27 Casa Miyazawa (Revisionato)

835 22 2
                                    

Il giorno seguente Iku si diresse allo studio del fratello di Okazaki.

Era molto agitata, non sapeva più se fosse una buona idea.

Le parole di Okazaki le rimbombavano con insistenza per la testa, poi anche quelle di sua sorella:

"Iku, in fondo,il tuo naso è il tuo tratto distintivo...".

Quando Yue la fece sedere, per analizzare il suo naso prima ad occhio nudo, tracciando con un pennarello i punti che avrebbe eliminato e poi con gli svariati macchinari, lei si sentì anche peggio.

Una sensazione sgradevole si impossessò di lei, per Yue, lei era come carne da macello.

Non importava quanti sorrisini le facesse, era evidente che per lui quella fosse solo carne sgradevole da eliminare e vivisezionare.

"Ti faccio vedere come sarà il tuo naso dopo l'operazione" disse concitato, con estremo entusiasmo, mostrandole dal computer come sarebbe diventato il suo naso.

Iku analizzò l'immagine di sé stessa, con un nasino dritto, piccolo e delicato, come quello di sua sorella Yuuka.

Era strano, vedersi con quel grazioso nasino all' insù, doveva essere piacevole, eppure c'era qualcosa che stonava.

Nel senso, quella nella foto era una ragazza bellissima, ma non era lei, faticava a riconoscersi.

Sembrava più Yuuka o qualsiasi altra ragazza, ma non si riconosceva in quella foto.

"Posso andare un momento in bagno?" domandò.

"Certamente" rispose prontamente lui, indicandogli il bagno.

Iku si deterse il viso, per poi osservare il suo riflesso allo specchio.

Analizzò il suo viso, con il suo naso così gobbo e sgraziato, che le donava questa aria arcigna e arrogante.

Se lo sfiorò con la punta delle dita, per poi sorridere, ripensando a suo padre, già era il naso brutto che suo padre le avesse dato in eredità.

Ma per qualche strano motivo, l'idea di sbarazzarsene, si rivelava spiacevole.

Dopotutto, senza di esso faticava a riconoscersi, era una parte quasi portante del viso, da essere diventato parte integrante della sua stessa identità.

Non era più solo una questione di bellezza, ma era qualcosa di più profondo, era più il fatto di sentirsi sé stessa, cosa che non avrebbe mai potuto provare, con un naso diverso dal proprio.

Quel naso se l'era portato dietro per anni, per colpa sua, aveva ricevuto tante prese in giro, sbeffeggiamenti e anche pregiudizi, ma anche grazie a questo, era diventata la persona che era.

Con gli anni aveva imparato a saperlo portare, era diventata una ragazza impertinente, supponente e dalla risposta sempre pronta, grazie a questo si era rafforzata tanto caratterialmente e aveva imparato a farsi rispettare.

E dopotutto questo suo difetto, gli dava questo tono arcigno e arrogante, che inibiva spesso le altre persone dal dire qualcosa.

Alla fine, non contava tanto avere un nasino dritto e all' insù, o un naso orrendo come il suo, la cosa che più contava era come lo si portava addosso, se con sicurezza o incertezza.

Certo, a volte, il suo naso le aveva provocato parecchi complessi, e l'aveva fatta sentire inadeguata e brutta, ma alla fine  il problema non era stato  tanto il suo naso, quanto le persone di cui si era circondata.

Era stato Saki, e moltissimi altri ragazzi, a dirle con disprezzo e cattiveria, che il suo naso fosse osceno, e lei adesso guardandosi indietro vedeva le cose da un'altra prospettiva, dato che tolta giù la maschera, si erano rivelati per quello che fossero, degli stronzi senza cuore.

Secretary "to fuck" #wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora