6 Stalking ( Revisionato)

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In macchina piombò un silenzio piuttosto imbarazzante.

Lei avvertì una certa tensione, che non riuscì a spiegarsi e cercò di pensare a qualcosa da dire per rompere il ghiaccio.

Iniziava a sentirsi così nervosa, dentro la sua macchina, mentre lui era concentrato e preso dalla guida.

Lo contemplò mentre aveva lo sguardo immerso nella strada, e manovrava il cambio con una certa dimestichezza e sicurezza invidiabile, dato che lei non guidava da parecchio per una sua fobia da guida.

Com'era che si chiamava la fobia alla guida? Amaxofobia! Che suonava alle orecchie di Iku, come paura di ammazzare qualcuno.

"Comunque grazie per il passaggio..." Lo ringraziò controvoglia , pur di trovare qualcosa di sensato da dire.

"Ecco Bechey, finalmente ti ricordi delle buone maniere" commentò con sarcasmo.

Le altre donne, si scioglievano davanti le sue gentilezze e attenzioni, mentre lei... Oh, lei era così diversa da tutte.

Forse per quello attirava così tanto il suo interesse, era così differente.

Lei era in grado di stupirlo come nessun'altra.

Dopo la morte di sua moglie, non aveva più creduto possibile, conoscere una donna in grado di colpirlo.

E se da una parte ne era quasi felice, dall'altra ne era profondamente scosso, questo lo impensieriva.

Non voleva tradire la promessa fatta a sua moglie, anche se lei aveva sempre replicato, che fosse una promessa folle e stupida.

Mizuki non voleva, di certo, che suo marito, passasse la sua intera esistenza da uomo vedovo, per il resto dei suoi giorni.

"Non chiamarmi Bechey" disse lei, per un attimo si era quasi illusa che ci avesse dato un taglio con quegli assurdi e fastidiosi nomignoli.

"Bè perchè no, è carino!" sostenne lui, senza distogliere lo sguardo dalla guida.

"Non ci vedo niente di carino..." riprese lei scocciata.

"Perchè ti da così tanto fastidio? Nel senso,è bello avere qualcosa di singolare!" affermò lui riferendosi al suo naso.

"Ah, si guarda, sin da quando ero bambina, tutti mi dicevano che ero proprio singolare, con un naso da befana, guarda singolare un corno!" Sbuffò seccata.

"Tutti abbiamo dei difetti, è bello scherzarci sopra"- suggeriva di prendere le cose più alla leggera, con una maggiore spirito di autoironia.

"Ah, bè certo, scherzare sui difetti degli altri è troppo comodo!" lo attaccò.

"Bè io ho la faccia quadrata, mia moglie una volta mi ha detto che ho la faccia come un cubo di rubik da risolvere..." disse senza pensare, con una tale leggerezza, che perse subito dopo, accorgendosi di cosa avesse appena detto.

La malinconia e la tristezza presero il sopravvento su di lui.

"Oddio, perchè sto parlando di queste scemenze, io..." la sua voce si fece sempre più tentennante.

"Non è vero che porta la fede, solo per tenere le donne alla larga da lui..." meditò, accortasi che parlare di sua moglie lo cambiava tantissimo, diventava così inquieto, per lui era ancora una cosa così fresca.

Non aveva ancora superato il lutto, era così evidente.

Ecco perchè aveva sfracellato il porta-fotografie, in cui c'era la foto di lui e sua moglie.

"E ora che faccio?" si chiese fra sé.

Era una situazione davvero complicata, nel senso se cambiava drasticamente argomento, sarebbe stato sgradevole, come una piena dimostrazione di strafottenza verso la sua triste perdita, insomma sarebbe parsa una mancanza di tatto e sensibilità,ma dall'altra, se entrava in quel argomento, sarebbe stato come affondare ulteriormente il coltello su una sua ferita, evidentemente ancora aperta.

Secretary "to fuck" #wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora