9 Sottomissione (Revisionato)

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Erano solo quattro giorni, eppure per Okazaki le giornate senza la sua segretaria diventarono molto lunghe.

Sentì la sua mancanza, di volta in volta mentre stava lavorando osservava la sedia vuota in cui di solito lei si sedeva, sull'altra parte della scrivania di fronte alla sua postazione.

Gli balzò con insistenza per la mente l'imperfezione del suo naso, oh quanto le piaceva, era un lato di lei così particolare e carismatico, perché gli donava un qualcosa di singolare al volto.

Quella gobba al naso, gli dava un espressione determinata e decisa, ed era veramente ironico, dato che sembrasse che il suo naso in realtà la rendesse una ragazza parecchio insicura, convinta di non piacere agli uomini.

Aveva notato che cercasse spesso di nasconderlo alla vista, gli aveva persino detto che sapeva che il suo naso provocasse spesso problemi di erezione, e per quella ragione, si era mostrata propensa a darle le spalle per far sesso.

Ma lui non aveva di certo di quei problemi, semmai aveva il problema opposto, gli piaceva così tanto il suo naso, che quasi temeva di venire subito, poichè gli dava un espressione da donna che sa il fatto suo, quindi parecchio porca e spregiudicata, e questo rafforzava la sua eccitazione.

Le donne carine e delicate, erano sicuramente piacevoli, a chi non piacevano?

Però così ordinarie e monotone, mentre Iku aveva questo tratto aggressivo interessante, poi combaciava perfettamente con il suo carattere.

Non riusciva a far a meno di pensare, a quando gli avesse portato il dorayaki freddo e di Asumomo, e lui avesse tentato di lanciarlo, mentre lei abilmente glie lo strappò dalle mani, prima che lo scagliasse a terra, e poi fece lo stesso con il caffè, facendo colazione al posto suo.

Ammirava il suo coraggio, era una donna che sapeva il fatto suo e gli teneva testa, e questa cosa lo faceva impazzire, era una caratteristica che riteneva eccitante ed attraente in una donna.

Il primo giorno senza di lei, le inviò un messaggio, a cui Iku non aveva mai osato rispondere.

Okazaki non le scrisse più nulla, il suo orgoglio maschile gli impediva di insistere.

Non voleva passare per uno stalker, e anzi iniziò a temere di essere passato per essere un uomo assillante e fastidioso,dopotutto non vedeva altri motivi per cui non dovesse rispondergli.

Iniziò a vergognarsi della sua leggerezza, non avrebbe dovuto mandarle quel messaggio, riteneva di aver fatto una pessima figura.

Ma un'altra parte di sé, si domandava se fosse veramente questa la ragione per cui non le rispondesse, una parte di sé restava ancora in trepidante attesa di una sua risposta.

Dopotutto non aveva scritto niente di troppo esplicito e sconveniente, era solo un messaggio premuroso e carino, ma non c'era nulla di troppo audace, o almeno credeva, iniziavano a venirgli un mucchio di dubbi al riguardo.

"Sono un uomo troppo pesante, le sono stato forse troppo addosso... E a lei non piace che un uomo si preoccupi per lei..." pensò maledicendosi, per essere stato troppo avventato e impulsivo.

Ma continuava però a non capire cosa ci fosse di male, nel senso, perché lei dovesse sentirsi irritata dalle sue premure e attenzioni verso di lei, dopotutto lo faceva solo perché...

"Già, perché lo sto facendo?" si domandò dubbioso, dandosi dell'imbecille.

Iniziò a sentirsi patetico, per essersi preso, con così tanta leggerezza una cotta per lei.

Era evidente, che la sua segretaria gli iniziasse a interessare e a piacere un po' troppo.

Cercò di rileggere le pratiche, tentando di concentrarsi seriamente sul lavoro, ma si distraeva di continuo, senza riuscire a smettere di guardare il cellulare, e ad ogni notifica e squillo sobbalzava, nella speranza che fosse lei, e invece era sempre una mail di lavoro.

Secretary "to fuck" #wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora