HEATH

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 HEATH

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 HEATH

Sono ancora intontito dagli eventi precedenti perché, sì, sono certo che ci saremmo spinti oltre. Ho visto la fiducia negli occhi di Abigail e non c'è niente che mi renda più felice di questo. Sento ancora le sue mani addosso, accarezzarmi e stringermi, ed è una sensazione meravigliosa. Scott ha ragione, non sono stato con nessuna da quando Abigail è entrata nella mia vita e inizialmente pensavo che fosse normale. Voglio dire, una nuova ragazza e pure bellissima, è logico guardare e desiderare solo lei. Poi le cose sono cambiate eppure io ho continuato a non sentire il bisogno di trovarmi qualcuno e andarci a letto. È stato tutto naturale e giusto con lei. Ho atteso i suoi tempi e la sua fiducia, ho fatto in modo che si fidasse di me perché è questo che ho sempre voluto in primis. Non c'è un rapporto se pecca di fiducia. Non c'è futuro.
Solo adesso peso le mie parole capacitandomi del fatto che sto realmente pensando ad Abigail come il futuro, come alla ragazza con cui voglio condividere le mie paure, le brutte e belle giornate, i momenti di gioia e la noia di dover scegliere un ristorante per cena. È così. Voglio che sia così ma per il momento non voglio pressarla con etichette, doveri e ansie. Verrà tutto al suo tempo, ne sono sicuro. Verrà il momento in cui avremo la possibilità di prendere un sospiro di sollievo e in cui il nostro problema più grande sarà da chi passare la notte.

"Ho mandato un messaggio ad Arthur." Abigail attira la mia attenzione. "Ti ha risposto?" le chiedo. "No, ti pare. Piuttosto, come si chiamano questi biscotti? Sono buonissimi." Sorrido alla sua curiosità. "Ho lasciato la confezione in cucina, so soltanto che c'è la parola 'cioccolato' in mezzo." Rispondo in tutta onestà. "Beh, di sicuro hai ristretto il campo." Mi prende in giro. L'osservo, notando quanto sia piccola tra le mie gambe e non posso far altro che adorarla. La sua schiena è poggiata sul mio petto e le mie mani strette sul suo ventre. Sgranocchia un biscotto e mi guarda in attesa di una risposta. "Ti sei imbambolato. Hai la faccia da pesce lesso." Ridacchia. Se solo servisse a farla sorridere lo farei ogni giorno. Meglio una presa in giro che un ceffone. Non posso far a meno di pensare al suo viso e addome ricoperti di lividi. Il bastardo l'ha ridotta male e l'ha spedita in ospedale. Mi chiedo fino a dove voglia arrivare. Anzi, non dovrei proprio perché la prossima volta sarà lui a finirci su un lettino. E per mano mia. "Ti fissavo e immaginavo di leccarti via quelle briciole all'angolo della bocca." Ghigno soddisfatto di averla fatta arrossire. Si porta subito una mano all'angolo per scacciarle via ma quando capisce che la sto prendendo in giro – per l'ennesima volta – corruga la fronte e borbotta qualcosa che non riesco a capire bene. "Sei uno s-" si blocca. "Uno stronzo? È questo che stavi per dire?" sono sempre più divertito. "Stupido. Volevo dire stupido." Sospira. "Puoi darmi dello stronzo, non mi offendo e poi muoio dalla voglia di sentirti dire una parolaccia." La punzecchio. "Non le dico perché altrimenti prendo il vizio e se dovesse scapparmene qualcuna con Arthur... non andrebbe a finire bene." Il divertimento si spegne mentre annuisco e la stringo a me. "Scusa. Sono uno stupido, hai ragione." Mormoro accanto alla sua guancia. La sua mano si posa accanto al mio orecchio mentre un piccolo sorriso fa capolino sul suo volto. "No, non lo sei. Sei una delle persone più intelligenti che io abbia mai conosciuto." Lancia uno sguardo ai miei occhi e poi ricopre la distanza che separa le nostre labbra, si muovono in sincrono mentre le nostre lingue si cercano e si trovano in un attimo. I baci con Abigail mi fanno sempre capire qualcosa in più di lei e adoro l'idea che sia così perché non sono mai uguali. Riesce a stupirmi anche con un banalissimo bacio a stampo. "Ho saputo – mi bagno le labbra – che dopodomani è il tuo compleanno." "Hai saputo?" "Beh, in realtà l'ho letto sulla tua scheda quando l'ho registrata nel sistema." Ammetto uscendo allo scoperto. Abigail soffoca una risata. "Almeno te lo ricordi. Io, invece, non so il tuo. Quando?" "Estate inoltrata. Il tuo stesso numero. Indovina." Sorrido. "Facile. 29 luglio." Mi guarda soddisfatta. "Potrebbe anche essere agosto." Ribatto. "No, altrimenti avresti detto fine estate. Giugno è l'inizio. Quindi resta luglio." Spiega. "Mi piace che catturi i dettagli." "Mi è difficile non farlo con uno come te." "E questo che vorrebbe dire?" indago curioso. "Prima o poi te lo dirò. Adesso devo andare a fare pipì." Si svincola dalle mie braccia ancora rossa in viso e sparisce in corridoio. Oh, Abigail, Abigail. 

𝑊𝘩𝑎𝑡 𝐼𝑓 [𝐵𝑟𝑜𝑘𝑒𝑛 𝐺𝑖𝑟𝑙𝑠 𝐷𝑢𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦 𝑉𝑜𝑙.𝟣]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora