Cosa può esserci di più scontato di una festa tra adolescenti americani a casa di una ragazza i cui genitori sono via per lavoro?
Ovviamente si tratta di una domanda retorica.
E se poi aggiungiamo il fatto che a quella festa erano presenti almeno cento persone (tutte tra i quattordici e i sedici anni, dato che i senior per orgoglio personale si erano rifiutati di partecipare alla festa di una matricola), che l'alcol circolava peggio delle caramelle al miele nella borsa di una nonnina, che la musica era così a palla da farmi temere che mi sarebbe scoppiato il petto da un momento all'altro e che per avere un attimo di respiro dovevi chiuderti in bagno (e incrociare le dita perché qualcuno non ci stesse procreando)... Beh, diciamo che abbiamo messo la ciliegina sulla torta (o meglio, abbiamo buttato un'intera cassa intera di ciliegine su una torta matrimoniale).
Non erano neanche le undici, che già erano tutti ubriachi. Me compreso.
Sinceramente non so perchè diamine avessi deciso di partecipare a quella festa. Forse mi ero messo in testa una cretinata del tipo: "scuola nuova, vita nuova". Non che aspirassi a chissà quale scalinata sociale. Semplicemente ero stufo di fare sempre la parte dell'emarginato, quello così antipatico e impedito nei rapporti umani da non avere mai neanche un amico.
E così mi ero detto: "perchè no?".Ti rispondo io, me stesso di tre anni fa: perchè no. Semplicemente no.
I miei ricordi iniziano a farsi confusi intorno a mezzanotte.
Una delle ultime cose che ricordo è una bottiglia di birra che gira, come la lancetta di un orologio impazzito.
Girò una, due, tre volte e poi continuò a ruotare, compiendo un numero infinito di giravolte su sè stessa, come una trottola.
Il mondo stesso sembrava essersi messo a girare insieme a lei, ma di sicuro era solo colpa di tutta la tequila che avevo bevuto se guardandola avevo avuto quell'impressione.
E poi, tutto d'un tratto, senza alcun preavviso, si fermò.
Si fermò su di lui.Delle risatine, un paio di singulti e un fischio.
- Dai, passiamo al prossimo. -
Suggerì un ragazzo in tono sbiascicato, ridacchiando tra sè e sè mentre avvicinava la mano alla bottiglia per farla riprendere a girare.
Ma io non glielo permisi.Il giorno dopo sarebbe circolata la notizia che in quel momento io, preso da un conato di vomito, mi fossi alzato di scatto e fossi corso via per andare a rigettare nella piscina sul retro.
Erano tutti troppo sbronzi per ricordare come fossero andate le cose sul serio e per molto tempo io stesso credetti a quella versione dei fatti. O meglio, pensai che mi convenisse crederci, piuttosto che investigare sulla realtà dei fatti.
Ma la verità è che, seppur in modo molto confuso e frammentato, sono sempre riuscito a ricordare ciò che era accaduto davvero in quel momento, quando, al mio turno al gioco della bottiglia, quest'ultima si era fermata puntando proprio lui, su Austin Richmond.Ricordo il suo sguardo sorpreso, come se non avesse ancora capito bene cosa fosse successo, il suo sorriso ebete e lo sguardo interrogativo che mi aveva rivolto. In quel momento ricordo di aver pensato che non sembrava lo sguardo di una persona ubriaca, ma visto com'erano andate poi le cose, ed essendo stato io stesso urbiaco fradicio, non so quanto il mio giudizio al riguardo possa essere affidabile.
Ad ogni modo, nonostante gli altri avessero deciso di ignorare quel risultato e di far girare nuovamente la bottiglia, non diedi loro il tempo di raggiungerla e farle riprendere il suo girotondo, che avevo già fatto.Mi alzai e raggiusi Austin in un singolo passo barcollante. Senza un solo attimo di esitazione, gli afferrai il colletto della camicia e poi, dopo aver spostato lo sguardo dai suoi occhi spaesati alle sue labbra morbide e sottili (e, per una buona volta, non incurvate in un sorriso), vi premetti contro le mie con prepotenza, o meglio, impazienza.
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Stereotype
Mystery / ThrillerDal momento in cui vieni al mondo a quello in cui lo lasci, non ti abbandoneranno mai. Ti avvolgeranno come una seconda pelle, un rivestimento che, fino al tuo ultimo istante, non riuscirai a capire se ti appartenga davvero o meno. Nel tempo potrebb...