20 Legami! (Revisionato)

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Iku prese la camicia di Okazaki, indossata il giorno precedente, per poi mettersela addosso.

Non le parve di avere molta scelta, lui faceva il diavolo a quattro, affinché lei rimanesse.

Lo sentiva blaterare con la sua voce impastata di alcool e agitarsi nel letto invocando di continuo il suo nome come in una preghiera disperata.

"Sono qui, adesso stai calmo..." esclamò lei, stendendosi nel letto accanto a lui.

"Iku, la mia piccola Iku...sei così bella...Nessun uomo deve essersene mai accorto, ma io si..." farneticava concitato, con il viso rosso, acceso dall'alcool e gli occhi spiritati.

"Già, perchè tu sei ubriaco fradicio..." commentò lei con sarcasmo, senza prenderlo sul serio.

"Ah, io... sarò egoista, ma ho bisogno di te, soprattutto adesso, ah, Iku non hai idea di quanto io ti voglia...soprattutto adesso... Ti voglio tutta per me...Ogni centimetro del tuo corpo, della tua pelle...mi fai diventare matto..." esclamò infervorato, stringendola forte a sé.

"Okazaki...adesso stai buono..." lo respinse, accorgendosi che stesse diventando leggermente molesto e non riteneva che, far sesso con un uomo ubriaco dovesse essere il massimo.

"Ah, Mizuki aveva ragione! Sono un uomo debole, uno che non sopporta il lutto, ma, del resto che, ci posso fare se tu mi tenti e mi accendi in questo modo...la mia piccola Iku..." affermò esaltato dall'alcool.

Iku ascoltava incredula le frasi sconnesse e insensate che, andasse farneticando, iniziava a domandarsi se fosse vera l'affermazione "in vino veritas".

Fu per un attimo tentata di dargli una botta in testa, non potendone più, dato che continuava a biascicare e a straparlare dicendo cose sconnesse e senza senso, in più si dibatteva e agitava sul letto impedendole di prendere sonno, cosa di cui in quel momento aveva strettamente bisogno, era davvero a pezzi.

"Mi devi un aumento, dopotutto questo, lo voglio assolutamente!" esclamò stordita e stremata da lui.

"Tutto per la mia piccola!" biascicò esagitato, con gli occhi vispi.

"La devi piantare, non sono la tua piccola..." bofonchiò lei, questo suo modo di chiamarla la metteva in soggezione.

"Iku... tu hai mai visto qualcuno morire sotto i tuoi stessi occhi?" domandò, facendosi di colpo tetro.

Aveva adesso un'ombra scura impressa negli occhi, con quella voce così mesta e cupa.

"Mizuki, mi moriva sotto agli occhi...ed io non me ne accorgevo...Sono stato così cieco... volevo a tutti i costi che lei vivesse e mi ero convinto, che io l'avrei salvata o chissà cosa...non lo so..."

Iku ascoltava la sua voce lenta, malinconica e singhiozzante... faticando a restare impassibile.

"Okazaki... è tutto apposto..." esclamò, tentando di tranquillizzarlo.

"Mizuki vomitava...stava male...soffriva... e io volevo solo che, lei continuasse così... la pressavo con la chemioterapia... l'avrei tenuta in vita con la forza, se avessi potuto... Che stolto egoista... Mi andava bene tenerla così, purché lei restasse in vita..." confessò con amarezza e sdegno verso sé stesso.

"Okazaki..." esclamò con tristezza, vedendolo così triste e amareggiato.

"Sono un uomo orribile" disse con durezza.

"Questo non è vero...Okazaki, tu sei una brava persona... amavi tanto tua moglie..." esclamò lei, non potendo fare a meno di voler controbattere, nonostante sapesse che, fosse stordito dall'alcool.

Secretary "to fuck" #wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora