Un' infermiera la chiamò per fare la visita, per poi rivolgere un'occhiata all'uomo accanto a lei "Lui sarebbe?".
Lei non ebbe la prontezza di rispondere, lui la precedette dicendo "Il suo fidanzato".
"Si, ma deve comunque uscire un attimo, vorrei parlare un attimo con la ragazza in privato" sostenne l'infermiera, con un espressione severa e accigliata, dato lo stato pietoso in cui Iku fosse, sospettava che lui fosse il responsabile.
"Si è fatta un'idea sbagliata, oggi mi hanno aggredita, il ragazzo lo hanno arrestato" rispose prontamente Iku in sua difesa, notando le occhiatacce sospettose dell'infermiera tutte rivolte verso di lui.
Anche se gli gettava uno sguardo di rimprovero, per avergli detto quella fesseria dell'essere il suo fidanzato, di cui non ne capiva assolutamente la necessità.
"Ne siamo certi? Non è che lo sta coprendo per paura, signorina?" domandò l'infermiera, gettando uno sguardo rigido e inquisitorio.
"Guardi che sono un avvocato..." spiegò lui seccato.
"Kima, lascia stare me ne occupo io..." disse il dottore apparendo davanti a loro, avendo riconosciuto Okazaki.
"Signor Okazaki, quanto tempo" commentò il dottore, senza però lasciarsi scappare un eccessivo entusiasmo, nel senso non era un luogo in cui festeggiare le rimpatriate.
Si ricordava perfettamente di lui, di quell'uomo disperato sul punto di aggredirlo fisicamente, quando aveva dovuto spiegargli che la moglie non avesse avuto un semplice malore da gravidanza, ma che si trattasse di qualcosa di ben più grave.
"Buongiorno, dottor Shirachi" rispose lui, riportando alla mente quella sgradevole notizia.
Sapeva che non fosse stata di certo colpa sua, per i medici non doveva neanche essere bello, essere i messaggeri di brutte notizie, come Shinigami che annunciano la morte imminente delle persone care.
Ma ciò nonostante Okazaki, provava una stretta al cuore, nel vedere quell' uomo.
Le sue cattive notizie, i suoi presagi, quelli che avrebbe tanto voluto non prendere sul serio, gli tornavano con violenza in mente.
"Lo conosce?" domandò l'infermiera, che aveva iniziato a lavorare in quell'ospedale da poco.
"Si, non preoccuparti" rispose il dottore prontamente.
Iku non riusciva a capire come mai conoscesse il medico.
"Cos'è successo?" domandò il dottore.
"La mia fidanzata, ecco, è stata aggredita e si è slogata una caviglia" spiegò lui.
"Ah" affermò lui con un sorriso, come per dire sono contento che si sia rifatto una vita.
"Non sono la sua fidanzata!" rispose lei irritata, da questa assurda e bizzarra menzogna, non ne capiva il senso.
"La scusi, ha sempre voglia di scherzare!" esclamò lui con una risatina forzata, per poi gettarle uno sguardo di rimprovero.
Il medico pendeva dalle sue labbra , mentre ignorava bellamente lei, sarà che lo conosceva, ma quanto le dava fastidio, non essere neanche considerata.
Dopotutto era così che spesso funzionava, si dava sempre la priorità alla parola di un uomo, che a quella di una donna, a meno che non ci fosse il sospetto di una violenza domestica.
Iku detestava questo modo di pensare, perché la parola di un uomo, doveva valere più di quella di una donna? Per quanto la società giapponese fosse così avanzata e sviluppata, c'erano ancora una forma di maschilismo abbastanza evidente, in molte circostanze, la sua parola contava meno di quella di qualsiasi uomo, anche di uno che fosse meno istruito e intelligente.
STAI LEGGENDO
Secretary "to fuck" #wattys2021
Romance(storia completa e revisionata!) Una ragazza di 24 anni, di nome Iku Miyazawa sostiene un colloquio di lavoro per diventare segretaria dell'avvocato Okazaki Naozumi, ma lui non è disposto ad assumere donne, proprio per un suo problema di dipendenza...