ABIGAIL

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ABIGAIL

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ABIGAIL

Heath mi fa sapere che Scott non ritorna per cena così realizzo che saremo solo noi due. Non che non ci siamo mai trovati in una situazione simile, è già successo, solo che questa volta mi sento un po' più... in imbarazzo. Forse è a causa delle cose che ci siamo detti, forse per la vicinanza che c'è stata tra i nostri corpi... non lo so. So soltanto che è così. Non mi dispiace stare in sua compagnia, non mi dispiace condividere il mio tempo con lui o addirittura vedere i suoi piedi sul tavolino. Riesce a farmi andare tutto bene ed è assurdo.
"Ho ordinato, arriverà tra venti minuti circa." Heath ritorna sul divano con uno sbadiglio mentre io annuisco. La sola idea di mangiare pizza mi rallegra. "Pensavo che per ammazzare il tempo potremmo parlare. Perché non mi racconti un po' di te prima... insomma, prima che abitassi con lui. Sempre se te la senti." Il ragazzo mi osserva con attenzione prima di voltarsi verso la televisione e abbassare il volume. "Mi va." Contrariamente a quello che pensano tutti, ricordare i miei genitori a volte è piacevole. Il senso d'oppressione e la mancanza sono forti e palpabili, è vero, ma mi piace anche ricordare tutti i momenti belli trascorsi con loro. "Bene. Allora, com'era Abigail Silver da piccola?" domanda curioso. "Ero molto felice e anche iperattiva. Da piccola non riuscivo mai a stare ferma e facevo impazzire i miei genitori. Poi, col tempo, mi sono data una calmata e ho costruito un rapporto con loro. Mio padre era l'uomo più buono e dolce nella terra e mia madre era la mia migliore amica. Non ho mai avuto paura del loro giudizio tranne una volta o forse due." Ammetto con una piccola risata. "Non tenermi sulle spine." Alza gli occhi al cielo fingendosi esasperato. Sorrido di più e porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Okay, allora... il migliore amico di mio padre, Marcus, aveva un figlio e Spencer, il suo nome, era più grande di me di quattro anni. Per farla breve, Spencer e io iniziammo una relazione e io avevo paura che loro non approvassero vista la differenza d'età. Avevo quindici anni e lui diciannove." Guardo Heath mentre il ricordo di Spencer mi invade i sensi. "Alla fine quando lo dissi a mamma lei esultò e papà era tranquillo. Per quanto riguarda la seconda volta... beh, più che altro avevo paura del giudizio di mamma perché non ne avrei mai parlato con mio padre. Imbarazzante." Arrossisco al pensiero di ciò che sto per dire. "Io non avevo intenzione di parlarne con loro perché era una cosa mia ma mia madre un giorno tornò da lavoro e vide l'aria sognante che avevo. Sapeva che qualcosa era cambiato in me e sai come se ne uscì? – sbuffo una risata arrossendo in volto – "la mia bambina è diventata una donna!" sul serio, le sue parole le ho scolpite in testa perché non mi sarei mai aspettata una reazione del genere." "Quindi tua madre ha scoperto che avevi perso la verginità solo guardandoti?" Heath è sorpreso e divertito allo stesso tempo. "Sì. Suppongo di essere abbastanza facile da leggere, eh?" mordicchio il mio labbro inferiore. "Parecchio." Conferma le mie ipotesi. "Dovrò fare qualcosa a riguardo." Sospiro. Se Arthur dovesse vedere il minimo cambiamento in me potrebbe cominciare a fare domande e io so che ad un certo punto cederei. Riesco a mentirgli bene ma non voglio che sia lui a togliermi la vita. "E con questo Spencer... è finita? Voglio dire, è ovvio che lo sia ma il motivo non mi è chiaro." "Sì, è finita quando i miei sono morti. Arthur mi ha costretto a lasciarlo e non vederlo più. L'ho cancellato dalla mia vita e con la stupida frase del non voglio più vederti. Io lo amavo con tutta me stessa, pensavo fosse l'uomo della mia vita e lui... mi ha costretta a lasciarlo." Deglutisco fissando un punto impreciso del plaid che mi copre ancora le gambe. Heath sembra nervoso ma forse sarà solo una mia impressione. "Perciò lo ami ancora?" chiede abbastanza interessato. "Credo che una persona cambi parecchio in sei anni e penso che siamo andati entrambi avanti. Io nutro ancora un profondo affetto per lui e mi manca come presenza nella mia vita ma parlare di amore... non credo sia corretto. Spero solo che lui non mi odi, sai?" "Come potrebbe odiarti? Secondo me ha attribuito la tua reazione alla morte dei tuoi genitori e ha pensato che forse non avresti retto una relazione." "Anche io ho pensato a questo, solo che... quello che c'era tra di noi era forte e mi sarei aspettata una reazione diversa. Poi ho pensato che Arthur gli avesse parlato e mi sono detta che forse era questo il motivo della sua sparizione." "Dici che Arthur ha parlato con lui e gli ha propinato qualche scusa per farlo stare alla larga da te?" mi guarda. "Hm-hm." Annuisco. "Sì, potrebbe essere. Anzi, credo sia l'idea più ovvia." Sospira. "E tu? Che puoi raccontarmi di te?"

𝑊𝘩𝑎𝑡 𝐼𝑓 [𝐵𝑟𝑜𝑘𝑒𝑛 𝐺𝑖𝑟𝑙𝑠 𝐷𝑢𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦 𝑉𝑜𝑙.𝟣]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora