Sissy

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Le disavventure di Casey Lee iniziarono esattamente cinque anni or sono, in seconda media, durante una pumblea mattinata primaverile.
(A dire il vero non ricordo bene se fosse stata proprio plumbea o meno, ma rende più l'idea, quindi teniamo questa versione.)

Ad ogni modo... All'epoca noi due eravamo in classe insieme e lo stesso valeva per Axel Clark, così ebbi modo di assistere in prima persona al suo debutto come personale sacco da boxe di quest'ultimo.
Anche se a quei tempi nessuno avrebbe mai potuto pensare che quel dolce ragazzino tanto innocente una volta arrivato al liceo sarebbe diventato uno dei peggiori bulli in circolazione (ma chi voglio prendere in giro? Alle medie sembriamo tutti dei futuri criminali), Axel stava già iniziando a dirigersi a piccoli passi verso quella direzione (o forse è meglio dire grandi passi, con quelle fettone di prosciutto che si ritrova al posto dei piedi).

Per farla breve, fu tutta colpa di una gonna. Cinque anni e passa di persecuzioni e tormenti per una sola maledettissima gonna.

Ad essere onesto, non sono mai riuscito a capire bene perché quel giorno Casey si fosse presentato a scuola con addosso una gonna, credo che c'entrasse con una scommessa che aveva perso o qualcosa del genere, ma comunque, dato che quel giorno era carnevale, quando è arrivato tutti l'hanno buttata sul ridere, com'era giusto che fosse.
Tutti tranne uno.

Quel giorno in realtà Axel non fece granchè, si limitò ad un paio di commenti... Poco carini, diciamo.
Con il tempo però le cose peggiorarono.
Nel corso di quel restante anno e mezzo di medie, gli scherni si fecero via via sempre più pesanti, finchè al liceo, dopo i primi mesi che gli erano serviti per ambientarsi, Axel iniziò a coinvolgere anche alcuni suoi amici e alla fine, dopo tre anni da quel maledetto giorno di carnevale, Casey si ritrovò chiuso a chiave in uno degli armadietti dello spogliatoio maschile.
Da quel momento iniziò il vero inferno.

A dire il vero, la colpa non era stata solo ed esclusivamente della gonna, ma anche del fatto che Casey aveva dei tratti molto effeminati, anche allora che aveva diciassette anni.
Era di costituzione minuta, non particolarmente basso, ma assolutamente privo di massa muscolare. Dovette aspettare di compiere sedici anni per iniziare a sentire qualche cambiamento nel tono della sua voce e a quanto ne so, il suo viso è ancora imberbe.
Inoltre gli piaceva tenere i capelli lunghi. Non molto, giusto fino alle spalle o poco di più e li teneva quasi sempre legati in un alto codino.
Per non parlare poi delle ciglia, così lunghe da far invidia alle ragazze.

Insomma, diciamo che, gonna o no, io sono sempre stato dell'opinione che prima o poi Axel lo avrebbe preso di mira in ogni caso.

Fino a quel momento non avevo mai pensato che sarebbe arrivato il giorno in cui Casey si sarebbe ribellato a quella situazione.
Eppure, a giudicare dal suo resoconto, adesso il setto nasale di Axel era fracassato e la colpa (o il merito, dipende dai punti di vista) era proprio sua.
Notai che ancora stringeva la mano destra a pugno e aveva le nocche arrossate.
I suoi occhi castani erano accesi dall'euforia e i capelli lisci e biondo scuro erano sciolti e tutti spettinati.
Ah, e indossava una gonna.

- Cosa ci fate voi qui? -

Chiese, notando finalmente la presenza di me, Austin e Zoey.

- Lunga storia. - Sospirò Hester con un'alzata di spalle. Per poi posare i gomiti sul tavolo e prendersi il capo tra le mani. - Ma ora dimmi di più di quel cazzotto. -

- Non c'è molto da dire. L'ho colpito dritto in mezzo alla faccia e ho sentito qualcosa fare "crack". Ma non sono rimasto abbastanza a lungo da scoprire cosa. -

L'altro sospirò con aria quasi sognante all'udire quelle parole, annuendo leggermente tra sè e sè con un lieve sorriso sulle labbra.

- Un momento... - Mormorai, voltandomi verso Casey con gli occhi sgranati dalla sospesa. - Ma quindi sei tu quello che ieri sera ha chiesto aiuto ad Hester su Radio Phoenix! -

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