ABIGAIL
Passare la mattinata in compagnia di Heath non è tremendo come mi aspettavo. Sì, ero pronta a maledirmi perché in fondo che può intendere un ragazzo per commissione? Pensavo di rimanere tutto il tempo in auto invece l'ho aiutato con la spesa, a scegliere dei nuovi completi per la palestra e persino a compilare un modulo per la bolletta del gas. A quanto pare è un impedito su queste cose e preferisce che se ne occupi suo fratello ma oggi Scott era occupato e la scadenza era piuttosto vicina.
Adesso, arrivati a casa sua da poco, sbadiglio e poso il pacchetto sul divano insieme alla mia borsa. Ho preso una collanina a Carol, è una piccola freccia d'argento ed è super carina. Non è il suo compleanno, ho solo pensato che le sarebbe piaciuta e così l'ho presa. "Come te la cavi in cucina?" mi chiede Heath. Lo raggiungo, poggiando le mani sul bancone e lo guardo con un sorriso. "Che ti serve?" "Io e Scott ce la caviamo con i piatti base ma la maggior parte del tempo mangiamo cibo precotto o da asporto." "Quindi cibo spazzatura. Afferrato." Annuisco. "Stavo cercando un modo meno diretto di dirlo ma sì." "Lasagna? Non è molto complicata." "Tu prepari, io imparo." Dice. "Affare fatto. La prossima volta, però, la prepari tu." Gli punto un dito contro. Alza le mani in segno di resa e inclina lievemente il capo di lato. Sorrido e comincio a chiedergli gli ingredienti.
All'una e un quarto circa il mio cellulare squilla. Lascio la cucina muovendomi in fretta e lo recupero subito dalla borsa. "Pronto?" rilascio un respiro profondo. "Cosa stavi facendo?" Arthur va dritto al punto. "Ero in cucina, stavo preparando il pranzo e avevo il cellulare in camera. Ho corso." Non gli ho mai detto così tante bugie tutte insieme. "Sai che devi rispondermi subito." Ringhia. "Scusa. La prossima volta lo terrò in tasca, era in carica." Deglutisco. "Perché era scarico? Devi averlo usato la notte per averlo scarico la mattina." Il suo tono di voce diventa sempre più profondo. "Non l'ho utilizzato. Pensavo fosse in carica quando sono andata a dormire ma in realtà non ho collegato bene il cavetto." Spiego cauta. So che sta indagando più del dovuto a causa della lontananza. "Stanca. Non sono nemmeno in casa. Non fai un cazzo e sei stanca." La voce disprezzante mi da i brividi. "Per... per lo studio." Balbetto spaventata. E se dovesse ritornare adesso perché non mi crede? E se chiamasse l'università per sapere qualcosa? "Certo – sbuffa – ti tengo sempre d'occhio, ricordalo." Poi attacca la chiamata.
Lancio il cellulare sul divano con quanta più rabbia ho in corpo e butto la borsa sul pavimento, prendo posto sul divano e passo una mano tra i capelli. "Abigail? Che succede?" Heath si avvicina. "Dimmi – lo guardo – non ce l'ho il diritto di essere stanca? Adesso non posso più dire di studiare tanto e essere stanca?!" non so da dove provenga questa furia visto che sono patetica e debole ma lui, lui non può permettersi di dire che non faccio niente. Io sopravvivo e questo dice già tutto quanto. "Mi spacco la schiena per tenere in ordine quella casa enorme, lavo i pavimenti ogni due giorni e lucido i vetri anche quando so che pioverà a breve. La tavola è sempre in ordine quando arriva per la cena e non ho nemmeno il tempo di mandare giù io un boccone visto che dopo l'università ho il tempo minimo di preparare per lui e poi smammare dalla sua vista. Lavo, stiro, cucino, mantengo l'ordine e studio... però non faccio niente. Capisci? Niente!" adesso sto singhiozzando ma so che si tratta di rabbia repressa e nervosismo. So che non sono triste ma disperata. Lo so. Maledettamente. Bene. "Non devi credere ad una parola di quello che ti dice. Sappiamo entrambi che vuole solo sottometterti." Heath prendo posto al mio fianco e poggia la sua mano sulla mia. "Come farò quando tornerà dopo gli ultimi giorni? Sarà peggio, ne sono certa. Forse dovrei tornare a casa mia per abituarmi e vedere se ho lasciato in diso-" "Gail." Heath stringe la mia mano e mi costringe a guardarlo. "Troveremo un modo. E adesso è meglio se la pianti di pensarci troppo. Le sue sono tutte cazzate, d'accordo? Ho visto quella casa e l'assurdità dell'ordine che regnava. Non ho bisogno di essere convinto, so quello che fai e so cosa succede quando secondo loro, si sbaglia. Basta così per oggi." "Non... non era tutto in ordine." Scaccio via le lacrime. "Stai scherzando." "Il coltello era sporco e la nutella mezza aperta. Per non parlare delle briciole sul bancone." Rabbrividisco. Heath si alza dal divano e sospira. "Non commenterò questa cosa. Vado a vedere come sta la nostra bambina." Dice. Il mio cuore prende a battere più veloce. Che cosa... che cosa ha appena detto? Che bambina? "C-cosa?" balbetto. "La lasagna. È uscita proprio bene. Ha preso dalla mamma." Sta chiaramente scherzando e... mi piace. "Perché- perché il padre non ha fatto niente." Mi alzo seguendolo in cucina. "Adesso non esageriamo. Ho contribuito per quel che serviva." Mi riserva un occhiolino prima di abbassarsi di poco in corrispondenza del forno. Arrossisco da capo a piedi e ringrazio il cielo per aver focalizzato l'attenzione sul forno piuttosto che su di me.Il rumore di una porta che viene aperta ci distrae. "Sono a casa!" esclama Scott. "Oddio che odore! Cos'hai ordina- Abigail." Scott si blocca sulla soglia della cucina con sguardo sorpreso che poi rimpiazza con un sorriso. "Oggi cibo vero." Heath mi indica con un dito. "Dovevano chiamarti salvatrice." Scott si avvicina aprendo le braccia. Mi sta invitando ad abbracciarlo e, dopo la serata passata insieme, direi che posso fidarmi anche di lui. Cammino timidamente verso di lui e aspetto che stringa le sue braccia attorno alla mia schiena. È diverso da quello che sento con Heath ma è comunque piacevole. Uno schiarirsi di gola ci fa allontanare, mi volto in direzione del ragazzo in attesa. È successo qualcosa? "Che succede, fratellino?" guardo Scott notando la sua espressione divertita ma non capisco. "Niente. Apparecchia perché è pronto." Borbotta. "Certo." Sorride Scott. "Torno fra cinque minuti." Dice Heath prima di uscire dalla cucina. "Dove va?" chiedo confusa. "A sbollire. Ce l'hai messa la mozzarella nella lasagna, vero?" ancora confusa dalle sue parole biascico una conferma e lo aiuto a preparare la tavola. Perché Heath se n'è andato? E perché mi importa così tanto?
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𝑊𝘩𝑎𝑡 𝐼𝑓 [𝐵𝑟𝑜𝑘𝑒𝑛 𝐺𝑖𝑟𝑙𝑠 𝐷𝑢𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦 𝑉𝑜𝑙.𝟣]
RomanceAbigail Silver, ventidue anni, quasì ventitré, studentessa di legge. Heath Eastwood, ventisei anni, capo della Eastwood Gym. Abigail è una ragazza a cui la vita non sorride da ormai sei anni, piena di paure e di odio intriso sulla pelle tenta di sop...