ABIGAIL

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ABIGAIL

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ABIGAIL

Ho un mal di testa lancinante. Questa è la prima cosa che percepisco quando riprendo i sensi. Che mi sia abbandonata all'alcol insieme a Carol e adesso ne sto pagando le conseguenze? Non ricordo di essermi vista con lei, però. Mi porto una mano alla tempia, qualcuno chiama il mio nome ma non riesco bene a capire chi. Apro lentamente gli occhi, poi li richiudo a causa della luce accecante che mi colpisce dritta in volto. Mi sa che l'alcol era davvero forte visto che non ricordo nemmeno di aver bevuto. Riprovo ad aprire gli occhi e questa volta la luce è più tenue tanto che mi permette di abituarmi alla vista. La prima cosa che vedo sono le mie gambe sotto un lenzuolo bianco, poi percepisco l'odore fastidioso del disinfettante e infine sento il rumore stabile di qualche macchinario. Ma dove diamine... "Signorina Silver, sono la dottoressa McCall." Vedo una donna in piedi accanto al lettino. "Riesce a capirmi?" domanda. Annuisco coprendomi la fronte con una mano. Fa male. "Ha mal di testa?" annuisco ancora una volta. "Bene, le passerà a breve. Non si preoccupi." "Dove... dove sono?" gracchio. Ho la gola secca. "Si trova al Coventry Hospital, signorina." "E cosa mi è successo?" "Non se lo ricorda?" indaga. Basta la sua domanda a farmi ricordare le sue mani strette attorno al mio collo e poi la furia con cui ha sbattuto la mia te-" "Non si agiti, va tutto bene. Ci vorrà del tempo." Poggia una mano sul mio braccio. "Ricordo tutto – tossisco – benissimo." "Acqua?" "Grazie." Aspetto che mi ceda un bicchiere e poi mando giù il contenuto. "Ha dormito per quasi undici giorni, se l'è presa comoda." Accenna un sorriso. "Che vuol dire?" "È stata in coma farmacologico a causa di un edema celebrale. Adesso è tutto a posto, però ed è normale che abbia un forte mal di testa." Spiega. "S-sono caduta e-" "Signorina, per favore, può anche smetterla di fingere. Lei è stata aggredita e lo dimostrano i segni sul suo collo e sul resto del corpo. Il suo aggressore... è stato suo zio, non è così?" "No, lui non-" "Ormai non c'è più niente che possa fare. Le prove sono talmente schiaccianti..." "Che significa?" mi metto a sedere prestando più attenzione. "Era ancora in casa quando la polizia è arrivata. A quanto pare stava premeditando una fuga ma non ce l'ha fatta." Mi guarda. "Lui è... in prigione?" la mia vista si appanna a causa delle lacrime ma in questo momento non mi importa di piangere davanti ad una sconosciuta. Penso solo ad Arthur. "Lo stanno trattenendo, sì. C'era il suo sangue sui suoi vestiti e le impronte sul ferro sono le sue, in base alle ricostruzioni hanno supposto si stesse difendendo." "E lei come fa a... a sapere tutte queste cose?" domando singhiozzando. "Mio marito lavora in centrale, ha diretto lui le indagini." Mi confida. "Non potrà più farmi del male?" la dottoressa porta una mano sulla mia stringendola. "Mai più. È tentato omicidio. Per non parlare degli anni precedenti. Chissà cosa ti avrà fatto... la polizia verrà a parlarti domani visto che ti sei svegliata ma posso fare un'eccezione e trattenerli per un altro giorno o due se vuoi." sorride. "No, va bene così. Sono pronta." Annuisco. "E dimmi, sei pronta per vedere il tuo ragazzo e i tuoi amici? Sono qui fuori e penso che stiano fremendo dalla voglia di vederti." Sbuffa una risata. "Sì, grazie mille." Mi asciugo velocemente il viso.

La dottoressa mi riserva un altro sorriso e poi apre la porta della stanza, la sento parlottare e poi sparire mentre Carol corre nella mia direzione. Frena proprio un istante prima di abbracciarmi. "Vorrei tantissimo abbracciarti ma non voglio farti male o rischiare di-" la zittisco attirandola tra le mie braccia, un attimo dopo la sento piangere. Non dico nulla, accarezzo la sua schiena e riservo un sorriso timido a Lucas che ci osserva. Dietro di lui Scott e... Heath. I loro volti sono stanchi e pallidi quasi quanto il mio, non mi sono ancora vista allo specchio e non credo che lo farò ma penso di batterli vista la mia condizione. Carol lascia molteplici baci su tutto il mio viso facendomi ridacchiare. "Forse dovresti lasciare lo spazio anche al suo ragazzo, non pensi?" Lucas la richiama e poi l'allontana afferrandola per un braccio. "Ciao, ciao, roccia." Scott si china sul mio viso per lasciarmi un bacio sulla fronte. Sorrido al suo gesto e stringo le braccia attorno al suo collo. "Ciao." Sorrido. Quando si allontana tutto ciò che riesco a vedere è Heath. "Mi aspetto tante coccole." Mormoro. Scuote il capo e si china, le sue labbra si poggiano sulle mie in un delicatissimo bacio a stampo e poi si allontana. "Non mi rompo, lo sai?" borbotto lievemente imbronciata. "Meglio prevenire che curare. Sei stata qui dentro abbastanza." Dice con un mezzo sorriso. "Mmh." "Mi sei mancata." Prende posto sulla sedia al mio fianco. "Anche tu. Quando posso uscire?" domando. "Calma, tigre – dice Carol – devi riprenderti al cento percento e poi affrontare tutto il resto." "Hai ragione. Prima mi riprendo, prima esco da qui." Sospiro. "Bene, ora che sei sveglia e io posso tirare un sospiro di sollievo vado a farmi una doccia lunga undici ore." Guardo Scott sorridendo e annuisco. "Dovreste andare tutti in realtà, io sto bene." Li rassicuro. "Non esiste." Ribattono in contemporanea Heath e Carol. "Vorrà dire che chiamerò la sicurezza e per farlo dovrò urlare e urlare non mi aiuterebbe." "Mi stai ricattando?" il ragazzo mi guarda. "Consigliando. Davvero, per favore, andate. Ci vediamo domani mattina." Afferro la sua mano. "Io penso che Abigail abbia ragione. In fondo qui non sareste comunque d'aiuto. Tornate a casa, vi fate un paio d'ore di sonno e poi ci rivediamo tutti qui." Prende parola Lucas. "Grazie di esistere." Lo guardo. "Questo ed altro per te." "Sì, d'accordo, tu puoi essere il primo ad andartene." Heath gli lancia un'occhiataccia. "Ti conosco da quando eri un bambino ottuso e sei ancora geloso? Santo cielo." Sorrido guardandoli bisticciare e rilascio un sospiro lento. Sbadiglio e senza pensarci su due volte chiudo gli occhi ritornando nel mondo dei sogni. 

𝑊𝘩𝑎𝑡 𝐼𝑓 [𝐵𝑟𝑜𝑘𝑒𝑛 𝐺𝑖𝑟𝑙𝑠 𝐷𝑢𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦 𝑉𝑜𝑙.𝟣]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora