzai gli occhi al cielo con uno sbuffo.
Non era affatto giusto. Io avevo acconsentito a partecipare a questa uscita solo perchè ero convinto che ci avrebbe condotti in un ospedale o in qualche love hotel. Non ero certo andato lì per perdermi il momento in cui Asuna ammazzava un tizio!

- Cos'è successo? -

Stava chiedendo Zoey, che intanto aveva raggiunto Casey.

Era davvero strano vedere come lui fosse nel panico più totale, mentre Samantha, l'artefice di tutto ciò, non sembrava affatto colpita. Come se la considerasse una cosa da tutti i giorni.

- Quel tipo... Si è avvicinato a lei in pista... All'inizio era tranquillo e hanno iniziato a parlare... Ma poi... Poi ha detto qualcosa... Non ho sentito per colpa della musica, ma ho visto Samantha scuotere la testa e subito dopo lui ha iniziato a trascinarla via. - Spiegò il ragazzo, annaspando come se avesse appena finito di correre la maratona. - L'ha portata qui sul retro, tirandola con la forza... Lei provava a dibattersi, ma non ci riusciva e per colpa di quel casino nessuno l'ha sentita... Io... Io li ho inseguiti subito, ma per colpa della folla ci ho messo un po' a uscire... Quando sono arrivato qui, ho fatto appena in tempo a vedere Samantha... Che si liberava della sua stretta con un colpo secco e poi... Poi ha tirato fuori la spada da non so dove... Quando l'ha vista, lui ha provato a scappare, ma lei l'ha colpito prima che potesse farlo. -

A quel punto la rossa annuì e corse verso la scena del delitto.
Io la raggiunsi con più calma, borbottando un "e datti una calmata, non sei tu quello a terra" quando passai accanto a Casey.
Non fraintendetemi, se quel tizio fosse morto davvero, sarei andato anche io nel panico, ma si vedeva anche da dieci metri di distanza che non c'era sangue intorno a lui.

Purtroppo probabilmente quella spada non era vera. Doveva averlo colpito sul petto usandola alla mo' di una mazza da baseball, così forte e all'improvviso da avergli fatto perdere il fiato. La caduta e lo spavento dovevano aver contribuito a fargli perdere i sensi.

- Cos'è successo? -

Chiese nuovamente Zoey, volendo sentire anche la versione di Asuna.

- Solo un piccolo fraintendimento. -

Rispose lei con una scrollata di spalle, mentre rimetteva la spada nel fodero.

- Piccolo? -

Ripetè la rossa, chinandosi per assicurarsi che l'uomo avesse ancora i battiti.

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