ABIGAIL

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ABIGAIL

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ABIGAIL

Mercoledì arriva più in fretta del previsto. Il lunedì e il martedì non vado in palestra ma non resto nemmeno in casa. Passo la solita ora e mezza in un vicolo poco distante da casa per non far insospettire Arthur e preoccupare Lucas. Ho il viso messo piuttosto male, peggio della scorsa volta e stavolta il trucco non basta a coprire tutto quanto quindi lo escludo del tutto e applico solo la crema. Non ho più problemi nello stare in queste condizioni davanti a Heath o Scott, del resto sono sicura che Heath abbia raccontato tutto a suo fratello e sebbene sia così apprezzo che Scott rispetti i miei silenzi e i miei tempi senza pressarmi per sapere.
Carol mi ha lasciata cinque minuti fa davanti a casa di Heath, prima di suonare mando un messaggio ad Arthur e poi poso il cellulare in borsa. Quando arrivo davanti alla porta di casa sua Heath è già sulla soglia ad aspettarmi, non dice nulla mi attira semplicemente tra le sue braccia. Accolgo il gesto, accettando tutto il conforto e respirando il suo profumo. Non sono riuscita a resistere nemmeno un giorno, questo dimostra quanto lui mi renda fragile. Il punto è che io voglio esserlo. Con lui non voglio avere la solita maschera impenetrabile, quella che dimostra quanto io stia bene anche in mezzo a tutto lo schifo. Voglio potermi lasciare andare in sua presenza e quando succede ne sono contenta perché è da parecchio che non ho nessuno – a parte Carol – con cui farlo. Heath è in grado di raccogliere i piccoli cocci del mio cuore e rimetterli insieme anche dopo essersi tagliato e aver sanguinato. "Entra, fa freddo." Poggia una mano sulle mie spalle e chiude la porta. "Ti disturbo? Posso anche-" "Non ci provare nemmeno." nascondo un piccolo sorriso e, facendomi coraggio, avvolgo ancora una volta le braccia attorno alla sua vita poggiando poi la testa sul suo petto. "Se n'è andato?" domanda. "Hm-hm." "E hai mandato il messaggio?" "Sì." "Bene. Ho messo anche io delle sveglie, come ti avevo detto, solo per sicurezza. Stasera rimani qui, ti presto qualcosa io e domani andiamo a recuperare un po' di cose. Ti va?" "Va bene. Grazie di farmi stare qui, Heath." Alzo lo sguardo alla ricerca del suo. "Non devi mai ringraziarmi." Sfiora la mia guancia e si avvicina piano al mio viso. Il mio cuore prende a battere più in fretta, è sempre questo l'effetto che mi fa. Le sue labbra si poggiano sulle mie in un delicato e semplice bacio a stampo. Era da domenica che non succedeva e santo cielo, mi è mancato. "Sai che lo farò comunque." Sorrido. "Tentar non nuoce." Mi fa un occhiolino prima di staccarsi da me e entrare in cucina. Dal bagno arrivano rumori e subito capisco che Scott deve trovarsi sotto la doccia, non ci avevo minimamente fatto caso. Lo sento canticchiare qualcosa e quando realizzo di quale canzone si tratta mi volto verso Heath incredula. "Sta cantando I will always love you?" mi porto una mano sulla bocca per sopprimere una risata. "Gli piacciono i classici." Heath scrolla le spalle e ricomincia a preparare il caffè. "In effetti lo è."
Dopo una ventina di minuti la porta del bagno si apre, il volume della musica che adesso intona My Sharona è più basso. "Heath, dove cazzo è il mio pettine?!" urla Scott dal bagno. "Ragazzina, non c'è bisogno di urlare!" sbuffa il ragazzo al mio fianco. "È nella mia camera. Ho dimenticato di rimetterlo al posto." Aggiunge. "Lo dimentichi sempre e io devo correre nudo come un verme per casa. Fa freddo!" "Chi ti dice che i vermi sono nudi?" a questo punto non riesco più a trattenermi, comincio a ridere come non mi capitava da anni. Porto una mano sullo stomaco cercando di trattenermi ma non ci riesco, il loro scambio di battute è davvero infantile per due adulti. "Abigail!" esclama sconvolto Scott, a seguire il rumore di passi sul pavimento. Il ragazzo indossa una maglia e un pantalone, i piedi scalzi. Quando mi vede, però, il suo sorriso vacilla. "Adesso sai uno dei miei più loschi segreti." Sbuffa prima di allargare le braccia in un chiaro invito. "Se vuoi posso dirtene uno di Heath." Ricambio l'abbraccio. "Oh, sono tutto orecchi." Sorride. Ritorno seduta sul divano, proprio accanto ad Heath che adesso borbotta qualcosa di incomprensibile. "Poggia i piedi sul tavolino in cui mangiate. Questo qui." Indico il tavolo di fronte a me. "Sei assurda." Sbuffa il ragazzo al mio fianco. "No, tu sei assurdo. Fai schifo. Io lì sopra ci metto gli hamburger." Ribatte Scott. "Tu lasci le scarpe sotto al tavolo. Taci." "E tu cambi le lenzuola due volte a settimana. È inverno, non scopi e non sudi. Hai la necessità di occuparmi la lavatrice?" "Si chiama essere puliti, Scotty." Heath alza gli occhi al cielo. "Si chiama essere maniaci." Lo corregge il fratello. "E si è fatta quasi ora di cena. Meglio preparare." Mi alzo per stabilire una tregua. "Evvai, cibo vero." Esulta a bassa voce Scott. Sbuffo una risata e trascino Heath in cucina. "Stavolta facciamo fettine panate e insalata. Mangiate già troppe patatine fritte." Lo guardo. "A questo riguardo avrei una domanda." "Spara." "La carne si immerge nell'uovo intero o solo la parte trasparente?" "Heath – trattengo un'altra risata – la parte trasparente si chiama albume, prima di tutto e poi sì, mescoli tutto l'uovo." "Allora tu mi dici cosa fare e io lo faccio così imparo davvero." E mentre comincia ad uscire gli ingredienti dal volto e lo osservo non posso far altro che pensare di essere stata davvero una pazza... uccidermi e perdermi la possibilità di vedere tutto questo? Uccidermi e perdermi le litigate tra lui e Scott? Una follia. È stato un desiderio dettato dalle pazzie successe in quelle ore. Uccidermi significherebbe perdere le uniche tre persone in grado di darmi stabilità, strapparmi una risata e farmi sorridere. Non voglio perderli. "Gail, ci sei?" mi richiama il ragazzo. "Sì, scusa. Cominciamo con il rompere le uova dentro la ciotola che- ottimo, che ti sei già procurato." Spiego. E poi, se dovessi andarmene, chi aiuterebbe loro a mangiare in maniera più decente?

𝑊𝘩𝑎𝑡 𝐼𝑓 [𝐵𝑟𝑜𝑘𝑒𝑛 𝐺𝑖𝑟𝑙𝑠 𝐷𝑢𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦 𝑉𝑜𝑙.𝟣]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora