ABIGAIL

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ABIGAIL

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ABIGAIL

"Gail." "Mi alzo, mi... alzo." "Gail." Una risata mi arriva alle orecchie mentre apro gli occhi. Da quando la mia sveglia ride? "Heath?" porto la mano davanti alla bocca per coprire uno sbadiglio. "Hm-hm." "Dove sono?" bofonchio mettendomi seduta. "A casa mia, nel mio letto. Ti sei addormentata e ho pensato che riposarti ti avrebbe fatto solo bene." Arrossisco ricordando tutto. "Mi sono addormentata..." "Oh, sì, spalmata su di me." Mi prende in giro. Divento ancora più rossa del dovuto e poggio i piedi per terra. "Che imbarazzo, avrai sicuramente le tue cose da fare e io sono ancora in mezzo alle scatole. Prendo le mie cose e vado." Mi alzo. "In realtà – afferra la mia mano – pensavo che potresti fermarti per cena se non devi vederti con Carol." "Non... ho nulla in programma." Ammetto. Il mio cuore accelera alla vista della sua mano stretta alla mia. "Allora direi che puoi rimanere. C'è anche Scott." Accenna un sorriso per poi avvicinarsi alla porta della sua camera. "Non credo di stargli simpatica." Ammetto ad alta voce seguendolo in corridoio. Sgrano gli occhi e mi maledico. "Questo non... dovevo dirlo ad alta voce. Scusa." "Ti assicuro che non è così." Alza un angolo delle labbra e di nuovo, questo gesto mi lascia senza parole. Ad accoglierci in cucina è l'odore di quello che sembrerebbe pollo al forno. Ho l'acquolina in bocca al solo pensiero. "Ehi." Saluto Scott con un cenno e rilascio un altro sbadiglio. "Scommetto che hai dormito bene. Lo stronzo ha il materasso ortopedico." Scott mi lancia uno sguardo mentre poggia un piatto – colmo di pollo e patate – sotto al mio naso. "Lavori, no? Compratelo." Heath ribatte con un sorriso sornione. Sbuffo una risata coprendo le labbra con le mani. "Se avessi il tempo lo farei, genio." Ceniamo tra le battutine dei due fratelli e le mie risate mentre mi raccontano di alcuni scherzi fatti agli insegnanti ai tempi della scuola. Erano anni che non passavo una serata così e adesso, dopo soli due giorni di assenza di Arthur, mi sembra di essere più libera che mai. So che non durerà, ma voglio godermi questi piccoli attimi e assaporare la normalità di una ragazza qualunque. "Se avessi saputo di avere un ospite avrei sicuramente preparato la mia torta al cioccolato. Ma sarà per la prossima volta." Scott mi osserva con un sorriso. Del tipo losco, scorbutico e tenebroso nemmeno l'ombra. È proprio vero che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina." Beh, potrebbero volerci altri sei anni ma ne sarei contenta." Non mi resta altro che sdrammatizzare. "O forse potrei preparartela domenica. So che voi ragazze il sabato siete sempre impegnate a fare... robe." "Mi sa che hai un'idea un po'... strana delle ragazze. Comunque questo sabato si dia il caso che sono libera come una farfalla. Forse farò qualche... roba." Scherzo. "Vuoi dirmi che non fate robe?" borbotta. "Scott, sul serio?" sospira Heath. "Non facciamo nessun tipo di rito malvagio. Al massimo sgranocchiamo i cetrioli che avevamo in faccia e ci strafoghiamo di schifezze anche se vi diciamo che mangiamo carote e insalata." Confesso il losco segreto di ogni ragazza. "Sporche bugiarde!" si finge indignato. Rido socchiudendo gli occhi e mi poggio alla sedia. Sono rimasti solo i bicchieri e l'acqua sul tavolo, qualche briciola di pane e credo anche qualche resto di pollo ma non importa. C'è tranquillità, quella che manca nella mia vita, e non voglio perderne nemmeno un secondo. "Adesso che so il vostro segreto me ne andrò a letto a meditare su come poterlo usare. Buonanotte, ragazzi." Scott si alza e dopo averlo salutato lascia la stanza. "Giorni in cui rimane sveglio tutta la notte, giorni in cui va a dormire alle nove. Si capisce solo lui." Sospira Heath. "Avevi ragione. Non è... come mi aspettavo." Sorrido. "Ti svelo un segreto: è così solo con me e beh, te. In realtà è davvero scorbutico con il resto del mondo." Non gli chiederò perché, magari la prossima volta. Oggi è già stata una giornata piena di rivelazioni e piuttosto intensa. "È sbagliato che io... mi senta un tantino speciale?" Arrossisco guardandolo. "No, neanche un po'." Mormora con un sorriso. "Bene, è una bella cosa da sapere." Annuisco contenta. "Comunque credo che sarebbe meglio per me andare. È già buio fuori e non mi va di avere l'ansia per i prossimi venti minuti." Mi alzo. "Guarda che ti accompagno io. Non esiste che tu stia da sola per strada." "No, assolutamente no. Mi hai già tollerata abbastanza oggi. Ho persino dormito nel tuo letto. Non permetterò che tu esca di casa a causa mia." Sono categorica. "Sì, beh, guardami." Si alza e si avvicina alla porta. Indossa la sua giacca e recupera le chiavi, poi apre la porta e mi fa cenno di seguirlo con un sorriso. "Tu sei..." mi fermo accanto a lui non riuscendo a continuare la frase. "Fantastico? Magnifico? Perfetto? Lo so." Si vanta. Lo supero e raggiungo il portone, pochi secondi dopo mi raggiunge anche lui. "Andiamo?" sorride smagliante. "Sbruffone." Lo seguo nascondendo un sorriso mentre ci avviciniamo alla sua auto. Carina. "Il migliore." Ribatte.

𝑊𝘩𝑎𝑡 𝐼𝑓 [𝐵𝑟𝑜𝑘𝑒𝑛 𝐺𝑖𝑟𝑙𝑠 𝐷𝑢𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦 𝑉𝑜𝑙.𝟣]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora